Ast, Angeletti: ”Nazionalizzare”, M5S: ”Commissariare per disastro ambientale”
ANGELETTI Il segretario generale della Uil, Luigi Angeletti, interpellato sull’Ast, ha detto: “Non accettiamo che le fabbriche chiudano perché non abbiamo buoni imprenditori. Siamo favorevoli al fatto che le imprese siano private, ma se il nostro capitalismo non è in capace, lo Stato deve farsene carico e accollarsi transitoriamente le imprese come ha fatto Obama che ha nazionalizzato aziende in crisi finché non sono arrivati buoni imprenditori come Marchionne. Il governo non deve fare il mediatore, ma deve fare delle scelte ed essere conseguente: deve dire se la siderurgia è un settore strategico senza il quale è difficile che ci sia la ripresa”.
M5S TERNI In una nota diffusa ieri il Movimento 5 Stelle di Terni scrive: “Questo è il momento di essere uniti, ma prima ancora è il momento del coraggio. Se dobbiamo essere uniti dobbiamo esserlo intorno ad una proposta forte che salvaguardi Ast, i suoi livelli occupazionali (compresi quelli delle ditte esterne) e metta la Thyssenkrupp di fronte alle sue responsabilità: sociali, sanitarie e ambientali nei confronti della comunità ternana. Chi vuol usare la parola unità per nascondere la propria debolezza dopo mesi di atti congiunti, tavoli chiusi e appelli disattesi, non troverà un complice nel Movimento Cinque Stelle. Non saremo collaborazionisti di questo sfacelo. Non saremo le foglie di fico. Non tradiremo la città che amiamo”.
Prosegue il Movimento 5 Stelle ternano: “Diciamo alla presidente della Regione Umbria, non esente da colpe nei confronti di questo tracollo, che il Governo in questa trattativa, non solo deve togliersi la maglia da arbitro ed indossare quella della Nazionale, ma deve smetterla immediatamente di giocare la parte della vittima inerme, attivando quegli strumenti che uno stato sovrano ha il dovere di usare per un sito strategico come quello rappresentatato dalle acciaierie di Terni: unico produttore nel paese di inox in grado di produrre il 35% del fabbisogno dell’Italia. Va fatta pressione sul Governo perché venga riconosciuta ufficialmente la strategicità del sito produttivo ternano, come ha già chiesto Tiziana Ciprini il 6 agosto nel question time della Camera. Lo Stato deve valutare tutti quegli strumenti già esistenti per intervenire con forza disarmando una multinazionale che sta umiliando un paese senza spina dorsale”.
“Qualcuno – rivendica il M5S – in tempi non sospetti affermava che gli ambientalisti volevano chiudere le acciaierie, oggi a farle chiudere rischia di essere chi non vuol riconoscere i danni ambientali che TK ha fatto alla nostra città. Noi vogliamo che chi ha devastato il nostro territorio facendo da padrone paghi dazio, pulisca e se ne vada, lasciando la fabbrica con gli attuali livelli occupazionali. Salviamo Ast e facciamo pressione sul Governo perché arrivi un decreto AST come c’è stato un decreto ILVA. Uniti sì, collaborazionisti mai. Per questo diamo la nostra adesione alla manifestazione del 17 ottobre.
SEL TERNI In una nota di Nicola Zingarelli, il circolo di Terni di Sinistra Ecologia e Libertà fa sapere di aderire allo sciopero generale provinciale del 17 ottobre. Scrive l’esponente di Sel: “Non possiamo e non vogliamo rassegnarci a un sistema nel quale, in nome del profitto, una multinazionale possa liberamente giocare col destino di un’intera comunità, all’arroganza con la quale la dirigenza della Tk-Ast ha gestito la trattativa, senza prendere in alcuna considerazione le proposte di chi in quella fabbrica ci lavora tutti i giorni, con azioni unilaterali e apertamente provocatorie, come da ultimo la vicenda della Ilserv. Né accettiamo una politica che pensa che la sua unica funzione sia quella di ‘facilitatrice’, in nome di una presunta equidistanza pilatesca, che diventa quanto mai ipocrita quando al contempo ci si riempie la bocca con la necessità di rilanciare l’occupazione e incrementare i salari”
“Svolgere la funzione di governo – prosegue la nota di Zingarelli – significa porsi dalla parte dei lavoratori, avere una politica industriale che vada oltre gli annunci, esercitare tutta la propria influenza, in ogni sede, in difesa del settore siderurgico e di tutti i comparti produttivi, creando le condizioni per un rilancio che non deve passare attraverso la riduzione dei salari e dei diritti. Diversamente da altri, non abbiamo soluzioni in tasca per risolvere questa vertenza. Sappiamo soltanto che siamo a un momento cruciale per il futuro di Terni, già piegata dalla crisi economica che si riflette in ogni settore economico e dall’incertezza delle molte altre crisi industriali del territorio (polo chimico, SGL Carbon, Sangemini), e che i lavoratori e la cittadinanza hanno di fronte una lotta difficilissima, di tutti, e non di qualcuno, da affrontare, per avere qualche speranza di successo, con la massima coesione. E che oggi non è sotto attacco soltanto il domani delle nostre industrie, ma la dignità stessa del lavoro, che si vuole piegare ad essere una semplice merce, un numero”.
