“La Giunta regionale adotti ogni iniziativa utile, insieme alle forze istituzionali e sociali di Terni, per contrastare il business plan avanzato da Thyssenkrupp e per promuovere una forte iniziativa di mobilitazione di tutta la comunità umbra per rimuovere la proposta della multinazionale tedesca, indurla a presentare un vero piano industriale che sostanzi condizioni di competitività e sostenibilità delle produzioni del polo siderurgico di Terni”. È questa la principale richiesta contenuta nella mozione approvata oggi all’unanimità dal Consiglio regionale, con la richiesta di trasmissione al presidente del Consiglio dei ministri, ai presidenti di Camera e Senato, ai capigruppo di Camera e Senato ed ai parlamentari europei eletti italiani.
L’EMENDAMENTO La mozione approvata ha integrato, dopo alcuni interventi e una pausa che ha portato alla condivisione di tutti i firmatari, la proposta inizialmente avanzata da Damiano Stufara (Prc – Fds) e poi parzialmente modificata, che prevede “l’attivazione di tutti i percorsi e l’utilizzo di tutti gli strumenti di politica industriale a disposizione, ivi compreso, laddove se ne riscontrasse l’utilità, l’utilizzo del Fondo strategico italiano per garantire la competitività del sito integrato di Terni e il mantenimento dei livelli occupazionali”.
IL PIANO THYSSEN “Il business plan presentato da Thyssen Krupp per lo stabilimento Ast – si legge nel testo – è inaccettabile: i contenuti, gli indirizzi e le priorità che prospetta si connotano come una precisa e programmata strategia di ridimensionamento produttivo e occupazionale del sito siderurgico e rappresentano un colpo insostenibile per il futuro economico e sociale di Terni e dell’Umbria. Il piano, inoltre, viene meno agli impegni che la Commissione Europea ha formalizzato e richiesto a TK al momento della sua riacquisizione della proprietà di Ast e non può, quindi, rappresentare una seria e credibile base di discussione. E’ irricevibile e deve essere pertanto ritirato, diversamente sarebbe manifesta la incompatibilità tra gli interessi industriali di TK e quelli generali e collettivi della comunità umbra e del Paese”.
LE RICHIESTE Il documento sostiene la necessità di agire “in una prospettiva di valorizzazione del patrimonio di competenze produttive proprie dell’area ternana e dell’Umbria nel suo complesso; di sviluppo dei fattori di integrazione del sito Ast, che ne rappresentano parte essenziale del potenziale competitivo; di consolidamento di livelli di investimento idonei a preservare i livelli tecnologici degli impianti e delle produzioni; a garantire la sicurezza dei lavoratori ed il raggiungimento di un più elevato livello di compatibilità ambientale; al mantenimento dei livelli occupazionali sia nelle imprese del perimetro del polo siderurgico che in quelle dell’indotto”.
IL GOVERNO NAZIONALE La mozione auspica infine un ruolo attivo dell’Esecutivo nazionale, che dovrebbe “svolgere un ruolo deciso e decisivo, con un impegno in prima persona ed ai massimi livelli di responsabilità, nel confronto in atto con TK, garantendo: un negoziato che assicuri una unica sede di trattativa e il pieno e contestuale coinvolgimento di tutti i soggetti sociali e istituzionali interessati; un intervento presso la Comunità Europea per richiamare Thyssen al rispetto degli impegni, su investimenti, competitività e concorrenza, che la Commissione Europea gli ha formalmente richiesto al momento del perfezionamento della operazione di riacquisizione di Ast; una forte sollecitazione, insieme alle forze sociali e istituzionali umbre, nelle competenti sedi europee al fine di salvaguardare l’integrità del polo siderurgico ternano in coerenza e nel rispetto delle pronunce e delle decisioni formali della Commissione Europea; una decisa iniziativa di politica industriale che, di concerto con la Comunità Europea, costituisca il contesto e il presupposto per dare valore e impulso al ruolo della industria manifatturiera e, nello specifico, della industria di base che insieme costituiscono una delle matrici essenziali ed insostituibili del tessuto economico e produttivo dell’Italia e dell’Europa stessa”.