Istituzioni e sindacati: ”Apertura importante di Outokumpu”. Per Ast interesse di coreana Posco

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Dottor Jekyll e mister Hyde: il manager di Outokumpu, Mika Seitovirta, appare proprio come il celebre personaggio letterario, capace di cambiare e capovolgere le proprie intenzioni nel giro di pochi minuti. Nei primi incontri ufficiali di martedì con istituzioni e sindacati, Seitovirta aveva fermamente manifestato la volontà di smembrare le acciaierie di Terni. Nessuno era riuscito a smuoverlo da questi intenti, compreso il Governo italiano che aveva clamorosamente fallito la sua azione di persuasione. Qualche ora più tardi però, in un altro incontro non previsto e tenuto segreto, il ministro Passera ha convinto il ceo di Outokumpu ad abbandonare quelle dissennate posizioni e Seitovirta si è a quel punto dichiarato disponibile a vendere l’Ast in un unico blocco. Soluzione che scongiurerebbe quindi lo spezzatino e il saccheggio dei pezzi pregiati come la linea Ba2 e il Tubificio (qui l’articolo) e scongiurerebbe, in sostanza, la morte degli stabilimenti di viale Brin.

Quelle del manager di Outokumpu sono infatti parole che aprono la strada a nuove possibilità per il futuro dell’Ast, considerato un sito integrato altamente efficiente e quindi appetibile sul mercato globale. Per le acciaierie di Terni sembra crescere l’interesse del colosso siderurgico coreano Posco. Recentemente Posco si è visto saltare un investimento da 12 miliardi di dollari in India, nello stato dell’Orissa, dove avrebbe voluto dar vita ad una mega acciaieria. Il Governo indiano, all’ultimo, ha deciso di far saltare gli accordi per l’enorme polo siderurgico. Il colosso coreano allora starebbe volgendo lo sguardo ad occidente: nei giorni scorsi aveva già ufficialmente manifestato interesse per gli stabilimenti siderurgici della ThyssenKrupp in Brasile e negli Stati Uniti. Ora negli interessi di Posco sembra aggiungersi anche Terni.

Sulle promesse di Seitovirta il Governo dovrà comunque vigilare perché siano effettivamente mantenute. Nel frattempo rappresentanti istituzionali e sindacati tirano un mezzo sospiro di sollievo. La presidente dell’Umbria, Catiuscia Marini, definisce queste nuove prese di posizione “un passo in avanti importante per assicurare l’integrità del sito industriale Ast di Terni, nella fase di evoluzione dell’assetto proprietario. Fin dal primo momento – continua la Marini – le istituzioni umbre, facendosi interpreti anche delle preoccupazioni dei lavoratori e delle forze economiche e sociali, hanno ritenuto condizione imprescindibile il mantenimento dell’integrità del sito industriale di Terni in tutte le sue componenti e gli asset presenti. A garanzia della competitività dell’industria e dell’occupazione che oggi assicura. Le dichiarazioni di Outokumpu e del ministro rappresentano una tappa di un percorso ancora difficile e complesso. Dove fondamentale sarà il rapporto con la Commissione europea e con le due multinazionali, Thyssen e Outukumpu”.

La presidente umbra ritiene “importante che il Governo italiano abbia assunto su di sé con forza e determinazione le istanze espresse dalle istituzioni umbre e dai sindacati in rappresentanza degli interessi della comunità. Ci attendono – sottolinea Marini – alcune settimane e mesi di intenso lavoro istituzionale anche nell’ambito delle relazioni industriali e del lavoro. Non solo per scongiurare lo smembramento del sito di Terni ma anche per assicurare un assetto proprietario che sia di garanzia per il mantenimento della capacità industriale e occupazionale delle Acciaierie di Terni. L’unità delle istituzioni locali, delle forze politiche, delle parti sociali e delle organizzazioni sindacali è l’elemento di maggior forza – conclude la presidente della Regione – che possiamo mettere in campo nel complesso percorso decisionale dei prossimi mesi”.

