Mentre prosegue la mobilitazione dei lavoratori (oggi a Bruxelles) ed iniziano a spegnersi i riflettori sugli scontri in piazza a Roma, si riprende timidamente a parlare delle possibili soluzioni da mettere in campo per l’Ast. In particolare oggi si discute di un eventuale intervento diretto dello Stato. A proporlo per primo, già a fine agosto, era stato il vicepresidente della Camera dei deputati, Luigi Di Maio, in visita a Terni. Ora il M5S rilancia la proposta sottolineando i consensi ricevuti dai sindacati e l’apertura dell’ad di Cassa Depositi e Prestiti. E questa mattina il viceministro allo Sviluppo economico, Claudio De Vincenti, ha lasciato intravedere uno spiraglio, una pur piccola apertura all’utilizzo del Fondo strategico nazionale. Un “vedremo” accompagnato da un breve ragionamento che può sembrare poca cosa ma che rappresenta un’assoluta novità.
M5S TERNI Il Movimento 5 Stelle di Terni scrive in una nota: “Mentre i lavoratori stanno facendo la loro parte nella lotta per la difesa della dignità e del posto di lavoro, la politica continua a brancolare nel buio e nello sbando più totale, la speranza dei lavoratori viene disattesa data dopo data, appuntamento dopo appuntamento, da quello che è un fallimento palese della filiera politica del PD”.
E’ sempre più evidente – prosegue M5S – che al di là dei conti e dei bilanci, la vertenza AST è legata a due visioni di Paese sintetizzabili in tre domande: Il governo Renzi ritiene strategica per il paese la produzione siderurgica? L’Italia ha bisogno di mantenere attiva la propria produzione d’acciaio? Le aziende possono avvelenare il territorio senza pagare? Diciamo questo perché a nostro avviso la risposta a queste domande rappresenta la conditio sine qua non per impostare ogni tipo di ragionamento che conduca ad una soluzione della crisi della siderurgia italiana. Su questo il Movimento 5 Stelle si è espresso con chiarezza oltre 4 mesi fa. Più volte abbiamo chiesto in Parlamento che lo stabilimento venisse riconosciuto strategico, fino a proporre tramite il Vice presidente della camera Luigi Di Maio durante la sua visita a Terni, l’intervento del Fondo Strategico Nazionale per risolvere la vicenda Ast”.
Prosegue la nota: “Qualche improbabile sindacalista improvvisatosi autorevole giurista/economista bollò frettolosamente la nostra proposta come ‘impraticabile’. Di fatto dalle recenti dichiarazioni di stampa il fronte di quanti vedono possibile e condivisibile l’intervento diretto dello Stato nella vicenda AST si è allargato ulteriormente. Oltre a Landini che recentemente ha parlato di “acciaio di stato”, si sono espresse a favore dell’intervento dello stato varie forze politiche ed il Segretario Generale Nazionale Uil Angeletti. Colpiscono particolarmente le affermazioni del presidente dei giovani imprenditori Marco Gay, che ha dichiarato in merito ad AST: ‘In ballo c’è qualcosa di più grande: il ridimensionamento dell’Italia come polo siderurgico’. In seguito, nelle sue dichiarazioni, ha auspicato, un forte intervento statale che preveda anche l’attivazione del Fondo Strategico Nazionale”.
“Non di poco conto – aggiungono i pentastellati ternani – risultano essere le parole dello stesso ‘amministratore delegato della Cassa Depositi e Prestiti Gorno Tempini, che interpellato sui dossier Acciai Speciali Terni e Ilva, ha affermato di guardare al settore dell’acciaio “con grande attenzione”. ed in seguito che la CdP ha le sue regole d’ingaggio e per utilizzarla devono esserci le condizioni. Ecco noi ribadiamo che quelle condizioni che la politica ha creato, in parte, per l’Ilva di Taranto, debbano essere create dal governo anche per l’acciai speciali Terni e le sue eccellenze produttive”.
DE VINCENTI In un’intervista a Radio anch’io, il viceministro dello Sviluppo economico, Claudio De Vincenti, ha chiarito ancora una volta quale sia la posizione del Governo nella vertenza Ast: “Thyssen deve garantire un futuro a Terni, questo è ora il nodo da sciogliere su cui siamo impegnati. Abbiamo ottenuto una disponibilità di Thyssen” a rivedere il piano industriale, “adesso vogliamo verificare che questa disponibilità si traduca in fatti. Oggi – ha aggiunto il viceministro – il nodo che si pone non è l’intervento pubblico ma l’attrazione di capitali. Thyssen deve dare un futuro produttivo all’Ast, deve garantire che le capacità produttive siano salvaguardate”.
Quando sembrava che le dichiarazioni di De Vincenti avevano preso la solita strada, è arrivata invece la novità. Parlando del caso Ast ma anche dell’Ilva, De Vincenti ha sostenuto che “prima di tutto dobbiamo fare in modo che le imprese che attraversano un momento di crisi trovino imprenditori con capacità imprenditoriali in grado di gestirle e dargli un futuro”, innanzitutto “attirare capitali e iniziative private”. Poi ha detto: “Se può esserci una iniziativa del Fondo strategico vedremo ma un intervento in questo senso andrebbe comunque valutato situazione per situazione e sarebbe volto a creare le condizioni per catalizzare risorse e capacità imprenditoriali”. Insomma, per la prima volta dal Governo viene ventilato qualcosa di diverso dalla sterile mediazione condotta fino ad oggi. E’ ancora poco ma potrebbe essere un inizio.