Ast pagherà gli stipendi di ottobre (che dovevano essere erogati 5 giorni fa) quando i lavoratori termineranno gli scioperi. L’azienda lo spiega in una nota in cui è scritto: “Al ristabilimento della necessaria operatività aziendale, l’erogazione delle retribuzioni di ottobre verrà immediatamente effettuata con priorità assoluta e auspichiamo che tale operatività possa essere ripresa con la massima urgenza”.
“Acciai Speciali Terni – è detto ancora nella nota – precisa di avere già anticipato nel comunicato aziendale del 24 ottobre scorso che le difficoltà nello svolgimento delle normali prestazioni lavorative avrebbero potuto comportare un ritardo nella normale erogazione degli stipendi del mese. Acciai Speciali Terni rileva come, allo stato attuale, persistano le medesime difficoltà a causa del protrarsi delle astensioni dal lavoro dei dipendenti dell’azienda e quindi al momento non sia stato possibile dare corso al pagamento delle retribuzioni”.
Una nota che arriva dopo la sofferta decisione presa ieri di proseguire con gli scioperi almeno fino a giovedì prossimo, giorno in cui è in programma un altro incontro al Mise tra azienda, Governo e sindacati. In attesa di questi nuovo appuntamento, ieri sera i lavoratori hanno dato vita all’ennesima manifestazione spontanea: ieri sera hanno bloccato per un paio di ore sia il raccordo Terni-Orte che la E45 senza tensioni pur causando ovvi disagi alla circolazione.
“Siamo di fronte ad un’ennesima provocazione, ma noi non ci muoviamo, lo sciopero andrà avanti”: è il primo commento da parte dei sindacati. A pronunciarlo è Claudio Bartolini, della segreteria della Fim Cisl di Terni secondo cui “il blocco della superstrada di ieri sera è stato organizzato proprio in risposta al mancato pagamento degli stipendi e altre iniziative verranno fatte con lo stesso motivo”. “Questo pomeriggio – ha annunciato – si riuniranno le segreterie provinciali di categoria, poi successivamente si dovrebbero tenere le assemblee con i lavoratori e vedremo insieme a loro come continuare la lotta. È tutto in divenire, ma lo sciopero continua almeno fino a giovedì”.
FONDO DI SOLIDARIETA’ Intanto Sel Umbria propone la costituzione di un fondo straordinario e temporaneo di solidarietà per anticipare gli stipendi ai lavoratori dell’Ast. Lo fa con una lettera aperta al presidente della Fondazione Carit ed ai presidenti delle altre Fondazioni bancarie umbre: “I lavoratori dell’Ast di Terni – è detto, fra l’altro, nella lettera, a firma firma del coordinatore regionale, Fausto Gentili – impegnati in durissima vertenza a difesa del più importante impianto industriale dell’Umbria, sono oggetto, in questi giorni, di una ingiustificata ritorsione da parte della multinazionale tedesca”, che “sta omettendo di pagare gli stipendi regolarmente guadagnati. Si tratta, come è evidente di una odiosa manovra ritorsiva, volta a dividere lavoratori già colpiti dalla minaccia dei licenziamenti e dai costi materiali di uno sciopero che ormai si prolunga da diversi giorni”.
“La Carit e le altre Fondazioni umbre – propone Sel – potrebbero, in brevissimo tempo, costituire un fondo straordinario e temporaneo di solidarietà, con l’unico scopo di anticipare ai lavoratori i compensi regolarmente guadagnati e ‘indebitamente’ trattenuti dalla ThyssenKrupp. Il fondo, naturalmente, sarebbe automaticamente reintegrato, e le Fondazioni interamente rimborsate, non appena la multinazionale tedesca si deciderà a pagare quanto dovuto”.
SINDACO “Rivalutare le modalità di lotta”, per cercare di “compiere fino in fondo il primo passo utile per svelenire il clima”: è quanto afferma il sindaco di Terni, Leopoldo Di Girolamo che aggiunge: “Se ci sono degli spiragli per non continuare il muro contro muro con l’azienda si percorrano per far sì che gli stipendi si paghino. Noi siamo logicamente dalla parte della fabbrica, affinché venga garantita la produzione”, ma “continueremo la lotta”. In conclusione ha affermato Di Girolamo: “Mi auguro che si trovi il modo per consentire il pagamento degli stipendi”, consigliando quindi implicitamente di interrompere gli scioperi.