Inchiesta, Lorenzetti: ”Marini mi ha detto che sono intercettata”. Finocchiaro: ”Marini è pericolosa”
Ad inizio settembre 2012 Lorenzetti chiama “tale” Marco e spiega ciò che gli è stato raccontato da un certo “Valentino” (che ha in suo uso un cellulare intestato alla Giunta regionale). Cosa è venuta a sapere la zarina? Che a Catiuscia Marini sono giunti stralci di intercettazioni telefoniche in cui vengono riportati giudizi negativi su Marini stessa. La zarina afferma: “…insomma credo che qualcuno di quelli che stavano lì era ascoltato…capito sì?…E quindi è venuto fuori che una parte di queste cose che hanno sbobinato è venuto fuori anche degli apprezzamenti su di lei poco piacevoli… non ho capito chi è…chi sono i gruppi di ascolti, se l’Arma o altri”. Marco risponde affermando che è in grado di verificare chi sta seguendo l’indagine “…sarà la Finanza…l’Arma non lo so onestamente posso informarmi”. Nelle carte è scritto: “Lorenzetti fa capire che questi stralci di conversazione fatti circolare in maniera anonima riguardano Catiuscia Marini e lei stessa ha chiesto a Valentino di far sapere la cosa alla stessa Lorenzetti”.
Qualche ora dopo Marco richiama Lorenzetti: “E’ stato quel di Todi, carabinieri di Todi…no il suo amico carabiniere di Todi che quell’altri sanno tutto e attenta perché secondo il mio amico mi hanno detto ‘è lei sotto controllo occhio’, lei o qualcuno del suo entourage”. Insomma Marco sembrerebbe affermare che ad essere intercettata è Marini e aggiunge: “Stai attenta quando parli con Valentino, stai attenta quando parli con lei non utilizzate i telefonini… uno di loro è sotto controllo”.
Pochi giorni dopo Lorenzetti e Marini si parlano al telefono, secondo gli inquirenti in modo tale da risultare volutamente incomprensibili. Tra le altre cose l’attuale presidente dell’Umbria dice: “Io insomma non è che può essere che i carab… cioè ma voglio dire quando ci vediamo ti voglio dire un episodio che considero inquietante… in generale e ti dirò come l’ho saputo …”. “Secondo me questa è una cosa che prosegue tra virgolette”.
Lorenzetti è particolarmente felice ma dopo aver ringraziato affettuosamente torna subito a parlare di Catiuscia Marini: “Ci metti me? Amore mio. Ti ringrazio però mi dispiace Anna, guarda… però non va… lei non riesce per di più a entrare in empatia con le persone, con i cittadini, con gli umbri… e poi è una che è inquietante per alcuni versi perché ha alcune relazioni e rapporti .. del genere servizi.. a carabinieri… magistratura”. Finocchiaro sembra essere d’accordo: “Sì, ho capito perché lei mi ha detto qualche cosa… mi ha suggerito di essere stata destinataria di informazioni… mi ha detto una cosa che mi ha un pò inquietato”. Lorenzetti a quel punto teme: “Saremmo tutti quanti sotto controllo?”. Finocchiaro ribatte: “Poi ne parliamo, se passi uno di questi giorni”.
Qualche minuto dopo Lorenzetti chiama Valentino e facendo riferimento ad una conversazione con Marini dice: “Mi ha detto che qualcuno di noi… me compresa fosse ancora intercettata.. detta proprio papale papale”.
Interrogatorio gip. Ieri Lorenzetti nell’interrogatorio di garanzia che si è svolto davanti al gip di Firenze ha contestato “radicalmente e a 360 gradi” tutte le ipotesi accusatorie contestate a suo carico. Lorenzetti ha contestato in particolare l’addebito di essere stata alla testa di una “squadra” impegnata in attività illecite. “Ha spiegato questo termine – ha detto l’avvocato Ghirga – nel senso di un gruppo che si muoveva in maniera compatta nel solo interesse dell’Italferr. Non certo in senso associativo come ipotizzato dai pm”.
La ex presidente – secondo quanto si è appreso dal suo legale – ha quindi sottolineato che “i suoi comportamenti sono stati improntati unicamente a tutelare gli interessi dell’Italferr. In particolare – ha aggiunto il legale – per disincagliare un progetto e trovare una non facile soluzione a problemi di assoluta rilevanza tecnico-scientifica e contrattuale. Come quelli relativi alle terre e rocce da scavo, all’autorizzazione paesaggistica e alle riserve”.
Al termine dell’interrogatorio di garanzia, al quale hanno partecipato anche i pubblici ministeri titolari dell’indagine, i difensori della Lorenzetti hanno chiesto la revoca della misura cautelare a carico della loro assistita. In particolare per “il venir meno” del rischio di reiterazione del reato.
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