Il cortometraggio “L’operaio” di Andrea Sbarretti vince all’Umbria Film Festival. Una vittoria prestigiosa quella del regista ternano, in un concorso molto importante dove in passato ha visto come protagonista, in un cortometraggio, Alessandro Haber. Nello specifico, in base alla motivazione della giuria, L’operaio vince “per la capacità narrativa nel rappresentare in modo non banale e non scontato una storia che si ispira alla quotidiana attualità della perdita di lavoro”. Una motivazione che arricchisce il valore dell’opera portando i problemi delle acciaierie di Terni alla ribalta nazionale.
L’operaio è un cortometraggio che con spietata ironia, testimonia i problemi che stanno affliggendo non solo Terni, ma tutta l’Italia. In particolar modo l’aver ceduto sovranità all’ Europa ed in particolar modo alla Germania, non a caso intrecciata a doppio filo nelle vicende dell’AST. Andrea Sbarretti mischia realtà (con le riprese effettuate durante lo sciopero dei lavoratori dello scorso anno) con la fantasia: ricostruisce una storia d’amore sullo sfondo della crisi industriale della grande fabbrica ternana e traccia la strada da seguire per non farsi sopraffare. Il motto del corto difatti è: “potete rubarmi il lavoro, ma la vita no”.
L’amore, quindi, in questo contesto diventa salvifico: la chiave di lettura di Sbarretti è quella che attraverso l’amore, si può restare attaccati alla vita. L’operaio rappresenta in maniera ardita la ternanità, mangiando pampepati anche a luglio, tifando le fere, criticando i perugini e dulcis in fundo, avendo una spiccata attrazione per le donne. Il personaggio all’apparenza frivolo e disincantato, alla fine del corto dimostra la sua vera natura e compie una sorta di metamorfosi, proprio trovando l’amore. Difatti il corto si chiude con la frase: “Ed alla fine, lei è arrivata”.