El Alamein è un piccolo villaggio, ma la sua storia è grande. Questo angolo d’Egitto fu teatro di due importanti battaglie durante la Seconda Guerra Mondiale, nel quale persero la vita molti soldati italiani. È un pezzo di storia nazionale, un luogo della memoria, il viaggio culturale ideale per chi è appassionato di battaglie ma non rinuncia alle bellezze paesaggistiche dell’Egitto. Se preferite trascorrere tutto il soggiorno in un solo resort, potete scegliere il Ghazala Regency Resort&Spa, lussuoso 5 stelle affacciato su una spiaggia di sabbia bianchissima. In alternativa potete aggiungere una settimana di tour nel deserto, con pernottamento in oasi, safari in jeep ed escursioni varie.
Da dove cominciare? Da un breve, ma utilissimo, ripasso di storia. Per appassionarsi a questa “cittadella del valore italiano”. Nel luglio 1942 le truppe dell’Asse tentano un’avanzata su Alessandria, ma senza successo. A ottobre l’armata inglese del generale Montgomery si scontra con le truppe della “volpe del deserto”, il generale tedesco Erwin Rommel, costringendole a ripiegare in Tunisia. Fra i suoi uomini c’è anche la divisione corazzata “Ariete”, una Grande Unità del Regio Esercito e molti altri soldati italiani, costretti a lottare fino alla sconfitta e alla morte. Seguendo tour privati con guide esperte in queste zone è possibile raggiungere località desertiche come el Abd, dove si trovava il Fort Menton, utilizzato dalle truppe italiane come ospedale interrato, oppure si può percorrere il Passo del Carro su alture che si affacciano sulla Depressione del Qattara, una valle di sabbia rocciosa dove ancora si possono trovare numerosi resti di trincee scavate, fino a Qaret el Himeimat, all’epoca l’estremo avamposto della linea difensiva italiana, dove si vedono, disseminati fra le dune, numerosi resti di guerra.
Ma il posto più toccante di El Alamein (dove si ricordano i nostri caduti) è il grande Sacrario Militare Italiano, sulla litoranea per Alessandria: al suo interno si trovano le spoglie di oltre 5.200 soldati italiani e 232 soldati libici. Per scoprire altre curiosità e approfondire le vicende belliche c’è il Museo della Guerra, che conserva cimeli come armi, divise, cartine e vecchi carri armati, usati nelle battaglie (al chilometro 105, Alex-Matrouh Desert Road). Su una collina ad ovest della torre del sacrario si può vedere anche la celebre base di “Quota 33”, costruita nel 1948 (finita nel 1955), sul punto in cui il 10 luglio 1942 persero la vita gli artiglieri del 52º Gruppo cannoni da 152/37.
Oltre alla vacanza culturale, c’è poi il fascino della costa, un finestra molto particolare sul Mediterraneo, disseminata di spiagge dalle acque di un azzurro intenso. Forse quella più bella è Cleopatra Beach, a ovest della città, che non a caso era, secondo la leggenda, proprio uno dei luoghi preferiti dalla regina egizia, un posto ideale per fare il bagno nelle acque trasparenti. Un’altra spiaggia da non perdere è Agiba, termine che tradotto significa “meraviglia”: già il nome già dice tutto, con grotte e calette naturali da esplorare, dove rilassarsi completamente sotto il sole.
Fonte: Dove Viaggi