La mobilità, entro i prossimi due anni, di 120 dipendenti suddivisi tra il personale operante in tutti i reparti dello stabilimento di viale Brin. Questo quanto proposto dall’amministratore delegato Ast, Marco Pucci e dai responsabili dell’ufficio del Personale, nell’incontro tenutosi lo scorso 26 giugno alla presenza dei vari sindacati di categoria e delle Rsu di fabbrica. Lo riferisce il Giornale dell’Umbria.
Un piano di riduzione del personale che rientra nell’obiettivo di razionalizzazione dei costi, visto l’attuale mercato dell’acciaio e la situazione finanziaria ed economica dell’acciaieria. C’è da sottolineare che la mobilità proposta dal management di viale Brin non sarebbe un passo verso il licenziamento, bensì un accompagnamento dei dipendenti verso la pensione.
Ferma opposizione alla proposta di Pucci e degli altri dirigenti è arrivata dalle sigle sindacali presenti all’incontro, come Fiom, Uilm, Ugl e Fismic. Nonostante il parere contrario di queste ultime, pare comunque inevitabile una riduzione del personale.
Intanto rimane ancora in sospeso la vendita delle acciaierie ternane, che da diverso tempo sta creando instabilità ed è fonte di preoccupazione. In questo senso il prossimo 5 luglio ci sarà la riunione degli Stati generali convocata dalla presidente della regione Umbria, Catiuscia Marini. Nel frattempo le ultime indiscrezioni parlano di un’accelerazione delle trattative da parte di Aperam.