Ast in vendita, operai: ”Non si tocca un bullone”. Terni chiamata a reagire, sciopero e corteo domani

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Ieri è arrivata l’ufficialità: Outokumpu vuole smembrare e vendere le acciaierie di Terni (qui l’articolo). La risposta che poco dopo è emersa dall’assemblea dei lavoratori è stata nettissima: “Qui non si tocca neanche un bullone”. Ma di fronte a alla concreta minaccia, che mette in pericolo centinaia di posti di lavoro, i sindacati di categoria hanno proclamato lo sciopero generale e l’intera città è chiamata a reagire partecipando al corteo che partirà domani alle 9,30 da viale Brin e arriverà sotto la Prefettura. Per la manifestazione di domani mattina c’è un coro di adesioni da parte di politici, rappresentanti istituzionali, sindacati, associazioni di categoria. Come nel 2005, in occasione della protesta contro la chiusura del reparto Magnetico, i negozianti potrebbero abbassare le saracinesche. Anche la società della Ternana ha comunicato il proprio sostegno in difesa dell’Ast.

Il segretario generale della Cgil Umbria, Mario Bravi, e quello di Terni, Attilio Romanelli, fanno sapere che i sindacati da loro rappresentati domani “saranno in piazza con i lavoratori dell’Ast per difendere un pezzo fondamentale dell’apparato produttivo regionale e del futuro dell’Umbria” perché “la difesa del sito integrato della acciaierie di Terni è una priorità assoluta per l’Umbria e per l’Italia”. Bravi e Romanelli ribadiscono anche “la necessità di un intervento immediato e incisivo del governo nazionale, a difesa del sito Ast e della sua unitarietà, contro ogni tentativo di smembramento e disarticolazione”.

Anche Confcommercio della provincia di Terni parteciperà allo sciopero generale di domani. “Tutto il mondo del commercio e del terziario – afferma in una nota l’associazione dei commercianti – si stringe attorno alle famiglie dei lavoratori delle acciaierie e dell’indotto, che stanno vivendo momenti di incertezza e di preoccupazione per il futuro. Il paventato smembramento delle acciaierie, insieme alla perdita della provincia – prosegue la nota di Confcommercio – costituirebbe un doppio colpo insostenibile per l’economia del nostro territorio, per evitare il quale la società civile deve reagire con forza. Confcommercio della provincia di Terni invita tutti gli associati a testimoniare l’adesione allo sciopero in ogni forma di adesione, inclusa la partecipazione fisica alla dimostrazione e l’abbassamento delle serrande degli esercizi al passaggio del corteo”.

La Ternana Calcio, fa sapere la società, sarà  presente nel pomeriggio: “Tecnici, dirigenti e calciatori parteciperanno assieme ai ragazzi della Curva Est ed i Primidellastrada ad una manifestazione di sensibilizzazione proprio di fronte ai cancelli dell’AST in Viale Brin, a partire dalle 18.45. Sarà un’occasione – continua la nota della Ternana – per dimostrare che anche il mondo del calcio, in occasioni come questa, può essere veicolo di iniziative giuste. Come quelle intraprese da parte di chi difende il diritto al lavoro”.

Anche Perugia si schiera al fianco dei lavoratori ternani. Per il sindaco di Perugia, Wladimiro Boccali, la minaccia che incombe sulle acciaierie di Terni riguarda l’intera regione e tutte le città sono chiamate a sostenere la difesa degli stabilimenti di viale Brin: “Se la più grande fabbrica dell’Umbria, le acciaierie ternane, corre seri pericoli, la questione non riguarda soltanto Terni ma tutte le città della regione. Per molti motivi, a partire dal fatto che queste scelte di politica industriale possono incidere in modo grave su sviluppo ed occupazione per un territorio esteso ed importante come quello ternano. In un momento come questo, è l’ultima cosa che possiamo sopportare. Le acciaierie – prosegue il sindaco di Perugia – sono un simbolo dell’Umbria, della sua storia, del lavoro di generazioni, del saper produrre, di una secolare eccellenza industriale. Insomma la sorte delle acciaierie ci riguarda tutti, e tutti dobbiamo sentirci impegnati nello scongiurare una scellerata politica di smembramento che pregiudica l’unità della fabbrica e ne rende incerto e problematico il futuro. Le città dell’Umbria – conclude Boccali – in questa situazione devono stringere più forti che mai i legami con Terni e far sentire alla comunità ternana, ed in primo luogo ai lavoratori, la vicinanza e la solidarietà di tutta le regione. Perugia lo fa con convinzione”.

Per il consigliere regionale Idv Paolo Brutti “quando gli operai della ‘Terni’ gridano ‘qui non si tocca neanche un bullone’ dicono una cosa sacrosanta: la classe politica umbra deve essere solidale con loro e presidiare fisicamente gli stabilimenti per impedire che ci sfilino da sotto il naso un’esperienza centenaria nel campo dell’acciaio”. Il consigliere Idv commenta in modo profondamente critico l’operato, anzi il “non-operato” del Governo e paventa uno scenario molto preoccupante: “Monti e il ministro Passera anziché limitarsi a dare rassicurazioni, comincino a chiederle. Spieghino all’Europa che le norme antitrust che invitano Outokumpu a cedere una parte dei propri impianti non liberalizzano affatto il mercato dell’acciaio: i tre colossi che oggi si spartiscono la produzione resteranno tali perché nessun quarto attore vorrà competere con loro rilevando una ‘Terni’ defraudata dei reparti più importanti. Quella europea – aggiunge Butti – è una strategia autolesionista che non porta alcun vantaggio e che, anzi, obbligherà i Paesi membri a importare non più il 20, ma il 30 per cento di acciaio da altri continenti. Si scordino che i cinesi o gli indiani vengano qui a produrre acciaio perché continueranno a farlo a casa loro limitandosi a esportare i propri prodotti. E noi – conclude il consigliere regionale – dovremmo assistere a questa follia, vedendoci per giunta sottrarre dai finlandesi la produzione a freddo, il fiore all’occhiello che ha reso Terni famosa nel mondo? Ecco perché gli operai hanno ragione e dimostrano maggiore saggezza dei loro governanti”.

