Un piano industriale centrato su alcuni obiettivi strategici, in particolare sui volumi produttivi di produzione a caldo e a freddo, che garantisca il portafoglio ordini e che preveda investimenti sull’impiantistica dell’area a freddo, in grado di portare la capacità installata dalle attuali 520 tonnellate a 700: sono i primi punti della proposta sindacale presentata al management dell’Ast di Terni nella trattativa al Mise conclusa nella notte, alle 4, e riaggiornata a martedì prossimo.
Il piano – sottolineano in una nota unitaria le segreterie provinciali ternane di Fim, Fiom, Uilm Fismic e Ugl – è stato condiviso “da Governo e istituzioni locali”, ma la proroga della discussione decisa dal ministro Federica Guidi è stata necessaria a causa “della rigidità aziendale che ad oggi non ha preso in considerazione le proposte sindacali”.
Tra gli altri punti contenuti nella proposte delle sigle dei metalmeccanici ci sono risorse per la ricerca e per la sostenibilità ambientale e risparmio su energia e acquisto materie prime, in particolare rottame. Quanto alla richiesta di ridurre il costo del lavoro, i sindacati si sono resi “disponibili ad aprire una discussione affinché non riguardi solo il taglio del salario e perdita occupazionale”, mentre sul tema della contrattazione di secondo livello, riconfermando l’indisponibilità a cancellare maggiorazioni a turno, presenza domenicale e premio di produzione, hanno proposto di “riformulare un nuovo premio variabile che ricomprenda l’insieme delle altre voci”. Infine, sugli esuberi i sindacati hanno ribadito che “l’impatto non può prescindere dal piano industriale”. Le sigle definiscono la loro posizione “immodificabile”, come comunicato al Governo.
E’ evidente la distanza tra la proposta dei sindacati e quella di Thyssenkrupp resa pubblica dalla stessa multinazionale lo scorso primo ottobre in cui si prevede la mobilità per 290 lavoratori e il sostanziale azzeramento della contrattazione aziendale (con i conseguenti tagli alle retribuzioni). Proposta che la multinazionale tedesca ha solo minimamente accettato di modificare nel corso della trattativa ma mantenendo però ferma la quota di 12 milioni di euro di tagli al costo del lavoro (che ricadrebbero sempre sui dipendenti, se non – solo – tramite licenziamenti, tramite tagli del salario).
MARINI La presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini, ha commentato così la lunga trattativa: “Veniamo da una notte complessa e difficile. Sono fiduciosa anche se la situazione è difficile. L’azienda non ha mostrato disponibilità ad aperture. I lavoratori e i sindacati avevano invece fatto passi avanti importanti. Spero che da dove ci siamo lasciati la notte scorsa si possa riprendere il confronto che si chiuda con un accordo. Accordo che salvaguardi il futuro industriale di Terni e con quello l’occupazione dell’Umbria”.
Marini ritiene che “ci siano le condizioni per una via d’uscita. La proposta avanzata dal governo e dalle istituzioni regionali di fare chiarezza su investimenti e prospettive, anche con una riorganizzazione della fabbrica ma basata su investimenti e competitività e quindi sul futuro industriale, è il presupposto anche per difendere il lavoro, presente e futuro. Su questo punto vogliamo che l’azienda si sieda al confronto di merito non solo con l’amministratore delegato ma anche con la proprietà, vogliamo che al Tavolo sieda prima o poi chi è azionista di Thyssenkrupp a Terni”.