Ast, da tavolo Mise passi avanti insufficienti, lavoratori proseguono lo sciopero
Tra i passi avanti citati dai sindacalisti, c’è la garanzia di una produzione annuale di almeno un milione di tonnellate di acciaio. Vengono reputati positivi anche gli investimenti dell’azienda sull’area a freddo e quelli delle istituzioni per il completamento delle infrastrutture. Bene anche la clausola di salvaguardia dei lavoratori delle ditte esterne: le aziende subentranti dovranno riassumere i lavoratori delle azienda uscenti. Restano invece problemi sul contratto integrativo (l’azienda è disposta a mettere sul piatto 8 milioni di euro mentre i sindacati ne chiedono 11). Non c’è accordo nemmeno sugli esuberi: i sindacati sono disposti ad accettare untotale di 290 esodi volontari (l’incentivo di 80 mila euro potrebbe essere aumentato) ma non i licenziamenti (che l’azienda vorrebbe invece far scattare nel caso in cui non ci fossero 290 volontari pronti a lasciare il posto in cambio dell’incentivo; attualmente mancano 125 volontari).
Al termine dell’esposizione dei sindacati (che si sono espressi in favore della prosecuzione dello sciopero), la parola è passata ai lavoratori: la maggior parte spinge per proseguire la mobilitazione e lo sciopero, con la convinzione che la lotta possa ancora pagare. “Non ci muoviamo di un passo, si va avanti ad oltranza” hanno detto alcuni di loro. Non è mancata qualche voce contrastante, ma da un gruppo di lavoratori sono partiti fischi nei confronti di un dipendente che aveva proposto di rimodulare la protesta. Sarà quindi sciopero e presidi fino a mercoledì 26 novembre, giorno della nuova convocazione al Mise.