Crisi del commercio, Di Girolamo: ”Dare le colpe all’amministrazione comunale è riduttivo”

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Da una parte c’è l’appoggio da parte di Palazzo Spada nella manifestazione “E’ il momento di alzare la voce” che si terrà martedì prossimo, organizzata dalle tre associazioni del commercio: Confcommercio, Confartigianato e Confesercenti. Dall’altra, invece, c’è una risposta polemica alle accuse rivolte all’attuale amministrazione, dalle tre associazioni nel corso della conferenza stampa, tenutasi ieri, per la presentazione della prossima manifestazione contro l’attuale crisi economica che sta attanagliando la città.

La risposta alle accuse lanciate arriva direttamente dal primo cittadino, Leopoldo Di Girolamo, che inizialmente fa sentire la propria vicinanza alle tre associazioni, in merito alla manifestazione, poi rilancia difendendo a spada tratta l’operato della sua amministrazione: “Esprimo apprezzamento per i toni contenuti utilizzati e per le riflessioni avviate dalla quasi totalità delle sigle di rappresentanza del mondo dell’artigianato e del commercio nell’annunciare la manifestazione di martedì prossimo contro la crisi e in particolare per sottolineare le oggettive difficoltà del mondo dell’impresa, con particolare riferimento all’artigianato e al commercio, da sempre momenti fondamentali dell’economia di questa città”.

Il sindaco prosegue elencando quanto fatto in questo periodo da Palazzo Spada per poter risollevare le sorti del mondo del commercio: “Questa amministrazione comunale da tempo conosce gli effetti che la crisi nazionale e internazionale producono anche sulla nostra città che pure continua ad essere una delle città trainanti del centro Italia, sia in ambito produttivo che come qualità di vita. In questa ottica l’amministrazione comunale ha lavorato su precisi filoni che stanno dando risultati apprezzabili:

  • il mantenimento dei costi dei servizi e delle tariffe e la massima attenzione alla pressione fiscale. Rammento che secondo le classifiche di un organismo del mondo del commercio, la Camera del Commercio di Mestre, siamo al 71° posto tra le città capoluogo per il costi delle tariffe comunali, addirittura al 78° per la pressione fiscale comunale. Da oltre 10 anni alcune tariffe come Tarsu, Pubblicità, Tosap non vengono toccate o hanno subito incremento minimali. Anche nel bilancio 2012, pur in una situazione difficile, abbiamo mantenuto questa linea, evitando oltretutto di applicare la tassa di soggiorno, che invece è stata prevista da tanti comuni;
  • l’attivazione di tutta una serie di manifestazioni di elevato rilievo, come la Notte Bianca, i grandi appuntamenti nazionali del ciclismo e dello sport, dei motori, che hanno portato in centro migliaia e migliaia di persone e che sono state anche un’ottima occasione di lavoro per gli operatori del commercio;
  • nel corso del 2011 ha sbloccato pagamenti per 26 milioni di euro proprio per dare un sostegno concreto ai propri fornitori e alle imprese. Nel corso del 2012 sono stati attivati pagamenti ad imprese per 24 milioni di euro. Uno sforzo rilevante, in un quadro di finanza pubblica che non ha precedenti nella recente storia del Paese, e che rischia di far pagare al nostro ente il prezzo altissimo del non rispetto del Patto di stabilità. Sempre nel 2012 verrà attivato lo Suap, proprio per velocizzare le risposte amministrative alle imprese”.

Infine, il sindaco conclude definendo l’attacco sull’amministrazione, da parte del presidente di Confesercenti, Italo Federici (nel corso della conferenza stampa aveva riferito che “la colpa di questa situazione è anche del manovratore di questa città e delle istituzioni che non ci danno una mano”), ingiustificato: “Questo lavoro, questo impegno costante per la città e per i suoi settori produttivi fanno risultare ancora più sorprendenti le parole del presidente della Confesercenti. Di fronte a un quadro complesso, pieno di implicazioni nazionali e internazionali, scaricare le colpe sul Comune, l’ente che più di ogni altro è chiamato a sopportare i costi della crisi, è veramente riduttivo, non serve a nessuno, tantomeno alla città che ha bisogno sì di manifestazioni di presa di coscienza ma anche di lavoro comune e condiviso. Siamo come sempre pronti al dialogo, al lavoro, al confronto sereno, nella consapevolezza che il punto non è puntare il dito contro qualcuno ma lavorare per la città. Questo è l’indirizzo della mia amministrazione dalle piccole alle grandi cose: non abbiamo richiesto i danni per il pennone di piazza Tacito venuto giù sotto il peso delle luminarie, solo per fare un esempio di concreta collaborazione; non ci uniremo al coro delle poche e isolate Cassandre che parlano di una Terni morente che non esiste”.

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