Ast, Landini: ”No ad accordo a tutti i costi”. Delrio: ”Parole preoccupanti”

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maurizio-landiniLa decisione presa ieri dai sindacati – scioperare fino a mercoledì e poi rientrare gradualmente al lavoro – fa ancora discutere: i lavoratori dell’Ast si interrogano sulla validità di questa scelta e alcuni considerano un errore offrire quest’apertura all’azienda senza aver ancora ricevuto sufficienti garanzie. Il leader della Fiom, Maurizio Landini, oggi sarà a Terni e sarà chiamato a sciogliere questi dubbi.

Ha detto stamattina Landini: “Oggi pomeriggio andrò a Terni a fare un’assemblea con tutti gli iscritti alla Fiom, per valutare la situazione”, ma “non si può fare un accordo a tutti i costi”. Quanto allo sciopero, il sindacalista ha affermato: “Il messaggio che credo si voglia mandare è questo: mercoledì siamo pronti ad articolare la mobilitazione e crediamo si possa sostanzialmente andare verso un accordo. Ma non si può fare un accordo a tutti i costi, deve essere un accordo che al suo interno ha da un lato una scelta precisa di politiche industriali”. Per Landini, quindi si deve realizzare un’intesa in base alla quale da un lato “la Thyssen non vende e si continua a produrre acciaio; dall’altro, no ai licenziamenti e sì a tutele che riguardino le condizioni di lavoro delle persone”.

C’è infine un altro elemento che fa discutere: la situazione dell’Ilserv. Due gli aspetti. Il primo è che i lavoratori dell’azienda esterna non hanno ancora ottenuto alcuna garanzia. I sindacati chiedono una clausola di salvaguardia (nel caso una ditta sia sostituita, la subentrante deve essere obbligata a reintegrare i dipendenti della società uscente) ma Thyssenkrupp non sembra intenzionata ad introdurla. Viene inoltre ritenuto impossibile riprendere l’attività senza che la situazione dell’Ilserv sia stata definita (attualmente non è scattata la proroga promessa da Tk e non è subentrata alcun altra azienda). L’opinione di molti è infatti che senza Ilserv (che svolge diverse mansioni tra cui la movimentazione dei rottami) o un’azienda subentrante, l’acciaieria sarà costretta a fermarsi dopo pochi giorni di attività produttiva.

Aggiornamento ore 13,40: La vicenda dell’Ast diventa ulteriore terreno di scontro tra Pd e Fiom (partito e sindacato sono in polemica da tempo, negli ultimi giorni in modo più accentuato). Le parole pronunciate stamattina da Landini vengono allora subito contestate da due esponenti del Pd. Alessia Rotta, componente della segreteria del Pd, ha detto: “Landini, che si esercita in analisi elettorali, peraltro non esattissime, farebbe bene a svolgere con equilibrio il suo ruolo di sindacalista. Invece di mettere in dubbio il raggiungimento di accordo alla Ast di Terni si impegni per creare le condizioni giuste per arrivarci. Altrimenti viene il dubbio che si voglia far politica sulla pelle dei lavoratori”.

Gli fa eco Marco Di Maio, parlamentare del Pd: “Dire che un accordo all’Ast di Terni non lo si può fare a tutti i costi, come dice Landini, può sembrare un’ovvietà, ma in una situazione delicata e vicini al raggiungimento dell’obiettivo diventa un’affermazione non utile. L’obiettivo del sindacato è quello di tutelare i lavoratori e chiudere gli accordi non quello di usare strumentalmente la sua posizione per analizzare in modo approssimativo il voto alle regionali”.

Aggiornamento ore 13,55: Per il capogruppo di Rifondazione comunista in consiglio regionale, Damiano Stufara, sono “inaccettabili le pressioni per la conclusione dello sciopero dei lavoratori” dell’Ast: da qui il suo invito al Governo e alla Regione Umbria ad assumersi “le proprie responsabilità”. Per Stufara “il fatto che le Rsu di Ast si siano sforzate di rispettare l’esito dell’assemblea dei lavoratori, decidendo di rimodulare lo sciopero solo dopo l’incontro di mercoledì e soprattutto solo alla luce di ulteriori passi in avanti nella trattativa, segnala la consapevolezza dell’importanza del prossimo confronto con la proprietà, al quale non ci si può assolutamente permettere di presentarsi in una posizione di debolezza”.

Il consigliere regionale ritiene “inaccettabile che il disagio vissuto dai lavoratori, alle prese con oltre un mese di sciopero, venga di fatto imputato dal Governo e dai massimi rappresentanti istituzionali regionali e locali alla linea assunta dai lavoratori e dalle organizzazioni sindacali e non all’insostenibilità del piano industriale di Thyssenkrupp ed all’inaudita gravità della condotta aziendale di questi mesi. Un’autentica inversione tra causa ed effetto, rispetto alla quale non solo i lavoratori e le loro rappresentanze, ma l’intera cittadinanza farebbero bene a tenere alta la guardia nei prossimi giorni”.

Aggiornamento ore 14: Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Graziano Delrio, replica alle dichiarazioni del leader della Fiom di questa mattina: “Le parole di Landini preoccupano il Governo. Pensiamo sia un momento di responsabilità per tutti”. Secondo Delrio l’accordo “potrà permettere di salvaguardare i posti di lavoro e di evitare gli oltre cinquecento licenziamenti previsti”.

