Ipercoop Terni dipendenti licenziati, striscione allo stadio e scritte su muri. Rissa su Facebook tra Prc e Cgil

La vicenda è drammatica e personale ma al tempo stesso porta a galla alcuni rapporti di potere tra cooperative, aziende, sindacati e partiti ternani. Il licenziamento di due dipendenti dell’Ipercoop di Terni, accusati di aver mangiato merendine scadute, è ormai terreno di scontro durissimo e motivo di manifestazioni di solidarietà allo stadio, rivendicazioni identitarie e scritte ingiuriose sui muri.

La partita si gioca tutta a sinistra del Pd (che non ha espresso nulla a riguardo) con i Cobas che per primi hanno denunciato la vicenda ed hanno indirizzato accuse nei confronti della Cgil. E’ poi intervenuto il Partito della rifondazione comunista che ha dato manforte ai Cobas accusando il sindacato di aver voluto mantenere il silenzio sul licenziamento della Coop e di non aver nemmeno preso le distanze da quel provvedimento punitivo. La Cgil ha replicato precisando prima di tutto di aver già da tempo impugnato il licenziamento di uno dei due dipendenti che si è rivolto ad essa e di aver offerto assistenza legale gratuita e poi ha lasciato intendere di non aver voluto sollevare un polverone mediatico per rispettare quanto deciso dal lavoratore interessato. Lo scontro tra Prc e Cgil non si è però fermato ma è anzi degenerato su Facebook con tanto di insulti ma soprattutto di accuse di “connivenza” con questo o quel “padrone”.

”Padroni”. Se il Prc accusa la Cgil di malsana vicinanza alla Coop, il sindacato replica che il Prc sta mantenendo uno stretto silenzio su un’altra vicenda, quella del licenziamento di 12 dipendenti della Rigato, impiegati presso l’Ast. Gli esponenti del sindacato non lo scrivono ma lo lasciano intendere chiaramente: il Prc non prende posizione sui licenziati Rigato perché in quella vicenda centra l’azienda Iosa con cui un dirigente del Prc ternano sarebbe in stretti rapporti. [Alessandro Rampiconi in una rettifica dichiara: “Il sottoscritto non ha lasciato intendere cose diverse rispetto a quanto oggettivamente dichiarato in particolare in merito a presunte posizioni del P.R.C. nei confronti dei licenziamenti della società Rigato”.] Insomma, l’accusa che si scambiano reciprocamente è quella di avere “padroni amici” e “padroni nemici” a seconda delle convenienze.

Vicenda Rigato. Per anni parte delle pulizie industriali dell’Ast sono state effettuate dall’azienda Rigato di Venezia ma a partire da gennaio 2014 lo stesso servizio passerà nelle mani dell’azienda ternana Iosa che ha vinto la gara d’appalto. Il problema è che mentre la Rigato impiegava 24 lavoratori, Iosa ne impiegherà soltanto 12 poiché l’appalto che ha vinto prevede un monte ore lavorativo inferiore. Nei giorni scorsi (quindi con un certo anticipo rispetto al primo gennaio 2014) a 12 dei 24 dipendenti è stato smagnetizzato il badge e quando si sono presentati a lavoro, sono rimasti bloccati ai tornelli, impossibilitati ad entrare. Di fatto licenziati tramite smagnetizzazione del tesserino.

Scontro su Facebook. Lo scontro dialettico particolarmente duro (poi rimosso) è andato in scena sulla bacheca Facebook dell’esponente di Filcams Cgil, Matteo Lattanzi. Il sindacalista aveva pubblicato il comunicato con la posizione ufficiale del sindacato e poco dopo è arrivato il commento di Alessandro Stella, esponente del Prc, che ha scritto: “La cosa più importante è la tutela dei diritti dei lavoratori. E là dove ci possono essere, o sospettare, ambiguità, o quantomeno prese di posizione tardive o opache, è importante stimolare chi se ne dovrebbe occupare della tutela. Concentrarsi poi sul merito della questione lo è ancor di più: in fin dei conti reputo sia stato offerto, oltre che uno stimolo, anche un assist a CGIL-CISL e UIL con questo comunicato e con quello dei Cobas. Dovesse esserci anche qualche micro o macro imprecisione nei comunicati, non deve essere una scusa per ricercare uno scontro improduttivo, bensì, ripeto, un’occasione per rilanciare e fare il proprio mestiere con maggior vigore, puntualità, coraggio e visibilità. Non leggo una parola in merito ai licenziamenti: il comunicato poteva essere un’occasione anche, o quasi esclusivamente, per entrare nel merito della questione. Piuttosto che dedicarlo esclusivamente ad inveire contro Cobas e Rifondazione. Buon lavoro”.

