Il Partito della rifondazione comunista di Terni in una nota commenta lo scandalo degli appalti nelle acciaierie concessi in cambio di favori personali che vede indagati 11 dirigenti Ast. Il Prc esprime apprezzamento nei confronti della magistratura ed al tempo stesso chiede alla politica di mettere fine alla propria subalternità nei confronti della multinazionale. Forti critiche vengono inoltre indirizzate riguardo la gestione del processo produttivo.
Il comunicato del Prc Terni:
“Gli esiti delle indagini legate all’inchiesta su appalti e sicurezza in Ast rivelano l’esistenza di una realtà parallela a quella rappresentata pubblicamente dall’azienda: una realtà, se confermata, fatta di malcostume, ricatti, estorsioni, omissioni ai danni dei lavoratori. Esprimiamo il nostro apprezzamento per il lavoro della magistratura inquirente e delle autorità coinvolte in un’inchiesta che non ha precedenti nella storia recente del polo siderurgico ternano: finalmente si getta luce dentro la fabbrica, intervenendo proprio in un ambito – quello degli appalti – dove nel corso degli anni si sono sommati dubbi e sospetti sulla legittimità delle pratiche aziendali.
La vicenda della Misp Automation, che ha innescato le azioni della magistratura, è sintomatica del decadimento delle condizioni di affidamento dei lavori in appalto; su questo caso va inoltre ricordata l’interrogazione del nostro Gruppo consiliare regionale, discussa nella seduta del 17 dicembre 2013, dalla quale emerse la presenza, a seguito degli accertamenti svolti da parte dell’Asl 2, di carenze procedurali nell’affidamento dei lavori di manutenzione, mentre risultavano ancora in corso le verifiche in merito ad eventuali violazioni della normativa sulla sicurezza nei luoghi di lavoro.
La situazione, in sostanza, era nota da tempo, per cui c’è ben poco da stupirsi se le indagini hanno avuto tali esiti. Le pesanti accuse mosse a figure dirigenziali di Ast, lungi dal rappresentare, come vorrebbe lasciar intendere la multinazionale, una vicenda riguardante singoli individui, confermerebbero peraltro l’autoritarismo esercitato nella gestione del processo produttivo: il collegamento con quanto denunciato in queste settimane dalle rappresentanze sindacali sull’organizzazione del lavoro è inevitabile, come pure quello con la condotta ambientale di questi anni.
Il quadro complessivo che emerge impone ormai l’abbandono della subalternità tradizionalmente assunta dalle istituzioni locali, regionali e nazionali nei confronti dell’azienda; pensare di poter tornare a parlare di sicurezza con figure sulle quali pesano accuse così pesanti sarebbe a dir poco paradossale. La nostra città non può più delegare a questa dirigenza la gestione dell’Ast in una fase cruciale per il suo futuro, come pure non può più delegargli la tutela dei diritti dei lavoratori e della cittadinanza.
Serve un intervento pubblico sulla siderurgia ternana, che ripristini un quadro di legalità, trasparenza e di sicurezza, a difesa dei lavoratori, della comunità locale e del territorio”.
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