Ast vale 800 milioni di euro: quattro potenziali acquirenti, coreana Posco in pole position
Ad oggi in pole position c’è la multinazionale coreana Posco che già qualche settimana fa si era interessata agli stabilimenti di viale Brin (qui l’articolo). Non solo gli asiatici: Il Sole 24 Ore riferisce che il commissario Ue Joaquìn Almunia ha fatto sapere che le manifestazioni di interesse sono già 4. Oltre a Posco, si sarebbero affacciate alla finestra le italiane Arvedi, Tenaris e Marcegaglia. Singolarmente però, nessuna delle tre sembra avere reali possibilità di rilevare gli stabilimenti di viale Brin il cui valore è stimato in circa 800 milioni di euro. Per questo torna ad aleggiare lo spauracchio di un fondo di investimento: proprio il private equity Apollo di cui si è tanto parlato ad inizio 2012 potrebbe agire da partner di uno dei gruppi italiani interessati.
L’ipotesi più concreta resta però quella che porta al gruppo sudcoreano. Posco è tra i maggiori produttori mondiali di acciaio inossidabile ed ha appena avviato i lavori per la costruzione di un nuovo laminatoio in Turchia. Proprio per questo il sito di Terni sarebbe strategico: permetterebbe al colosso coreano di avere un polo produttivo integrato in Europa che eviterebbe alcuni passaggi altrimenti indispensabili di materie prime e lavorati tra Turchia e Corea del Sud.
Intanto i sindacati continuano a ribadire l’assoluta importanza di evitare uno spezzatino: tutta l’Ast, compreso il Tubificio, dovrà essere ceduta in un unico blocco.
Il segretario provinciale di Ugl Terni, Daniele Francescangeli, in una nota spiega che “siamo fortemente preoccupati per la continua mancanza di chiarezza da parte delle due società Inoxum e Outokumpu, e per l’ennesima prova di un Europa ormai non più madre di una equa solidarietà tra gli stati membri ma madrina di un sistema di potere basato sul diktat dettato dallo stato più forte che per tutelare i propri interessi calpesta i diritti degli altri stati. L’Ugl Terni – prosegue la nota – giudica quindi insostenibile questa situazione e ritiene che sia giunto il momento di alzare la testa e la voce sia come sindacati sia come governo al fine di difendere gli interessi italiani. Rimarchiamo e sottolineiamo che il Tubificio non può essere disconnesso da quello che è il complesso integrato della nostra acciaieria. Quindi per rendere strategico il polo siderurgico ternano il Tubificio non s’ha da toccare!”.
Per il segretario confederale Cisl Luigi Sbarra “la decisione della Commissione Europea che consente l’acquisto da parte della multinazionale finlandese Outokumpu della TK Inoxum, apre per il sito di Terni una fase delicata in cui dovrà essere ceduto, nelle migliori condizioni, a un nuovo acquirente, per rispettare equilibri di concorrenza europea piuttosto discutibili. Nei giorni scorsi – dice ancora Sbarra – la posizione di Outokumpu era orientata a mettere in vendita solo una parte del sito, con esclusione del Tubificio e della linea Ba2 dei laminati a freddo, entrambi punti di eccellenza del sito. Una ipotesi di spezzatino che avrebbe fortemente indebolito l’efficienza del ciclo integrato nell’area di Terni e quindi la sua cedibilità, ha trovato nettamente contrari i sindacati del territorio e nazionale, le istituzioni locali e lo stesso Governo, cui diamo atto di aver fatto le giuste pressioni a livello europeo e nei confronti di Outokumpu”. Oggi, aggiunge, “cogliamo con interesse la posizione assunta dal Ceo di Outokumpu, che, con una lettera a noi inviata, ha dichiarato di voler inserire nella cessione anche il Tubificio e la linea Ba2, garantendo così l’integrità e il valore del sito ternano nei confronti di un nuovo acquirente. Chiediamo ora un altro sforzo al Governo perché metta in campo le giuste sinergie per trovare un credibile e solido acquirente che possa garantire la continuità produttiva e occupazionale presente nel territorio. Come sindacato- conclude Sbarra – vigileremo perché tutta l’operazione avvenga con la massima trasparenza e chiediamo quindi al Ministro Passera di attivare un tavolo di monitoraggio permanente con le organizzazioni sindacali”.