Aggiunge il sottosegretario: “L’obiettivo del Governo è stato, per settimane, di garantire la difesa del sito industriale, l’apertura dei due forni e il mantenimento delle attività produttive, oltre al trasferimento della linea di Torino. Parliamo di un accordo che potrà permettere di salvaguardare i posti di lavoro e di evitare gli oltre cinquecento licenziamenti previsti. A fronte dell’accordo in campo, che si unisce anche alle scelte del Governo di abbattere l’Irap per le imprese, crediamo che la stragrande maggioranza degli operai di Terni apprezzi il lavoro svolto e capisca che è il tempo di fare ripartire l’azienda su basi nuove, insieme, come in altre vertenze dove i sindacati hanno aiutato a difendere il lavoro”. Un’affermazione che, almeno ad oggi, non trova il minimo riscontro: la stragrande maggioranza dei lavoratori è anzi molto critica nei confronti dell’Esecutivo e, spesso, non manca di sottolinearlo con cori di protesta nei confronti di Renzi.

Conclude Delrio: “Nessuno vuole interferire con le scelte del sindacato e dei lavoratori ma crediamo che, dopo aver raggiunto tutti gli obiettivi di questa trattativa, sarebbe sorprendente continuare ad assumere atteggiamenti che danneggiano il futuro di Terni, dei lavoratori e delle loro famiglie”.

Aggiornamento ore 18,55: Anche il segretario generale della Fismic, Roberto di Maulo, polemizza con Landini, affermando: “Le parole pronunciate oggi dal segretario della Fiom Landini sono irrispettose della sofferta decisione assunta domenica, in autonomia dalle rsu del sito di Terni in lotta da ormai oltre un mese”. La ripresa graduale delle attività lavorative a partire da mercoledì rappresenta un importante segnale di disponibilità e di distensione da una situazione che rischia di creare una grave crisi sociale nel Paese”.

“La decisione di ripresa graduale delle attività lavorative – sostiene di Maulo in una nota – è la dimostrazione della volontà di questo sindacato che vuole giungere ad un intesa che salvaguardi il sito industriale, mantenga aperti i due forni elettrici garantendo così l’occupazione, anche con il trasferimento della linea produttiva di Torino. Inoltre questa decisione di rimodulazione delle forme di lotta rappresenta un segnale nei confronti del Governo e della controparte. L’accordo che si delinea ha cambiato radicalmente l’iniziale piano industriale della multinazionale tedesca e questo risultato è stato ottenuto grazie alla straordinaria capacità di lotta dei lavoratori e della positiva capacità mediatrice del Governo. Gettare ulteriore benzina sul fuoco, come fa Landini con le sue dichiarazioni, rischia di compromettere tutto questo e dimostra ancora una volta che la Fiom non agisce per difendere i lavoratori, ma al solo scopo, di aumentare l’opposizione politica nel Paese all’azione del Governo Renzi. La Fismic – conclude il segretario – auspica invece che nell’incontro previsto per mercoledì ci siano le condizioni per realizzare un buon accordo che salvaguardi anche i lavoratori delle società terziarizzate e consenta una rapida ripresa della produzione nel sito ternano”.

Aggiornamento ore 19: Nel pomeriggio Landini a Terni, a margine dell’assembla degli iscritti del sindacato dei metalmeccanici, ha risposto alle critiche del Governo giunte in mattinata dopo le sue affermazioni. Nella trattativa Ast, ha detto, “abbiamo proposto questioni di merito e concrete, non politiche, quindi inviterei tutti, compreso il Governo, a valutare questo passaggio e a svolgere un ruolo che favorisca un possibile accordo su questi contenuti”.

L’intesa, ha ribadito Landini, non dovrà esserci “a tutti i costi” perché sono stati posti “alcuni punti importanti che unitariamente vogliamo siano dentro l’accordo”, dai due forni, agli esuberi, all’integrativo. “Noi lavoriamo per fare l’accordo – ha continuato – ma come sempre valgono i contenuti su cui questo si realizza. Riconosco che ci sono stati degli avanzamenti dell’azienda nell’ultimo incontro, ma non sono ancora sufficienti e per questo noi faremo delle controproposte precise in un’ottica di ricercare un’intesa”. Landini si è augurato quindi che anche “il Governo svolga un ruolo che sia quello di permettere ulteriori avanzamenti nella ricerca di un’intesa. Il bilancio – ha concluso – lo faremo alla fine, non ho pregiudiziali”.

Aggiornamento ore 19,10: Landini ha anche detto: “Alle polemiche degli altri sindacati non rispondo, anche perché le cose che sto dicendo sono le cose che unitariamente sono state dette da Fiom, Fim e Uilm al tavolo della trattativa e sto difendendo una decisione presa all’unanimità dalle rsu”.

Ha anche specificato: “Quando dico che un accordo non si può fare a tutti i costi è perché consideriamo quelle proposte di modifica che abbiamo fatto, discusse unitariamente, io non ho aggiunto né tolto nulla. Anzi ho giudicato positivo una decisione presa all’unanimità dalle rsu. Non ho nessuna polemica da fare, continuo a pensare che le cose dette assieme le voglio difendere”.

Quanto alla rimodulazione dello sciopero e alle divisioni emerse negli ultimi giorni tra i lavoratori sulle modalità di prosecuzione della mobilitazione, Landini ha spiegato che c’è stato “sempre consenso su tutto quello che è stato fatto, qualsiasi decisione è stata presa insieme nelle assemblee con il vincolo di trovare sempre il massimo di unità possibile. E mi pare che ad oggi questo elemento si sia mantenuto anche quando ci sono state atteggiamenti qualche volta provocatori dell’azienda”. Senso di responsabilità, ha concluso Landini, viene dimostrato anche “dalla decisione che la rsu unitariamente ha preso, cioè rivedere la rimodulazione degli scioperi, che non vuol dire far sparire gli scioperi e i blocchi, ma vuol dire rimodularli tra l’altro nella mattina in cui parte trattativa”.

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