Sembrava che la discussione fosse avviata ad una riconciliazione, con la parziale ammissione dell’esponente del Prc di aver commesso un errore nell’accusare la Cgil, invece mano a mano il dibattito si è infiammato e, dopo qualche post, si è scatenato il putiferio. Il membro della segreteria provinciale Cgil, Alessandro Rampiconi, ha così replicato a Stella: “Come sempre il ridicolo supera la realtà. Prima si fanno volantini infamanti che parlano di silenzio come connivenza alla Coop. Poi si scopre che uno dei lavoratori (non iscritto) utilizza gratuitamente l’ufficio vertenza delle CGIL e si dice che inveiamo contro chicchessia. Ma per favore invece di fare i rivoluzionari da tastiera abbiate rispetto di chi è licenziato e lasciategli scegliere la lotta che vuole fare. Piuttosto vorrei vedere un comunicato di qualcuno contro le cosiddette cooperative rosse o di sostegno ai 12 lavoratori di Rigato licenziati attraverso la smagnetizzazione del cartellino. Quelli cosa sono lavoratori di serie B o l’azienda è di serie A?”.

Lattanzi: “Alessandro Stella, è inutile continuare: le imprecisioni che tu dici sono gravi perché danno la misura del fatto che chi ha redatto quel documento non ha la benchè minima idea di cosa stesse parlando. Ne è la riprova il fatto che è stata attaccata la cgil che, invece, aveva già da tempo offerto assistenza legale gratuita. Inoltre si fa riferimento alla gestione del 25 aprile e 1 maggio, senza sapere che in quei giorni la coop è rimasta chiusa grazie anche alla contrattazione fatta. Allora, se un comunicato tocca 4 argomenti, due dei quali clamorosamente sbagliati e, guarda caso, di attacco alla Cgil comincia ad esserci un problema di scarsa credibilità, soprattutto rispetto agli obiettivi”.

Discussione infiammata. La discussione è poi proseguita, con toni sempre più accesi, tra Stella e Rampiconi che si sono scambiati giudizi decisamente pesanti. Tralasciando insulti e questioni personali, riportiamo qualche scambio che rivela rapporti molto tesi tra Prc e Cgil, in cui la vicenda dei due licenziati Ipercoop resta sullo sfondo.

Stella: “Il tuo sindacato è una congrega di privilegiati stipendiati, in cui la collusione e passività è divenuta un mestiere a chiappe calde sulla sedia”.

Rampiconi: “Non mi sembra che avevi lo stesso parere qualche anno fa, quando criticavi Rifondazione per avere troppe vicinanze con gli imprenditori delle cooperative e non solo”.

Rampiconi: “Sai solo insultare e nel merito nulla, perché non sei libero R I G A T O. La libertà è una cosa bellissima ma tu non sai cos’è”.

Stella: “Quanti ne avete schiaffati a lavorà, anche in Coop?”.

Lattanzi: “Finché si parla e si discute, ognuno è libero di esprimere le proprie opinioni. Quando però si scopre l’odio (si, l’odio caro Alessandro Stella) nei confronti della Cgil, tutto diventa più chiaro. Anche volantini e comunicati stampa”.

