Portafoglio ordini in aumento e volumi produttivi costanti per l’Ast, nonostante il venire meno della sostanziosa fornitura dello stabilimento ThyssenKrupp nel Nord e Centro America: la nota positiva, un po’ sorprendente, è emersa nel corso di un incontro che si è tenuto ieri tra i sindacati di categoria e la direzione aziendale per discutere dell’andamento economico e produttivo del sito di Terni. Al termine si è riunita la rsu di gruppo insieme alle segreterie provinciali di Fim, Fiom, Uilm, Fismic e Ugl.
In merito al processo di cessione del sito, le sigle dei metalmeccanici ribadiscono che è urgente il confronto governativo tra tutti i soggetti protagonisti ed in particolar modo con la presenza di Outokumpu per sancire, non solo i criteri di vendita, ma la necessità di vincolare al progetto di cessione il mantenimento occupazionale e le capacità impiantistiche della fabbrica.
Durante la riunione – secondo quanto riferiscono i sindacati – è stato evidenziato il persistere della crisi a livello europeo con indicatori economici che, al momento, non delineano evidenti segnali di ripresa, modificando così in negativo l’assetto ed il sistema produttivo europeo. Le organizzazioni sindacali spiegano quindi di considerare la filosofia che contraddistingue il piano operativo, presentato nel febbraio scorso, “utile rispetto alla necessità di rendere il sito Ast, dal punto di vista produttivo, qualitativo e dei costi per unità di prodotto, sempre più leader tra i competitori nel panorama internazionale”.
Viene inoltre valutato positivamente quanto fino ad ora messo in atto dall’azienda relativamente al capitolo del taglio costi, in quanto “le azioni portate a termine hanno ridotto il passivo economico del gruppo che, ancora ad oggi, risulta essere molto elevato”. Contemporaneamente i sindacati dichiarano però “la propria indisponibilità a ragionare in questa fase di eventuali razionalizzazioni di personale in funzione del fatto che ad oggi non si è conclusa la fase di vendita, e che non è chiaro il nuovo soggetto acquirente e di conseguenza il piano industriale”.