I sindacati commentano con scetticismo le voci che vedrebbero la cordata italo-francese in pole position per l’acquisto delle acciaierie di Terni. Si tratta di Aperam (colosso francese con sede in Lussemburgo) e delle italiane Marcegaglia e Arvedi.
Per il segretario provinciale di Fim-Cisl, Celestino Tasso “per ora sono parole: aspettiamo i fatti”. Tasso ritiene inoltre che “non ha importanza chi compra, basta che sia all’interno delle regole che ci siamo dati, e cioè che sia una cordata di imprenditori in grado di mantenere e accrescere il sito ternano in merito a volumi e occupazione. Che abbia quindi le risorse per mantenere il sito competitivo”.
E’ dello stesso tenore il commento del segretario di Fiom-Cgil Terni, Claudio Cipolla: “Il fatto vero è che di concreto non c’è niente, al di là del piano operativo del management ternano che prevede 250 esuberi” facendo riferimento a quanto annunciato dai vertici lo scorso 9 febbraio (qui l’articolo). “Un gruppo industriale, che sia in grado di garantire l’integrità del sito ternano ed un piano industriale serio per altri cinque o sei anni: sono queste – ha sottolineato Cipolla – le certezze che ad oggi non ci sono, al di là dei messaggi rassicuranti che ci giungono, fra l’altro, in un periodo di campagna elettorale”. Il sindacalista ha ricordato che in questi giorni sono in corso le visite delle diverse cordate interessate, le quali il prossimo primo marzo presenteranno le loro offerte vincolanti. “Probabilmente – ha aggiunto il rappresentante della Fiom – da qui al primo marzo ci sarà anche Aperam, ma al momento non li abbiamo conosciuti, non c’è stata una ufficializzazione. Vedremo poi se ci sarà una accelerazione”.