Sulla stessa lunghezza d’onda il presidente della Provincia di Terni, Feliciano Polli: “Gli incontri a Roma si sono rivelati importanti perché hanno dimostrato attraverso un confronto serrato e duro tra le istituzioni, i sindacati, il Ministero dello Sviluppo e il Ceo di Outokumpu una posizione forte, unitaria e decisa di tutti i soggetti in gioco, a partire dal governo italiano, nel respingere l’impostazione dell’ultima proposta della multinazionale e nel rivendicare che nella cessione venga salvaguardata l’unitarietà del sito integrato ternano. Il comunicato di Outokumpu – continua Polli – che contiene anche le dichiarazioni del Ceo Mika Seitovirta, e quello del Ministero dello Sviluppo, dimostrano un’importante apertura rispetto alle posizioni unitarie rappresentate da governo, istituzioni e sindacati. Tale apertura conferma la validità e la fondatezza delle nostre impostazioni e impone tuttavia – conclude Polli – una costante attenzione e determinazione nelle prossime decisive settimane perché tale apertura possa diventare una prospettiva concreta per il futuro del sito industriale ternano, per ciò che esso rappresenta per il territorio e per l’intero paese”.

I segretari generali della Cgil dell’Umbria e di Terni, Mario Bravi e Attilio Romanelli, nonché della Fiom di Terni Claudio Cipolla giudicano “importanti le dichiarazioni rilasciate dal Ceo di Outokumpu, Mika Seitovirta, dopo gli incontri con le istituzioni locali umbre, i sindacati e il Governo italiano. Come Cgil e come Fiom – scrivono i tre in una nota – abbiamo sin dal primo momento sottolineato come punti fermi e indiscutibili la strategicità del sito Tk-Ast di Terni, la difesa dell’unitarietà delle produzioni e, come conseguenza, dell’assoluta qualità dei prodotti lavorati in Umbria. Per questo motivo, accogliamo con soddisfazione il cambio di rotta della multinazionale, sia per quanto riguarda l’annuncio dell’integrazione delle acciaierie ternane con le tre strutture commerciali europee, sia, soprattutto, per quanto riguarda la disponibilità a procedere ad un’eventuale cessione, senza intaccare l’unitarietà del sito”. Secondo i sindacalisti nelle parole di Seitovirta c’è “un importante quanto dovuto riconoscimento del valore del polo siderurgico di Terni, che, ricordiamo, rappresenta un’eccellenza non solo a livello italiano, ma anche europeo. Evidentemente, la mobilitazione dei lavoratori e l’impegno delle organizzazioni sindacali territoriali e nazionali, hanno determinato questo rilevante cambio di impostazione”. Cgil e Fiom ricordano infine che continueranno “a vigilare affinché stavolta le promesse siano mantenute e il futuro produttivo di Ast non sia mai più messo in discussione”.

Per questa sera alle 20,30 a Palazzo Spada è stata convocata una seduta straordinaria del Consiglio comunale.  Sono stati invitati non soltanto i parlamentari italiani ed europei, ma anche la presidente della regione Marini, che ha già confermato la sua partecipazione, gli assessori e i consiglieri regionali, il presidente del consiglio regionale, il presidente della provincia di Terni, i consiglieri provinciali, i sindaci dei comuni della provincia di Terni, i rappresentanti degli enti locali umbri, le associazioni di categoria, i rappresentanti dei sindacati, il prefetto, il questore e tutte le massime autorità civili, religiose e militari del territorio. “Sono invitati a partecipare, naturalmente, i lavoratori dell’Ast e i cittadini che lo desiderino per dimostrare la vicinanza e la compattezza della nostra comunità” spiega il presidente del Consiglio comunale Giorgio Finocchio.

Lo stesso Finocchio spiega che “sarà un consiglio aperto e straordinario, come straordinaria è la situazione che la città sta vivendo in questi giorni a causa della preoccupante vicenda del polo siderurgico. Dopo l’incontro tra Governo, istituzioni locali, sindacati e Outokumpu – continua Finocchio – è importante fare di nuovo il punto della situazione per definire i prossimi passaggi e per dimostrare che non solo la città, ma l’intera regione e le sue massime rappresentanze istituzionali, a cominciare dalla presidente e dai parlamentari europei e nazionali, sono e saranno unite in questa fondamentale partita per la salvaguardia del polo siderurgico di Terni, della maggiore industria dell’Umbria, e per evitare a tutti i costi le pesantissime ricadute sociali che il nostro territorio sarebbe costretto a subire da un ridimensionamento o addirittura dallo smantellamento delle acciaierie di Terni”.

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