“La logica era chiara: o eri donna e cedevi alle avances del sindaco Goracci o eri uomo e avevi agganci politici o di amicizia con Goracci o con persone riconducibili al suo gruppo, oppure eri fuori dai giochi”. E’ quanto ha affermato agli inquirenti perugini una donna, vigile urbano a tempo determinato del Comune di Gubbio, che sarebbe stata illegittimamente esclusa dalle “stabilizzazioni” perché ritenuta “invisa” alla presunta associazione a delinquere promossa dall’ex sindaco di Gubbio. Il quale, alla richiesta di chiarimenti sulla mancata stabilizzazione, avrebbe risposto: “Qui decido io, lei per me non entra”.
Le dichiarazioni della donna costituiscono un “riscontro”, affermano gli inquirenti, alle dichiarazioni di una sua amica e collega, anche lei illegittimamente esclusa dal concorso per agente di polizia municipale a tempo indeterminato dopo aver respinto le presunte avances del sindaco (che per questo episodio è accusato anche di violenza sessuale). Goracci, in una occasione, stando a quanto si legge nelle carte dell’inchiesta, l’avrebbe “attirata a sé, abbracciandola per le spalle e cercando di baciarla sulle labbra”. La donna però “si era ritratta ed era riuscita ad andarsene dall’ufficio”. A questo episodio ne sarebbe seguito un altro analogo: pure in questo caso Goracci avrebbe tentato di baciarla e la donna gli avrebbe detto “ancora una volta di piantarla, ricordandogli che aveva una moglie e una figlia”. Nonostante ciò, le “profferte” del sindaco sarebbero proseguite fino a poco prima del concorso per agente di polizia municipale, che peraltro sarebbe stato bandito appositamente, secondo l’accusa, per “sistemare” la “coordinatrice della segreteria di Rifondazione comunista legata al gruppo del sindaco”.
Un concorso finito male per la donna che aveva respinto le “richieste sessuali” di Goracci, “penalizzata ingiustamente nella prova orale e nella valutazione dei titoli”, ma anche danneggiata con una procedura disciplinare “per avere cantato in chiesa con il colletto azzurro della camicia della divisa (da vigile urbano) che sporgeva dall’abito da chiesa”. In ogni caso, visto come erano finite le cose, la vigilessa a tempo determinato aveva “cominciato a dar credito alle voci insistenti che indicavano molte delle donne ‘sistemate’ all’interno dell’amministrazione come amanti (o ex amanti) del Goracci”.