Solidarietà ai lavoratori delle acciaierie di Terni e richiesta a tutte le istituzioni umbre ed italiane di lavorare affinché sia preservata l’integrità e la produttività degli stabilimenti di viale Brin. Ad esprimerlo in una nota è Giuseppe Tulli del coordinamento regionale di Csp Partito Comunista.
“I comunisti umbri di Csp Partito Comunista – recita la nota – esprimono la massima solidarietà umana, politica nonché forte preoccupazione, per tutti i lavoratori diretti ed indiretti del sito di viale Brin ed al contempo, profonda ansia per il futuro dello stabilimento Tk-Ast Acciai Speciali di Terni. Noi sottolineamo che l’Ast e le sue eccellenze siderurgiche hanno 128 anni di storia, lo stabilimento di Terni è un sito integrato all’avanguardia, pioniere in tante tecnologie e tale dovrà rimanere anche dopo la vendita prevista nell’ambito della fusione fra Outokumpu ed Inoxum Thyssen Krupp”.
Csp sottolinea che “ad oggi il sito di Terni rappresenta la più grande azienda della Regione Umbria in termini di numero di addetti, fatturato e quota dello stesso che viene destinato alla ricerca e sviluppo e senza l’attuale assetto dell’acciaieria, l’Umbria sarebbe davvero ridotta a ben poca cosa. Per queste ragioni, noi comunisti oltre a dire di no a qualsiasi cessione frazionata del sito, sosteniamo fortemente che nella futura prossima cessione, occorrerà privilegiare un partner che abbia un solido profilo industriale internazionale, in grado di effettuare gli ingenti investimenti che il settore siderurgico richiede, tutelando per questa via i quasi 5000 lavoratori diretti ed indiretti”.
“Al contrario – prosegue Tulli – dovrà essere scartata qualsiasi società o gruppo che abbia un profilo prettamente o quasi finanziario, come un fondo di investimento internazionale o società di private equity, i quali non darebbero le garanzie che occorrono per fare questo tipo di industria”.
In conclusione “Csp Partito Comunista sollecita tutte le istituzioni umbre, in modo particolare la Giunta Marini, il Governo nazionale e gli europarlamentari a tenere molto alta l’attenzione sulla principale vertenza della Regione e a mettere in campo tutte le loro risorse affinché, si facciano scelte opportune e si preservi l’impianto a ciclo integrato e i suoi 5000 posti di lavoro diretti ed indiretti”.