Corte costituzionale boccia abolizione Province: tutte salve, anche Terni. Polli: ”Fatta giustizia”

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palazzobazzaniIeri sera la Corte costituzionale ha dichiarato l’illegittimità della riforma e del riordino delle Province, previsti nel decreto Salva-Italia con la riduzione degli enti in base a criteri di estensione e di numerosità della popolazione. Secondo quel provvedimento, tra le oltre 30 province da cancellare, c’era anche Terni che quindi è ora definitivamente salva.

Per la Consulta, “il decreto-legge, atto destinato a fronteggiare casi straordinari di necessità e urgenza, è strumento normativo non utilizzabile per realizzare una riforma organica e di sistema quale quella prevista dalle norme censurate nel presente giudizio”. Per questo motivo, si legge in una nota, la Corte costituzionale nella camera di consiglio di mercoledì 3 “ha dichiarato l’illegittimità costituzionale” di diversi articoli della riforma.

Come nel più tipico copione all’italiana, anche la sbandieratissima abolizione della Province sembra destinata ad entrare nella lista degli eterni buoni propositi. Fino a qualche mese fa la cancellazione degli enti provinciali era sponsorizzata a destra e a sinistra: praticamente un cavallo di battaglia di tutti i partiti politici, poi è calato il silenzio ed ora la Consulta ha anche bocciato il decreto-Monti (che si era comunque già arenato nelle Commissioni parlamentari e non in ogni caso alcuna possibilità di essere convertito in legge).

Il presidente della Provincia di Terni, Feliciano Polli, è soddisfatto della decisione della Consulta. Questa mattina ha così commentato: “Dichiarando l’illegittimità del decreto-legge Salva Italia, la Corte costituzionale ha fatto giustizia di un metodo sbagliato e che ha prodotto solo danni. Non essendoci alcuna motivazione economica, né i requisiti di straordinarietà e urgenza la riforma delle Province per decreto-legge non poteva che andare incontro ad una sentenza di questo genere. Non si può infatti decretare d’urgenza una materia complessa come la riforma della pubblica amministrazione che va invece fatta in maniera organica e con i giusti percorsi”.

“Le riforme istituzionali – ha continuato Polli – non si fanno per decreto ed il ricorso a scorciatoie ha un costo economico che il paese in un momento così grave non può sopportare. Apprezziamo le parole del ministro Quagliariello sulla necessità di intervenire attraverso riforme costituzionali che interessino l’intero Titolo V della Costituzione, un metodo serio e concreto per semplificare e razionalizzare la pubblica amministrazione, che oggi costa troppo ed è poco efficiente, e rendere così l’Italia più moderna”.

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