Oggi pomeriggio a palazzo Chigi era in programma l’incontro tra le istituzioni locali e i rappresentanti del Governo per fare il punto sulla vertenza Ast. Il vertice è iniziato intorno alle 17,30: sarebbero presenti il sindaco di Terni, Leopoldo Di Girolamo, la presidente dell’Umbria, Catiuscia Marini, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Graziano Delrio, il ministro dello Sviluppo economico, Federica Guidi e il sottosegretario Claudio De Vincenti. Si attende di conoscere l’esito di questo incontro.
Aggiornamento ore 19,45: L’incontro dovrebbe essere terminato da pochi minuti, a breve gli esiti.
Aggiornamento ore 19,55: In una nota il Governo dà conto dell’incontro e scrive: “Il Governo stigmatizza con fermezza una gestione unilaterale da parte dell’Azienda Ast ThyssenKrupp della vertenza delle acciaierie di Terni e invita le parti al dialogo che deve svolgersi in un clima di rispetto reciproco. Inoltre, il Governo ribadisce la validità del lavoro finora svolto dalle istituzioni per la modifica del Piano industriale di Ast ThyssenKrupp. In particolare debbono restare punti fermi:
1) il mantenimento del 2° forno;
2) il mantenimento dei livelli di produzione degli ultimi 3 anni;
3) il trasferimento della linea produttiva di Torino;
4) gli investimenti in innovazione di processo e di prodotto per 110 milioni di euro in 3 anni;
5) lo sviluppo della rete commerciale di Ast ThyssenKrupp”.
Infine, termina la nota: “Il Governo intende svolgere ulteriori approfondimenti con le parti che, nei prossimi giorni, saranno incontrate al fine di acquisire gli elementi utili ad una auspicabile e positiva soluzione della vertenza”.
Sembra purtroppo evidente che Marini e Di Girolamo tornino a Terni con un magro, magrissimo bottino. Stando a questa nota ufficiale, si può parlare di un macroscopico buco nell’acqua. Si attende di sapere dal sindaco di Terni e dalla presidente dell’Umbria se ci sia dell’altro o se il Governo si sia davvero limitato a ribadire ciò che ha sostenuto vanamente negli ultimi mesi e senza spiegare, nemmeno questa volta, quali strumenti e quali provvedimenti concreti abbia intenzione di attuare ora.
Aggiornamento ore 20,30: La presidente della Regione, Marini, e il sindaco di Terni, Di Girolamo, hanno diffuso una nota congiunta al termine dell’incontro a palazzo Chigi in cui scrivono: “Abbiamo voluto ribadire con forza il nostro no a ogni iniziativa unilaterale assunta dall’azienda e al tempo stesso che è irrinunciabile ripartire da subito nel confronto sul piano industriale. Al Governo abbiamo anche chiesto di assumere iniziative decise nei confronti dell’azienda, ritenendo inaccettabili sia le scelte unilaterali dirette al personale dell’Ast, sia alle imprese dell’indotto, come nel caso della Ilserv. C’è, infatti, una responsabilità sociale che deve essere condivisa da tutti i soggetti, a cominciare dall’azienda”.
“Riteniamo fondamentale – dicono ancora Marini e Di Girolamo – una azione condivisa con il Governo, volta a riavviare ogni approfondimento nel merito del piano industriale con tutte le parti, perché la nostra volontà è quella di arrivare comunque ad una soluzione positiva della vertenza e siamo disponibili a fare la nostra parte, se richiesto, anche sul versante economico”.
I due comunicati, quello del Governo e quello di Marini e Di Girolamo, dimostrano purtroppo che si è verificato quello che molti temevano: un nulla di fatto. Non c’è nessun passo avanti, nessuna azione concreta pronta ad essere messa in campo, non si discute dell’applicazione di provvedimenti. Le istituzioni sono ferme alle dichiarazioni di intenti e sembrano orientate a sedersi nuovamente al tavolo con Thyssenkrupp sperando che la multinazionale cambi improvvisamente, autonomamente, idea sull’Ast. Perché, è evidente, non saranno le “stigmatizzazioni” delle istituzioni a portare ad una radicale modifica del piano industriale.
Aggiornamento ore 20,45: Il Governo riferirà il prossimo 29 ottobre nell’aula della Camera sulla vicenda dell’Ast: lo ha deciso la conferenza dei capigruppo di Montecitorio. Non si sa ancora quale sarà il rappresentante del Governo a riferire all’Assemblea.
Aggiornamento ore 21,25: Il segretario nazionale della Uilm, Mario Ghini, commenta l’esito dell’incontro di palazzo Chigi: “Il Governo conosce bene le posizioni del sindacato e noi non abbiamo bisogno di ribadirle, ma dall’incontro terminato in serata a palazzo Chigi si evince che non è ancora chiara al Governo e alle Istituzioni quale siano linea e posizione da prendere sulla vertenza Ast”.
Secondo il sindacalista “alle due parti citate deve esser ancora meno comprensibile la posizione da tenere rispetto alla volontà della multinazionale tedesca Thyssenkrupp di ridimensionare il sito ternano in merito ai volumi produttivi, occupazione e salari. È finita l’ora degli approfondimenti!Adesso il Paese deve prendere una posizione netta nei confronti della multinazionale teutonica dell’acciaio chiedendo un nuovo piano industriale. In alternativa rimane la cessione di Ast anche al nostro stesso Paese che potrebbe e dovrebbe farsene carico anche attraverso l’uso delle risorse disponibili nel Fondo Strategico Nazionale”.
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Nel pomeriggio, in concomitanza con l’incontro tra le istituzioni locali ed i rappresentanti del Governo, alcune decine di militanti di CasaPound Italia hanno effettuato una dimostrazione sotto palazzo Chigi srotolando uno striscione con su scritto “Nazionalizzare le acciaierie per salvare Terni”. Il vice presidente di CasaPound Italia, Simone Di Stefano, spiega in una nota: “Un gesto per dimostrare la nostra vicinanza agli operai licenziati e per ribadire che l’unica possibilità di salvezza per le acciaierie di Terni è la nazionalizzazione. Un atto di sovranità che la nostra nazione dovrebbe compiere per mandare un messaggio chiaro a Bruxelles”.
Piergiorgio Bonomi, responsabile provinciale di Terni per Cpi, aggiunge: “Il nostro acciaio è sotto attacco e i sindacati non sono in grado di difendere il lavoro e la produzione italiana. La nostra città vive di acciaio e le logiche neoliberiste avallate dal governo Renzi la uccidono. CasaPound Italia è vicina a tutti i lavoratori, vicina agli operai ternani e insieme a una parte di loro andrà presto a Bruxelles per portare la battaglia per la difesa dell’acciaio italiano anche in sede europea”.