Nell’agosto ternano tiene banco la questione dell’incenerimento dei rifiuti, dopo la preoccupante notizia secondo cui i due impianti di Maratta saranno impiegati per bruciare 140 mila tonnellate di immondizia. Mentre il Comitato No Inceneritori ha già annunciato iniziative ed ha convocato una conferenza stampa per domattina, oggi tornano all’attacco gli esponenti del Movimento 5 Stelle. Il consigliere regionale Andrea Liberati e il consigliere comunale Thomas De Luca, sostengono che l’unico che possa concretamente opporsi all’incenerimento dei rifiuti sia il sindaco di Terni, con un provvedimento di tutela della salute dei cittadini.
Il comunicato congiunto di Andrea Liberati e Thomas De Luca:
“Il Sindaco Leopoldo Di Girolamo è l’unico a poter salvare la città da questo disastro, ricorrendo al Regio decreto n°1265 del ‘34. Gli inceneritori sono infatti industrie insalubri di prima classe in un territorio dove sussiste una vera e propria emergenza sanitaria di carattere ambientale così come ampiamente documentato dallo studio Sentieri dell’Istituto Superiore di Sanità e dalla contaminazione riscontrata nelle analisi della filiera alimentare. L’art.217 della stessa legge permette al Sindaco di disporre le specifiche e adeguate misure a tutela della salute pubblica. È necessario che tutte le soluzioni vengano poste sul tavolo per difendere la salute dei cittadini.
Le dichiarazioni di ieri dell’Assessore all’ambiente Fernanda Cecchini e del vicepresidente della Giunta regionale Fabio Paparelli dimostrano una preoccupante mancanza di cognizione di causa nella trattazione dell’argomento.
«La giunta non ha autorizzato né intende autorizzare l’arrivo di alcuni rifiuti provenienti da fuori regione»
così afferma la Cecchini, eludendo che il comma 6 dell’art. 35 dello Sblocca Italia afferma che
«…deve comunque essere assicurata priorita’ di accesso ai rifiuti urbani prodotti nel territorio regionale fino al soddisfacimento del relativo fabbisogno e, solo per la disponibilita’ residua autorizzata, al trattamento di rifiuti urbani prodotti in altre regioni».
Ad essere bruciati saranno quindi prioritariamente rifiuti prodotti all’interno della nostra Regione (140mila dei circa 250mila rifiuti indifferenziati prodotti) a prescindere dalle circa 60mila tonnellate di CSS che potranno comunque essere prodotte così come da piano regionale.
Altra nota dolente sarà la totale assenza di controlli successivamente a quando i siti verranno dichiarati strategici, quindi sotto il diretto controllo del Governo.
Ancor più estemporanee appaiono le dichiarazioni del vicepresidente della Giunta regionale Paparelli:
«Il PD che governa la Regione ed il Comune di Terni non consentiranno che venga bruciato a Terni alcun rifiuto»
dimenticandosi che a Terni già si bruciano rifiuti, pulper, carico di plastica e acqua che abbassa la temperatura dei forni.
Il 9 settembre la Regione Umbria avrà il primo incontro tecnico in sede ministeriale. Se questo è il modo in cui il Partito Democratico intende affrontare il tema della salute pubblica dei cittadini, e del futuro di una comunità allora è il caso che preparino le valige perché stavolta la gente non sarà più disposta a farsi prendere in giro”.