Arresti per truffe su rifiuti, No Inc: ”Terni c’è dentro. Asm non sia socia di Cosp”

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no-inceneritori-corso-tacitoLa nuova inchiesta sui rifiuti che tocca indirettamente Terni con gli arresti di Franco Zadotti – presidente della Ternana – e Maurizio Tonnetti – dirigente Cosp Tecno Service – porta il Comitato No Inceneritori a due conclusioni: l’inopportunità per Asm e Comune di avere un socio come la cooperativa recentemente finita in diverse indagini e la necessità di passare al recupero, riciclo e riuso dei rifiuti. Infine No Inc annuncia le novità che riguardano Terni in tema di incenerimento: il rinnovo delle autorizzazioni dell’impianto di Acea e l’imminente bando per l’aggiudicazione del residuo secco di Roma da bruciare come previsto dallo Sblocca Italia.

Il comunicato del Comitato No Inceneritori Terni:

“Abbiamo appreso degli arresti eccellenti che, partendo da Viterbo, hanno letteralmente investito anche Terni e l’Umbria. Gli arrestati infatti chiamano in causa due importantissime società umbre, la ternana Cosp Tecnoservice e la Gesenu di Perugia, appunto socie consorziate nella Viterbo Ambiente scarl, a sua volta socia della Ecologia Viterbo, quella che gestisce l’impianto finito sotto sequestro. Nonché il presidente della Ternana, da sempre conosciuto per la sua collaborazione con il “Re della monnezza” Cerroni. Resta sconcertante come Terni continui ad essere coinvolta in vicende che hanno come epicentro Roma o personaggi, come Cerroni, che nel settore dei rifiuti della Capitale hanno agito per decenni sguazzando nell’illegalità e nella corruzione.

Le riflessioni sono due e molto semplici. La prima riguarda l’opportunità per ASM Terni e Comune di Terni, da un punto di vista etico, politico e anche economico, di continuare ad avere come socio Cosp Tecnoservice. Quello di Viterbo infatti non è il primo caso, anche a Messina infatti con il consorzio “Nebrodi Ambiente” la società in questione è finita sotto processo, con un ex assessore ternano, Sergio Filippi, al centro dell’inchiesta. Come fu anche per le indagini di Mafia Capitale e la decennale associazione tra Cosp Tecnoservice e la Coop 29 Giugno di Buzzi (con cui si aggiudicarono diversi appalti nel settore dei rifiuti, anche se Cosp non è indagata) ponemmo una questione di opportunità, chiedendo al Comune di Terni di esprimersi, non trincerandosi dietro il muro “di carta” del non coinvolgimento diretto della cooperativa nelle indagini. Il silenzio di tomba non ha certo tradito l’imbarazzo nel vedere andare a braccetto col numero due di Mafia Capitale una delle imprese cooperative “di area”, scelta peraltro senza gara come socia privata di ASM per l’appalto multimilionario della raccolta e gestione dei rifiuti dell’intera Provincia. Riteniamo che la sola gestione pubblica sia garanzia di una reale e virtuosa gestione e valorizzazione dei rifiuti, di controllo anche da parte dei cittadini dell’operato dell’azienda pubblica, senza privatizzazioni o allucinazioni “manageriali” per stare nel mercato, affianacandosi a soggetti privati. Ad oggi le migliori gestioni dei rifiuti e le più avanzate infatti sono in capo a società pubbliche al 100 per cento: Contarina, Ponte alle Alpi, due esempi formidabili.

La seconda riflessione invece è una costatazione sulla “normalità” di certe inchieste per un modello di gestione dei rifiuti che si regge su discariche e inceneritori. Perché? Perché fin quando i rifiuti verranno fatti “sparire”, interrati in discariche o bruciati in un inceneritore, e i profitti si genereranno da questo, i rifiuti non avranno alcun valore in quanto tali, ma saranno roba da far sparire insieme a chissà cos’altro. Solo con il recupero, riciclo e riuso i rifiuti avranno un valore in quanto materie da riusare, da recuperare nel miglior modo per averne la migliore filiera ottenibile. Pensate che nel momento in cui i soldi gireranno attorno a questo circuito virtuoso ci sarà qualcuno interessato a farli sparire?

Per Terni intanto si apre la partita dello Sblocca Italia e delle autorizzazioni all’inceneritore ARIA srl di ACEA. Da una parte un rinnovo in automatico dell’Autorizzazione Integrata Ambientale annunciata da ACEA nell’ultimo bilancio presentato, dall’altra l’incombere del bando di AMA (la municipalizzata romana dei rifiuti) per l’aggiudicazione del residuo secco da bruciare come previsto appunto dall’art.35 del decreto Sblocca Italia. Nuove iniziative per l’estate saranno presentate nei prossimi giorni”.

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