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Non sono notizie confortanti quelle che circolano da pochi giorni all’interno degli uffici comunali di Palazzo Spada, e soprattutto dall’ufficio del vicesindaco Libero Paci. Con la divulgazione da parte del ministero dell’Economia dei dati relativi al gettito presunto dell’Imu e dei trasferimenti statali si possono predisporre i primi bilanci di previsione, operazione che non è stata potuta effettuare il marzo scorso con lo schema di bilancio preventivo a causa dell’insufficienza di questi dati. Risultato? Si prevede una situazione alquanto critica per le già soffocate casse del Comune.
Infatti, ciò che si evince dalle tabelle del Mef (ministero dell’Economia e delle Finanze) è una sovrastima del gettito Imu rispetto ai calcoli degli uffici tecnici comunali ed un conseguente maggiore taglio ai trasferimenti che ammonta a 10 milioni di euro (dai 31 milioni di euro del 2011 ai 21 milioni del 2012). “Il rischio che corrono i comuni, compreso quello di Terni – spiega il vicesindaco Paci – è che i minori trasferimenti unitamente ad un probabile minor gettito dell’Imu rispetto a quello presunto determinino serie problematiche di equilibrio del bilancio. Una criticità che si sommerà al peso crescente e oramai insostenibile dei vincoli del patto di stabilità il cui saldo finanziario nel nostro Comune passerà dai 5,2 milioni di euro del 2011 agli 8,5 milioni di euro per il 2012. Inoltre le determinazioni del governo in merito alle modalità di pagamento dell’Imu darà luogo a crescenti problemi di liquidità per i comuni già in sofferenza finanziaria per il venir meno dei trasferimenti erariali (ad oggi il comune di Terni ha ricevuto dallo stato appena 5 milioni di euro)”.
Il vicesindaco prosegue puntando il dito contro la nuova tassa sugli immobili: “Il pasticcio dell’Imu complica sempre di più la vita dei cittadini e dei comuni. Questa che a differenza dal nome si evidenzia sempre più come una tassa statale, non solo colpisce in modo insostenibile i contribuenti senza alcun criterio di equità, ma aggrava la già precaria condizione dei comuni costringendoli a fare gli esattori per lo stato nelle cui casse finirà una parte importante del gettito dell’Imu. La risposta a queste politiche non può essere, come da alcuni ipotizzato, la disobbedienza fiscale, ma non vi è dubbio che necessita un’azione forte per restituire dignità e certezze ai comuni e per ottenere, come chiesto dall’Anci, che il ricavato dell’Imu resti ai comuni per finanziare i servizi e corrispondere alle necessità delle città. Va altresì segnalato che le forti perplessità sulla fondatezza dei dati del gettito forniti dal Mef e gli ulteriori tagli ai trasferimenti rendono ancora più arduo il compito di dotarsi di uno strumento finanziario attendibile capace di garantire a fine anno l’equilibrio di bilancio”.
Paci conclude garantendo che il Comune non aggiungerà alcuna tassa a quelle già preventivate precedentemente e che si troveranno le risorse necessarie al pareggio di bilancio attraverso altri canali: “Riteniamo pur tuttavia di confermare gli orientamenti già assunti in materia di aliquote e di tariffe, orientamenti che dovranno essere successivamente consolidati alla luce anche delle ulteriori determinazioni del governo. Unitamente alla definizione della proposta di bilancio verificheremo le residue capacità di investimento e valuteremo le possibili modalità di reperimento di risorse escludendo comunque strumenti che la normativa ci mette a disposizione, ma che comporterebbero una ulteriore inaccettabile pressione fiscale sulla casa e sui cittadini”.