La crisi è ormai acclarata, come anche la rottura fra la multinazionale proprietaria (ormai quasi ex) dell’Elettrocarbonium, il Comune di Narni e la SGL. L’Elettrocarbonium restituirà entro il 15 aprile il sito di Narni alla SGL, che – attraverso i propri liquidatori – ribadisce la disponibilità a valutare altre proposte di imprenditori nel settore della grafite.
A darne notizia è il sindaco di Narni Francesco De Rebotti, con una nota che di fatto sancisce la rottura con Michele Monachino, tuttora ad del gruppo proprietario. Il quale ha avviato la procedura per i 51 licenziamenti, scontrandosi però con le richieste dei sindacati e dei lavoratori, che chiedono il pagamento delle spettanze (due mesi, oltre ai quattro di buonuscita) per sbloccare le portinerie e far uscire il materiale stoccato nei magazzini.
“Il problema, dal punto di vista dell’ amministrazione comunale – sottolinea De Rebotti – che assume in questa fase importanza e urgenza, resta quello della prospettiva del sito produttivo e della relativa occupazione diretta e indiretta. Ribadiamo, come già detto nell’ultima riunione con i sindacati di venerdì 1° aprile, che devono essere messe in campo tutte le iniziative tese a salvaguardare la produzione degli elettrodi di grafite, sollecitando la Regione e il Ministero dello sviluppo Economico, a prendere formali e concrete azioni al fine di attrarre nuovi investitori. Occorre immediatamente dare corpo ad un’ iniziativa che consenta ad eventuali investitori di avvicinarsi e valutare le opportunità possibili, a partire dai contenuti del verbale del Mise del 6 giugno 2014 nel quale erano compresi tutti gli impegni delle varie istituzioni, aggiungendo ulteriori strumenti che possono essere individuati, al fine di rendere più efficace la ripresa produttiva e dell’occupazione”.
Relativamente alla vicenda amianto, risollevata nei giorni scorsi dal capogruppo in Regione del Movimento 5 Stelle Andrea Liberati, Mercoledì 11 marzo alla sede di Terni della Regione si terrà il primo incontro partecipato dalle istituzioni per valutare lo stato dell’arte relativo alla caratterizzazione dei terreni dove sorgono le aziende chiamate in causa, fra cui anche l’Elettrocarbonium.
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