Il Partito della rifondazione comunista di Terni ha ufficializzato la decisione di uscire dalla coalizione di centrosinistra. Oggi i vertici del partito non si sono limitati a ratificare quanto stabilito da un referendum degli iscritti, ma hanno contestualmente lanciato un durissimo attacco al Partito Democratico.
Nelle parole del segretario provinciale del Prc Lorenzo Carletti e del Presidente del comitato politico federale, Renato Costantini, non c’è nulla di diplomatico. I due affermano che “a differenza di altri, non abbiamo utilizzato blindature statutarie per evitare un confronto interno sano e costruttivo, che legittima e sostiene con determinazione le scelte che il gruppo dirigente ha avanzato” e parlano di “arroganza manifestata dal Partito Democratico, sottrattosi in questi mesi al confronto politico con il deliberato obiettivo di imporre la ricandidatura di Di Girolamo senza un chiaro accordo programmatico”.
Non finisce qui perché secondo Carletti e Costantini, l’arroganza del Pd “è indicativa del processo degenerativo e politicista che lo attraversa” ed è “pari solo all’incapacità di dare risposte rispetto all’intervento pubblico a tutela dell’industria, dell’ambiente e dei beni comuni in un territorio in preda al declino politico, economico e sociale. Il problema non sono le persone, bensì il Partito Democratico e le consorterie a cui ha deciso di affidarsi”. Una bocciatura totale, critiche e accuse molto più dure rispetto a quelle che alcuni partiti di opposizione abbiano mai espresso nei confronti del Pd.
“La scelta fatta dal Prc – affermano ancora – è alternativa all’assoluto vuoto di idee e di programmi espresso in questi mesi dal Partito Democratico, intento esclusivamente a risolvere l’ennesima faida interna ed a rendere del tutto virtuale il confronto con le forze che in questi anni, con correttezza e responsabilità, hanno sostenuto il peso dell’amministrazione cittadina e garantito il mantenimento della maggioranza in Consiglio comunale, mettendo al riparo le Istituzioni da scontri di potere tali da determinare le dimissioni del Sindaco. Un vuoto che trova piena corrispondenza nell’operato dei Governi nazionali e nell’ulteriore giro di vite recentemente avviato rispetto alle riforme costituzionali e del mercato del lavoro, nonché alle politiche di privatizzazione dei servizi pubblici locali e di tagli agli enti locali, alla sanità, al welfare”.
“Al contempo questa scelta vuole aprire uno spazio di confronto comune alle forze della sinistra cittadina capace di andare oltre la contingenza delle scelte elettorali, a cui comunque è indispensabile guardare sin da adesso con coraggio e lungimiranza: Terni ha bisogno di una sinistra coerente e coesa, che contrasti le spinte corporativistiche presenti nella città ponendo al centro l’effettività dei diritti costituzionali, il rilancio produttivo ed occupazionale, il risanamento ambientale, la partecipazione della popolazione alle scelte”. L’obbiettivo di Carletti e Costantini è quindi quello di dar vita ad un nuovo polo di sinistra. Nel frattempo devono però guardarsi da fuoriuscite di cui già si parla. In dissenso con questa linea sarebbe infatti l’assessore Silvano Ricci e il consigliere comunale Nannini.
“Nei prossimi giorni – concludono Carletti e Costantini – si apre una nuova fase, a cui chiamiamo a contribuire tutti coloro che, insieme ai compagni e le compagne del Prc, vorranno dare il proprio contributo per costruire l’alternativa all’immobilismo ed alla subalternità che stanno condannando il nostro territorio. Riprenderemo pertanto il lavoro di confronto con tutte le soggettività politiche, sociali, associazionistiche e con i singoli cittadini per attuare la proposta di un’altra città ed individuarne gli interpreti”.