Ora i loro posti di lavoro sono davvero a rischio: i 15 dipendenti della polizia provinciale sono stati infatti inseriti nel portale della mobilità nazionale. Per questo rsu e sindacati hanno convocato per domani mattina un’assemblea generale di tutti i dipendenti.
Il corpo stesso paventava simili epiloghi da settimane. Ora l’atto viene fortemente criticato da sindacati e rappresentanza unitaria i quali esprimono “sconcerto, forte preoccupazione e netta contrarietà”. L’attacco è poi diretto verso l’amministrazione provinciale che, scrivono ancora, “ha operato in assenza di una dotazione organica che disegni il futuro assetto organizzativo con le relative funzioni ed in violazione in primis del dettato normativo di cui all’art. 5 della L. 125/2015, nonché del relativo accordo sottoscritto in Conferenza Unificata lo scorso 5 novembre. Tale scelta allo stato è sicuramente inopportuna, illegittima e lesiva dei diritti dei lavoratori interessati. Non esiste infatti, al momento – aggiungono – nella nostra realtà territoriale, nessun percorso certificato e credibile che attesti la presa in carico di detto personale da parte del sistema delle Autonomie Locali (Comuni) e da parte della Regione rispetto a quanto specificamente previsto dalla Legge per i Corpi di Polizia Provinciale”.
Proseguono rsu e sindacati: “L’iscrizione nel Portale è una certificazione di soprannumerarietà irresponsabile ed iniqua nei confronti dei dipendenti interessati che mette a rischio la condizione personale, professionale e lavorativa dei lavoratori stessi, nonché la tenuta degli importanti servizi resi sul territorio che debbono e possono essere ricompresi all’interno dell’ente di area vasta. L’amministrazione ancora una volta dimostra di non praticare scelte autonome a tutela del proprio territorio, che anche con riguardo alla Polizia provinciale esprime una connotazione ed una peculiarità ben diverse dalla realtà perugina. Con questa scelta l’amministrazione smentisce peraltro l’impegno da sempre assunto e ribadito con in sindacati e la rsu di non iscrivere alcun lavoratore nel Portale della mobilità”.
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