La bellezza di Marrakech e la magia del Sahara

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Marrakech è una città da vivere, assaporare, ma soprattutto è una città da guardare. La sua posizione superba, a ridosso dei monti dell’Alto Atlante incappucciati di neve, rimane un ricordo indelebile per gran parte dei visitatori. Riempie gli occhi anche la famosa piazza cittadina, la Djemaa el-Fna, esempio classico di un Maghreb dal sapore antico, con il brulichio di persone, giocolieri, cantastorie, maghi, acrobati e incantatori di serpenti. E se ci si trova nella città imperiale tra il 2 e il 10 dicembre 2011 imperdibile il Festival Internazionale del Film, la principale manifestazione dedicata alla settima arte in Marocco. Quest’anno la giuria sarà presieduta da Emir Kusturica e Sigourney Weaver.

Oasi di Skoura

Marrakech e la magia del Sahara sono protagonisti del pacchetto, realizzato appositamente per i lettori di DoveViaggi.it, che prevede otto giorni (7 notti fra hotel, riad e campi tendati di lusso), volo Royal Air Maroc da Roma e Milano su Marrakech (via Casablanca), guida in italiano, vitto e uno splendido itinerario in 4×4 che da Marrakech porta a toccare Ouarzazate, Jbel El Mziouda, Merzouga, le Gole del Todra e la lussureggiante oasi di Skoura. E se la sera dell’arrivo è libera, e si può così approfittare dei film in programma al Festival, la vera avventura inizia il giorno dopo, quando, saliti sulla 4×4, ci si lascia alle spalle le campagne coltivate e gli uliveti per addentrarsi nell’Alto Atlante.

Ait Ben Haddou

Superato il villaggio di Taddert, una serie di tornanti mozzafiato conducono al valico del Tizi ‘n Tichka (2260 metri), da dove si prosegue attraverso la stupenda valle dell’Ounila punteggiata di villaggi berberi tradizionali. La prima tappa è alla kasbah di Ait Ben Haddou, forse la più famosa del Marocco. Ripresa in diversi film (da Il gladiatore di Ridley Scott al Tè nel deserto di Bernardo Bertolucci), è un labirinto fortificato di vicoli che attraversano una piccola valle. Riconosciuta patrimonio mondiale dell’Unesco, è tuttora abitata e i residenti spesso amano raccontare ai turisti gli aneddoti delle riprese a cui hanno assistito e che hanno lasciato il segno nella vita del villaggio: il cancello all’ingresso della casbah non è  infatti originale, ma fu aggiunto per il film All’inseguimento della pietra verde (nel film Michael Douglas lo attraversa a bordo di un aereo).

Palazzo di Glaoui

Dopo essersi rifocillati con prelibatezze locali, si prosegue per Ouarzazate, dove si visita la grande casbah Taourirt, residenza dell’ultimo pascià di Marrakech. Qui ci si ferma per la notte, quindi si ha tutto il tempo per visitare con calma il palazzo dei Glaoui e le sue eleganti decorazioni pittoriche sui soffitti di legno. Il giorno dopo ci si rimette in viaggio puntando verso sud, lungo la valle del Draa, attraverso il panoramico passo di Tinfifft (1660 m) sul Jbel Sarho, brullo massiccio di formazione vulcanica, lavorato dall’erosione, che ha trasformato le rocce in pinnacoli, simili a dita puntate verso il cielo. Lungo il tragitto si visita l’imponente ksour di Tamnougalt, magnifico esempio di costruzione tradizionale in terra, ora in rovina ma parzialmente abitato e ancora capace di riflettere i ritmi di vita in un’oasi.

Erg Chebbi

Nkob, grosso villaggio posto sull’oasi omonima, è luogo di raccolta per i berberi Ait Atta del Jebel Sarhro e teatro di un vivace mercato domenicale. Da qui, nel pomeriggio, ci si inoltra nella vasta regione sahariana del Tafilalt e, attraverso piste e tratti desertici, si raggiunge il Jbel El Mziouda, luogo selvaggio e di grande fascino, a ridosso del confine algerino. Vi si dorme, dimentichi delle comodità scontate degli alberghi, come veri beduini in un campo tendato di lusso. L’alba del quarto giorno illumina il percorso che, tra cordoni di dune e falesie, piccoli villaggi e oasi, affianca il corso meridionale dello Ziz, fino al villaggio di Merzouga e il magnifico erg Chebbi. Le sue dune sono le più alte del Marocco (meta continua di troupe televisive): dalla loro cima, nelle giornate limpide d’inverno, si riescono a vedere le vette innevate del Jebel M’Goun, a oltre 150 km di distanza. Qui, si può assistere all’alba nel deserto, mentre chi vuole riposare rientra in un piccolo hotel di charme.

Gole del Dades

Il quinto giorno ci si sposta negli autentici suq di Rissani, l’antica Sujilmassa, la prima città islamica del Sud marocchino, e poi a Tunerhir, città berbera situata a 1340 metri, ai margini di un verdissimi palmeto. Poco lontano, le impressionanti gole del Todra, le cui strette e lisce pareti levigate dall’erosione raggiungono i 300 metri di altezza e sono larghe, in alcuni punti, solo 20 metri. Dopo aver pranzato si prosegue per la cittadina di Boumalne Du Dades, dove ci si ferma per la notte, non prima però di aver visitato le pittoresche gole del Dades, caratterizzate da formazioni rocciose che cambiano colore in base alla luce.

L’indomani, prima di ripuntare verso Ouarzazate, si visita l’oasi di Skoura, antica riserva di caccia di califfi e sultani, e la casbah Ameridil, la meglio conservata dell’area. La discesa graduale verso Marrakech, lungo tornanti scavati nella roccia, regala panorami mozzafiato. Giunti nella città imperiale, si ha un giorno e mezzo a disposizione per godersela seguendo la guida che parla italiano: si visitano così la moschea, il minareto della Koutobia (XI secolo), le tombe della dinastia Saadita e la raffinata Medersa Ben Youssef. Il giorno dopo si riparte per l’Italia con la certezza di voler, prima o poi, ritornare.

 

Fonte: Dove Viaggi

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