Sulla vertenza Ast il Movimento 5 Stelle di Terni chiede di porre fine alle chiacchiere e di passare ai fatti. L’invito è soprattutto rivolto ai parlamentari umbri e in particolare a quelli del Partito Democratico che vengono anche invitati a frase pressione sul presidente del Consiglio Renzi.
Scrivono i pentastellati ternani: “E’ disarmante il quadro politico uscito nei giorni scorsi dagli incontri organizzati sulla vicenda Ast, ai quali hanno partecipato anche i portavoce del Movimento Cinque Stelle. Nessuna proposta è emersa, salvo dire ‘riapriamo il tavolo e rigettiamo il piano industriale’. Questa posizione di impotenza è solo l’ultimo esempio della politica di rimessa attuata fino ad oggi dalle istituzioni e dai partiti. Nessuna capacità di analisi e di autocritica. Nessuna capacità di identificare le cause e proporre scenari alternativi. Quello che forse molti cittadini non percepiscono è che, mentre discutiamo, la Thyssenkrupp sta procedendo nel dare compimento al piano presentato; mentre i politici chiacchierano, la multinazionale agisce”.
Queste le richieste del Movimento 5 Stelle:
“1) i parlamentari Umbri di maggioranza – Gianluca Rossi, Valeria Cardinali, Nadia Ginetti, Miguel Gotor, Luciano Rossi – rifiutino di votare nei prossimi giorni alcun emendamento alle riforme in Senato fin quando il presidente Renzi non avrà ufficialmente riaperto il tavolo negoziale col totale rigetto del piano industriale presentato da ThyssenKrupp. I parlamentari sono stati eletti per rappresentare e difendere il territorio e i suoi cittadini, non per essere marionette nelle mani del capo del governo. Quindi chiediamo che costoro svolgano il proprio dovere se è vero – come sostengono a parole – che questa crisi rappresenta un punto di non ritorno per la città di Terni. Ai ternani delle riforme importa assai poco: i parlamentari devono pertanto fare quel che chiedono gli elettori, cioè difendere fino allo stremo la città e i cittadini.
2) I parlamentari del Pd spieghino a Renzi che la sua presenza simbolica a Terni è un atto sostanzialmente inutile se non accompagnato dall’immediata attivazione di concrete misure di governo a tutela del sito produttivo di Terni e della sua strategicità. Occorrono prese di posizione ufficiali e immediate affinché Terni diventi il simbolo di una comune e forte volontà di tutela degli interessi nazionali e dei lavoratori italiani.
3) Si apra la più ampia riflessione sull’operato dell’ex amministratore delegato Pucci, il cui repentino quanto – per lui – lucrativo abbandono della nave nel mezzo della tempesta genera più di un dubbio sulla sua onestà intellettuale e sulle sue capacità professionali, anche alla luce delle ingenti perdite accumulate nel corso della sua gestione.
4) La Regione e le istituzioni locali preposte avviino immediatamente un confronto aperto a tutti i soggetti politici e della società civile interessati, per valutare l’attuazione di strumenti emergenziali tra cui la richiesta di classificazione dell’area come di crisi complessa ai sensi della normativa vigente, nei modi e nei termini più ampiamente condivisi, così da determinare quegli aggiornamenti tecnologici essenziali perché le acciaierie di Terni e non solo, possano restare proficuamente sul mercato”.