Era chiaro già da ieri, questa mattina è arrivata la conferma. Ast ha fortemente ridotto il numero dei turni di due reparti dell’area a caldo. L’azienda lo ha comunicato poco fa alle Rsu e la risposta è stata l’immediata proclamazione di un nuovo sciopero.
I turni dell’attività fusoria scendono da 21 a 15 mentre quelli del treno a caldo da 21 a 18. Secondo i rappresentanti sindacali si tratta dell’implicita applicazione del piano industriale lacrime e sangue giudicato irricevibile. Per questo, dopo aver messo in sicurezza gli impianti, sarà di nuovo sciopero e mobilitazione dei lavoratori.
Facile prevedere nuovi cortei nelle vie di Terni – si parla di una nuova “visita” a palazzo Spada – ma, come annunciato ieri, le Rsu vogliono quanto prima iniziare a manifestare al di fuori dell’Umbria, a cominciare da palazzo Chigi. Nelle prossime ore dovrebbero essere comunicate le iniziative di lotta e protesta.
Aggiornamento ore 15,30: L’azienda avrebbe spiegato che la riduzione dei turni comunicata questa mattina è stata resa necessaria dalla diminuzione dei lavoratori. Infatti, sono saliti a 103 gli operai che hanno accettato il licenziamento incentivato: il nuovo numero è stato reso noto questa mattina (fino a lunedì scorso si parlava di circa 75 lavoratori che avevano accettato il licenziamento in cambio degli 80 mila euro). Thyssenkrupp fa inoltre sapere che molti altri lavoratori stanno solo aspettando che sia ripristinata la mobilità per accettarla (attualmente chi accetta l’esodo riceve soltanto l’incentivo di 80 mila euro lordi, mentre con la mobilità avrebbe anche un migliaio di euro al mese per un periodo che varia da 1 a 3 anni in base all’anzianità).
I sindacati ritengono comunque inaccettabile la condotta dell’azienda ed hanno proclamato lo sciopero che inizierà oggi alle ore 16. Saranno quindi comunicate ai lavoratori tutte le iniziative da mettere in atto.
Aggiornamento ore 17: I lavoratori stanno dando vita a dei presidi permanenti in viale Brin (dove ogni tanto viene temporaneamente bloccato il traffico), a palazzo Spada e alla prefettura di Terni.
Aggiornamento ore 18,20: I lavoratori dell’Ast hanno occupato la sala del Consiglio comunale di Terni. Un centinaio hanno preso posto sui banchi chiedendo il blocco delle attività istituzionali e di incontrare il sindaco Leopoldo Di Girolamo.
Intanto i rappresentanti dei lavoratori hanno annunciato che lo sciopero proseguirà almeno fino a domenica, ma venerdì verranno decise ulteriori iniziative di lotta. L’obiettivo – è stato detto – è quello di “alzare il livello mediatico” della protesta, portandola “fuori dalla regione e dalla nazione”.
Le rsu hanno anche ribadito che l’azienda ha giustificato la riduzione dei turni con l’insufficienza degli organici dopo la decisione di 103 lavoratori di accettare mobilità e licenziamenti incentivati. Le rsu ribadiscono però che in “questa fase straordinaria non si può discutere dell’abbassamento della turnistica”.
Aggiornamento ore 18,25: Intanto poco fa il sindaco di Terni, Leopoldo Di Girolamo, ha diffuso una propria nota in cui, rispetto a quanto dichiarato fino a pochissimi giorni fa, cambia punto di vista e valutazione nei confronti del Governo. Oggi il sindaco dice che “il vaso è colmo” e che il Governo deve fare subito la propria parte.
Scrive Di Girolamo: “La comunicazione di oggi che l’azienda ha esternato ai rappresentanti delle Rsu dei lavoratori Ast è totalmente immotivata e inaccettabile. Si tratta infatti di decisioni assunte dalla multinazionale ancora una volta in modo unilaterale, che ripropongono parti di un piano di ristrurtturazione aziendale che i lavoratori, le organizzazioni sindacali e tutte le istituzioni hanno già respinto in maniera netta e indignata. Ritengo che le iniziative assunte dalla multinazionale siano autoritarie e scriteriate e che costituiscano un serio pericolo per la tenuta dell’ordine pubblico, a fronte di una città che anche nell’ultima, grandissima, manifestazione del 17 ottobre, ha tenuto responsabilità, senso civico, orgoglio e dignità. E questo nonostante sia da tempo sottoposta a pesanti momenti di tensione sociale. Esprimo, come ho sempre fatto in questi mesi, il pieno sostegno ai lavoratori in lotta e comunico, inoltre, la decisione di partecipare a tutte le iniziative di mobilitazione che i lavoratori e i sindacati decideranno di intraprendere con il coinvolgimento delle istituzioni locali. Ora basta! Chi può agisca, si adoperi per risolvere definitivamente e positivamente questa vertenza per Terni e l’Umbria. Il Governo faccia fino in fondo la sua parte e si decida a riattivare immediatamente il confronto con la proprietà della T.K. Non siamo più disponibili ad attendere che qualcosa accada, il vaso è colmo!”.
Aggiornamento ore 18,45: Il sindaco Di Girolamo ha incontrato gli operai nella sala del Consiglio comunale ed ha detto: “Sono favorevole ad andare ad Essen (alla sede di Thyssenkrupp) e il primo pullman lo pago io”. Di Girolamo ha poi proposto una campagna di boicottaggio. “Non si devono vendere prodotti Tk in Italia. Bisogna alzare il tiro”. Il sindaco ha anche annunciato la disponibilità al blocco delle attività istituzionali non urgenti, come chiesto dai lavoratori.
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