Riconoscere alla provincia di Terni lo status di “crisi industriale complessa”, permettendo così “un organico intervento nazionale per la reindustrializzazione dell’area” soprattutto nei settori dei materiali speciali e innovativi: è la proposta principale contenuta nei due documenti elaborati dalla Cgil ternana, incentrati sulla crisi dell’industria e su welfare e servizi. Nel corso di una conferenza stampa che si è tenuta oggi sono stati diffusi alcuni dati per inquadrare “la drammaticità della situazione”.
Per quanto riguarda gli ammortizzatori sociali, nel periodo gennaio-luglio 2013, in provincia si è registrata una crescita della cassa integrazione ordinaria (+13,31%) e un’impennata della straordinaria (+58,82%), mentre è crollata quella in deroga (- 82,06). I disoccupati iscritti ai Centri per l’impiego della provincia, al 31 dicembre scorso, sono 27.277, con un aumento del 10,2% rispetto allo stesso periodo del 2011. A livello territoriale, l’aumento a Orvieto e pari al 12,3%, mentre in quello di Terni e del 9,8%. Da gennaio a giugno (in base ai dati della Camera di commercio) hanno inoltre chiuso l’attivita oltre 800 aziende, con un saldo negativo tra iscrizioni e cessazioni.
Il segretario provinciale Attilio Romanelli ha affermato: “I dati sono oggettivi ed è indispensabile intervenire, non rimandare più nel tempo decisioni che garantiscano i livelli occupazionali e la continuità produttiva”. Per il sindacato è quindi necessario intervenire con una strategia di reindustrializzazione del polo chimico focalizzata “alla realizzazione di un programma di sviluppo di iniziative nel settore della green economy declinata alle varie utilizzazioni del recupero e riutilizzo dei materiali plastici e alle verticalizzazioni del Mater-bi in un sistema coerente di attivita di ricerca e innovazione”.
La Cgil propone tra l’altro l’istituzione di un fondo anticrisi e di contrasto alla povertà, da alimentare con le risorse ricavate dalla lotta all’evasione fiscale, ma anche con l’impegno diretto delle Fondazioni bancarie umbre. Romanelli ha anche auspicato la ripresa di un confronto con le associazioni datoriali, Confindustria in testa. Infine, in merito al riassetto istituzionale secondo la Cgil di Terni, nell’ottica di un superamento delle province, va comunque “pensato” un livello di governo di area vasta non elettivo, prendendo a riferimento quello degli “ambiti territoriali delle due nuove Asl”.