Ast, Fratoianni (Sel) interroga il Governo: “Accordo disatteso, chieda chiarimenti sul futuro”

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FratoianniLa vicenda Ast Thyssenkrupp arriva in Parlamento. Il deputato di Sinistra e Libertà Nicola Fratoianni, ha infatti presentato una interrogazione al Ministro dello Sviluppo Economico sul futuro dello stabilimento. Di fatto, quindi, chiama in causa lo stesso Presidente del Consiglio Matteo Renzi, attuale reggente del Mise dopo le dimissioni di Federica Guidi ed in attesa che venga nominato un nuovo titolare (forse il manager Chicco Testa)

Fratoianni parte dal testo dell’accordo stipulato fra Ast e parti sociali nel dicembre 2014 che aveva fra i suoi punti fermi il mantenimento dei due forni e del milione di tonnellate di produzione: “A meno di due anni da quest’accordo- dice Fratoianni- pagato duramente dai lavoratori sia diretti che delle ditte terze, e dall’intero territorio, a causa della diminuzione dei livelli occupazionali, non solo non si sono raggiunti questi obbiettivi, ad iniziare da quello relativo alla lavorazione a caldo, ma sono molti i segnali che fanno pensare ad uncambio di rotta della proprietà ThyssenKrupp, tale sia da mettere in dubbio il rispetto di quell’accordo, sia da rendere molto incerto il futuro del sito ternano; durante l’incontro al Ministero dello sviluppo economico del 22 marzo 2016 il rappresentante delle relazioni esterne dell’azienda, Peter Sauer dichiarava che la ristrutturazione dell’azienda «non è terminata»; nel contempo, il quotidiano tedesco Rheinische Post ha pubblicato delle indiscrezioni su una possibile joint venture tra Thyssen Krupp e Tata Steel; Massimiliano Burelli, il nuovo amministratore delegato della Thyssen Krupp Ast, appena insediatosi ha avuto modo di dichiarare al Sole 24 Ore che «il milione di tonnellate (di produzione di acciaio fuso) non è un dogma. Il secondo forno è attivo e rimarrà acceso fino a quando ci saranno le condizioni economiche che lo permetteranno». A ciò si aggiungono le nuove fermate degli impianti  (…). Da qui la richiesta per l’apertura della cassa integrazione ordinaria per i lavoratori interessati; l’azienda, prima dell’arrivo nel nuovo amministratore delegato, ha messo in campo una serie di razionalizzazioni e un abbattimento dei costi che ha portato nell’indotto un calo circa del 20 per cento degli occupati e una dequalificazione per chi è rimasto con contratti e inquadramenti che hanno abbassato sia le retribuzioni che i diritti. La regione Umbria, nell’accordo del 3 dicembre 2014, si era impegnata a stanziare fondi per la salvaguardia dei livelli occupazionali e delle professionalità dei lavoratori dell’indotto, ma nulla è stato fatto in questo senso; è vero che il bilancio 2015 si è chiuso con un positivo –8 milioni di euro rispetto al pesante passivo del 2014 quando il bilancio si era chiuso con –127,6 milioni di euro,ma c’è il sospetto che questa possa rivelarsi più un’operazione contabile, prodromica a future operazioni di riposizionamento dell’impianto, anche perché tale risultato appare il frutto soprattutto di numerosi tagli, anche agli approvvigionamenti, con conseguenti perdite di quote di mercato, soprattutto per le lavorazioni a caldo; il piano che si sta mettendo in essere sembra prevedere l’incremento della produzionedi laminati a freddo da 400 a 500 mila tonnellate e la contemporanea diminuzione, da600 mila a 360 mila tonnellate, di laminati a caldo”.

Fratoianni fa poi riferimento alle questioni puramente economiche, che hanno cambiato il mercato, con la diminuzione de fabbisogno di acciaio e  l’arrivo della Cina come possibile concorrente se vedrà trasformata la propria in economia di mercato e quindi chiede al Governo “non intenda richiedere chiarimenti alla Thyssen Krupp su quali siano le reali intenzioni della proprietà, ovvero se manterrà un proprio ruolo nel settore della produzione di acciai speciali o, al contrario, se si appresta a dismettere l’intero settore e se il Governo  consideri le Acciaierie di Terni un impianto strategico per l’intero Paese; quali siano le scelte politiche nazionali per la siderurgia, e, in tale ambito, quali iniziative si intendano assumere per mantenere e difendere un sito di produzioni avanzate come quello ternano”

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