Segretario Prc. La posizione del segretario provinciale del Prc, Lorenzo Carletti, sembra la stessa (al netto delle questioni personali) assunta da Alessandro Stella. Sul proprio profilo Facebook ieri ha infatti scritto: “Il punto è che quando una forza politica fa ciò che deve fare, cioè denunciare pubblicamente abusi al fine di difendere i lavoratori e la legalità dopo giorni di silenzio, si alzano gli scudi, si grida allo scandalo, ci si giudica tendenziosi. Bastava fare ciò che occorreva fare, e farlo nei giusto tempi, cioè tempestivamente! Fa sorridere che una semplice affermazione che chiama in causa i sindacati tutti scateni un fronte di fuoco, quando in passato le nostre denunce e le nostre proposte nel quadro di questa crisi furono inascoltate, sottovalutate. Oggi chi invece da fastidio è chi cerca di far luce sull’ombra dello sfruttamento e dell’ingiustizia. Una pratica che poco ha a che fare con la ‘concertazione’. La nostra denuncia ha contribuito insieme ad altre a far luce su una situazione orrenda, altrimenti rimasta silente ed invisibile come la totalità delle vertenze nella crisi. Se la polemica è servita per far muovere anche il sindacato più grande, per quanto mi riguarda la missione è compiuta. Vorrà dire che a difendere i due lavoratori ci sarà un fronte ampio di forze politiche e sindacali. Facciamo in modo che ciò diventi pratica”.

Segretario Cgil. Su Facebook è intervenuto anche il segretario provinciale Cgil, Attilio Romanelli, che ha confermato i rapporti tuttaltro che buoni tra il sindacato e il Prc: “La vicenda in questione andrebbe gestita con molta attenzione in quanto è in gioco il lavoro e il futuro dei due lavoratori. La CGIL su richiesta di uno degli interessati ha dato assistenza legale, con tutto quello che ne conseguirà, i tempi sono quelli della procedura, ovvero alla comunicazione di licenziamento si è proceduto per via legale. Le questioni tirate strumentalmente in ballo servono ad alcuni per avere un po’ di visibilità sulla pelle di chi oggi è senza lavoro, ritengo questa speculazione dannosa per gli interessati al reintegro nel proprio posto di lavoro. Il resto sono parole al vento che si consumano nel giro di una settimana per trovare altri argomenti su cui polemizzare preferibilmente con la CGIL nemico da sempre per poi dimenticare e questuare”.

Striscione e volantini allo stadio Liberati. In occasione della partita tra Ternana e Reggina, in viale dello Stadio è stato affisso uno striscione lungo una decina di metri con la scritta: “Solidarietà ai licenziati Coop”. Inoltre i Cobas di Coop Terni, all’ingresso dello stadio, hanno consegnato oltre 2 mila volantini. Gli stessi Cobas fanno sapere di aver anche raccolto un centinaio di euro donati dai tifosi che serviranno “per le spese legali contro i licenziamenti”.

I Cobas spiegano che “così continuano le iniziative per il “Natale solidale con i lavoratori licenziati della Coop” e dopo il concerto della Concabanda del 25 dicembre al Centro Sociale Cimarelli, la solidarietà espressa nei giorni scorsi da Rifondazione Comunista e dal Movimento 5 Stelle, sono in programma varie iniziative per coprire le spese legali e garantire ai due licenziati quanto auspicato dai lavoratori autorganizzati e dal Cobas della Coop: il reintegro nel posto di lavoro, cancellando l’accusa infamante di furto a chi avrebbe mangiato qualche cioccolatino, fatta da chi ha avuto una pessima gestione degli investimenti della Coop e dei fondi del prestito soci investimenti: parliamo delle pesanti perdite nel Monte dei Paschi di Siena, nella Banca Popolare di Spoleto ed dell’alienazione del patrimonio immobiliare – reale garanzia della restituzione del prestito ai soci – al Fondo Etrusco di Caltagirone e MPS”.

“Auspichiamo – concludono i Cobas – che Coop Centro Italia ritiri i provvedimenti di licenziamento evitando di far ricorrere i lavoratori alla magistratura per ottenere il riconoscimento dei loro diritti e ristabilisca rapporti civili all’interno del punto vendita di Terni, garantendo la piena democrazia e la dialettica sindacale”.

Scritta su muro Coop Castiglion del Lago. Ieri su un muro posto davanti al supermercato Coop di Castiglion del Lago (PG) è stato scritto: “Solidali con i lavoratori Coop licenziati a Terni. Dirigenti infami”. Il tutto corredato dalla stella a cinque punte e da falce e martello.

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