Per Michele Rossi, responsabile provinciale Coesione e Sviluppo di Udc Terni, “il piano di vendita proposto è a dir poco sconcertante, un vero e proprio smembramento con l’intento di smontare e portarsi via i pezzi migliori, con un rimanente spezzatino da rivendere; per questo è necessario in tempi rapidissimi un incontro con il Governo, programmare una significativa mobilitazione e cosa importante portare all’attenzione nazionale la protesta con gesti e prese di posizione anche clamorosi, se necessari, da parte dei rappresentanti delle istituzioni locali; dimostrando finalmente di essere all’altezza del loro ruolo”. Rossi aggiunge che “l’Udc di Terni non solo intende dare il proprio utile contributo, il proprio sostegno a tutte quelle iniziative che i lavoratori, le rappresentanze sindacali e le istituzioni locali intenderanno intraprendere, a cominciare dallo sciopero e la manifestazione di domani, ma si dichiara, con i suoi dirigenti e militanti, impegnata in mobilitazione permanente fino a una soluzione positiva della vicenda”.

Il segretario regionale del Pd dell’Umbria, Lamberto Bottini fa sapere il Partito Democratico sostiene “con decisione le iniziative intraprese in queste ore dalle istituzioni regionali per salvaguardare l’integrità del sito ternano e chiediamo al Governo nazionale di non rimandare oltre una doverosa assunzione di responsabilità nei confronti della società Outokumpu e della Commissione europea affinché si difenda Terni dal rischio disinvestimenti. Domani – annuncia il segretario regionale del Pd – saremo al fianco dei lavoratori, dei cittadini, dei sindacati e delle istituzioni che parteciperanno allo sciopero indetto dalle organizzazioni sindacali per scongiurare il rischio di smembramento dello stabilimento e il trasferimento dell’impianto più avanzato. Il Pd Umbria contribuirà a supportare un’azione incisiva delle istituzioni locali e nazionali volta a preservare il futuro industriale, strategico per l’Umbria e per il Paese, delle acciaierie di Terni”.

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  • Deraglio

    Qualcuno si ricorda di quando chiusero Il reparto del lamierino magnetico?? Le istituzioni parteciparono ma poi Thyssen fece quello che gli pareva. Cominciate a cercare altri acquirenti..

  • Windspirit72

    Il Problema è un’altro il paese Italia non conta nulla in europa e questo si evince da tantissimi avvenimenti, La Merkel ha detto di non chiudere le aziende tedesche e cosi’ è stato, ma per fare questo bisogna chiudere quelle italiane.

  • Eros Salvati

    Concordo con entrambe vostre opinioni,senza alcun dubbio giuste.Vorrei spingermi un pò oltre però,guardando anche indietro ha tutto ciò,mi spiego.Purtroppo in ambito Europeo per intenderci Parlamento,non godiamo di nessuna considerazione,il Nostro peso all’interno del suddetto Parlamento è pari allo “0”,tutto questo è il frutto di politici Nazionali,i quali con i loro governi “allegri”,ci hanno messo in ridicolo di fronte alla Comunità Europea,non solo per scelte amministrative e gestionali di livello industriale,a dir poco discutibili,ma per tutto ciò che essi hanno prodotto di negativo con,fallimenti di aziende nazionali,vedi Alitalia,la quale è stata venduta ops scusate REGALATA hai francesi,ma abbiamo dato solo la parte diciamo buona,poichè una volta divisa in due,la parte con i debiti è rimasta sulle spalle di Noi cittadini,tutti noi per chi non lo sapesse,stiamo pagando in busta paga anche i debiti della parte fallita di Alitalia.Buchi di milioni di euro nei bilanci delle Ferrovie dello Stato,politici senza vergogna che rubano,i fatti di questi giorni parlano chiaro,stipendi faraonici per gente che ci ha portato al collasso,spese assurde di bilancio,gli Stati Uniti d’America possiedono circa 40.000 “auto blu” ,l’Italia negli ultimi 5 anni è passata da,già l’assurdo numero di 365.000 al ben più considerevole 640.000,per non parlare poi dei vari scandali di presidenti del consiglio che organizzano festini a luci rosse con minorenni,bel biglietto da visita per l’Europa,e qui mi fermo,non vado oltre.I Nostri diretti antagonisti germanici,si stanno muovendo da tempo,addirittura cercando di cambiare le leggi Europee che ritengono dannose per la loro economia,strutturando piani d’investimento importanti,rilanciando un’intera economia,detassando anche,in più ci considerano INAFFIDABILI.Dico questo poichè ho avuto la possibilità di leggere personalmente documenti provenienti dalla germania Ministro dello sviluppo economico.Spero solo che questo serva per aprire ancora di più gli occhi,l’attuale situazione è veramente drammatica,ad oggi vedere la luce in fondo al tunnel è impossibile,ma non possiamo e dobbiamo mollare.