Agosto 2015 sta riservando per Terni delle notizie e degli scenari particolarmente inquietanti sul fronte ambientale. Dopo le prospettate 140 mila tonnellate di rifiuti da bruciare negli inceneritori di Maratta, ora arriva l’ipotesi della costruzione di un nuovo inceneritore. A lanciare l’allarme sono ancora Andrea Liberati e Thomas De Luca del Movimento 5 Stelle.
Il comunicato congiunto di Liberati e De Luca:
“‘…si riscontra un ricorso prevalente allo smaltimento in discarica dei rifiuti urbani e assimilati. Per tali motivi la Regione Umbria è stata individuata per la realizzazione di un nuovo impianto di incenerimento di capacità pari a 140.000 tonnellate/ anno di rifiuti urbani e assimilati’. Così recitano le conclusioni dello schema di decreto attuativo sull’incenerimento dei rifiuti dello Sblocca Italia, riguardanti la nostra Regione.
I cinque anni di governo Marini-Rometti e l’assenza di politiche Rifiuti Zero per aumentare la raccolta differenziata e chiudere le discariche, condannano Umbria all’obbligo di costruire un nuovo inceneritore di importanti dimensioni. Con le discariche al collasso e un emergenza rifiuti che rischia di esplodere entro due anni, con l’arrivo a saturazione anche della discarica Le Crete di Orvieto, l’Umbria è sull’orlo del disastro ambientale.
All’interno del documento, il Ministero dell’ambiente parla di una interlocuzione avuta con la Regione Umbria e con i gestori degli impianti in merito ai due inceneritori di Terni. Questo fa supporre che ci sia stato come da noi delineato un sondaggio per capire la possibilità di autorizzare i due impianti da parte delle proprietà o da parte dello stesso Ministero.
Il problema non si restringe alla sola conca quindi ma si pone come una vera roulette russa per tutte le città dell’Umbria. Ovvio che la presenza di due impianti attivi e già predisposti, soltanto da autorizzare rende Terni la piazza più appetibile ed economicamente meno onerosa ma le parole del Ministero aprono scenari decisamente più complessi che non escludono ad esempio la costruzione di un nuovo inceneritore a Perugia o il coinvolgimento dei cementifici Umbri presenti a Gubbio e Spoleto. A questo vanno ovviamente aggiunte le 60mila tonnelate di CSS che verranno comunque prodotte. Qualora lo Sblocca Italia andasse in porto sarebbe veramente difficile immaginare che la scelta di bruciare fuori il combustibile solido secondario sia comunque mantenuta.
L’Umbria brucia ma i cittadini Umbri sapranno dimostrare a Renzi e al Partito Democratico che alla prepotenza e all’arroganza sappiamo ancora rispondere come un po’ di anni fa.
Dal sito liberatiumbria.it è possibile scaricare lo schema del decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri di individuazione della capacità nazionale di trattamento dei rifiuti da parte degli impianti di incenerimento dal link sottostante