Conto alla rovescia. Domani potrebbe arrivare l’annuncio della vendita di Inoxum alla Outokumpu. C’è infatti un’offerta di 2,7 miliardi di euro che ThyssenKrupp avrebbe accettato. Le acciaierie di Terni, insieme agli stabilimenti tedeschi, americani, messicani e cinesi, si ritroverebbero di proprietà finlandese con Thyssen che manterrebbe una quota di minoranza inferiore al 30%. Dalla fusione nascerebbe il nuovo leader mondiale della produzione inox.
L’attesa è tutta per l’esito del consiglio di vigilanza di domani: solo un veto in quella sede da parte del sindacato IG Metall potrebbe far saltare la fusione dei due grandi produttori di inox. Il sindacato tedesco paventa infatti che l’intera operazione possa causare la perdita di 2500 posti di lavoro sugli attuali 11500 dell’Inoxum e non ha ancora ricevuto le garanzie sul mantenimento dei livelli occupazionali che pretende dalla multinazionale finlandese. Dalle indiscrezioni raccolte da giornali tedeschi sembra però che i due colossi dell’acciaio diano per scontato il buon esito della trattativa.
Intanto i sindacati e le istituzioni italiane stanno alla finestra. Spiega il segretario di Fim-Cisl Terni, Celestino Tasso: “Non avendo rappresentanza in consiglio di vigilanza siamo all’oscuro di tutto e dobbiamo apprendere le notizie dalla stampa internazionale”. C’è quindi la concreta possibilità che le parti sociali siano messe al corrente della situazione solo a cose fatte (a meno che IG Metall non opponga il veto). Il 2 febbraio è infatti in programma un incontro tra le segretarie nazionali dei sindacati e Ralph Labonte, manager di ThyssenKrupp AG. Il 10 febbraio i sindacati dovrebbero incontrare invece i deputati eletti nelle circoscrizioni umbre e forse anche gli eurodeputati. L’obiettivo è quello di far convocare un tavolo al governo ed anche di affrontare la questione a livello europeo. Stando alle ultime voci dell’imminente vendita sembra però troppo tardi. Rimane da sperare che l’operazione non si riveli dannosa per l’Ast e i dipendenti.