“Come Circolo SEL di Terni – conclude la nota – insieme al nostro gruppo parlamentare e a tutti i livelli del nostro partito, saremo al fianco dei lavoratori e delle lavoratrici della AST e dell’indotto, allo sciopero generale del 17 ottobre, così come in tutte le iniziative che seguiranno. Auspichiamo e invitiamo la cittadinanza tutti ad una larga partecipazione popolare, in difesa del lavoro, delle acciaierie e del futuro di questo territorio”.
ARCI TERNI Adesione allo sciopero arriva anche dal comitato provinciale di Arci Terni e i Circoli presenti nel territorioche invitano “tutti i ternani a scendere in piazza per difendere le acciaierie e il futuro della città”.
In una nota l’associazione scrive che “negli ultimi anni Arci Terni ha seguito le vicende delle acciaierie sempre a fianco dei lavoratori, dalla crisi del magnetico del 2004 fino alle incertezze per il futuro dovute ai vari cambi di proprietà. In questi ultimi mesi non abbiamo mai fatto mancare il nostro sostegno ai lavoratori impegnati in una difficile lotta in difesa del lavoro e del futuro di un territorio pesantemente colpito dalla crisi economica”.
Prosegue Arci: “La messa in mobilità di 537 dipendenti e un piano industriale di dismissione del sito siderurgico ternano, sito che costituisce il 20% del pil regionale, rappresentano un duro colpo all’economia e alla storia di una città che ha costruito la sua identità sulla “forza” della fabbrica dell’acciaio. Alle acciaierie di Terni sono impiegati direttamente circa tremila addetti e altrettanti costituiscono l’indotto di riferimento, circa ventimila persone ne beneficiano in termini di reddito. In questo contesto, Tk-Ast è tra i primi produttori mondiali di laminati piani inossidabili, costituendo da sola una quota sul mercato italiano superiore al 40 per cento. Il report annuale 2013 di Federacciai ha confermato, del resto, che quello in cui opera AST è un settore strategico per l’economia nazionale: in controtendenza rispetto agli altri acciai speciali, la produzione di laminati piani a caldo e a freddo è aumentata del 4,3 per cento rispetto all’anno precedente, passando da 598.300 tonnellate nel 2011 a 624.000 nel 2012”.
“Ast – conclude Arci Terni – rappresenta, quindi, una componente imprescindibile della matrice produttiva dell’Umbria e dell’intero Paese oltre che essere tratto costituente ed essenziale del capitale sociale e territoriale di Terni e dell’intera regione, non può quindi essere ridimensionata, serve da parte del governo un impegno vero, un piano industriale che rilanci la competitività del polo siderurgico ternano e garantisca la piena occupazione dei lavoratori”.
AIRAUDO Il deputato e responsabile nazionale lavoro di Sel, Giorgio Airaudo, afferma: “Ieri nel corso del question time alla Camera abbiamo chiesto alla ministra Boschi che il Governo convochi la Thyssen sulla Ast di Terni. Oggi c’è l’incontro con gli enti locali umbri a Palazzo Chigi. Se si vuole risolvere la crisi fermando i licenziamenti alle Acciaierie Speciali Terni, Renzi convochi la multinazionale tedesca a palazzo Chigi. La presidente dell’Umbria e il sindaco portino a Terni la data della convocazione. Anche questo si aspetta la manifestazione di domani a Terni. Renzi rimedi agli errori fatti. La terza ‘T’ aspetta”.