Stanze sovraffollate e pazienti “parcheggiati” lungo i corridoi. In alcuni reparti dell’ospedale di Terni è ormai una consuetudine, secondo quanto denuncia il Movimento 5 Stelle che accusa il Pd di litigare sulle nomine della sanità mentre i cittadini subiscono disagi. Per i pentastellati si tratta “dell’ennesimo e visibile fallimento prodotto dalla ‘cura Marini’ e dall’atavica noncuranza del sindaco Di Girolamo”.
Il comunicato del consigliere regionale Andrea Liberati e dei consiglieri comunali Angelica Trenta, Patrizia Braghiroli, Thomas De Luca, Federico Pasculli e Valentina Pococacio:
“Mentre il PD è in fermento per la prossima spartizione delle nomine della Sanità, il M5S rimane vicino ai cittadini e ne racconta i quotidiani disagi.
Abbiamo pertanto richiesto e ottenuto le statistiche 2015 delle barelle in corsia presso l’ospedale di Perugia, i cui impressionanti numeri renderemo noti nelle prossime ore. Intanto è stato pure effettuato un blitz anche al S.Maria di Terni, dopo molteplici segnalazioni di ricoverati relegati nei corridoi.
Constatata una situazione che ha superato il limite, mortificando la dignità degli esseri umani e della loro privacy; una vergogna, aggravata dal fatto che i pazienti al momento del ricovero non vengono avvertiti sul fatto che finiranno nei corridoi, senza possibilità di scegliere.
Oltre una decina di letti posti in varie corsie, stanze sovraffollate rispetto all’effettiva disponibilità, rischi per la mancanza dei dispositivi sanitari viceversa presenti nelle camerate, assenza di comfort.
Quel che finora si è voluto far passare per fenomeno estemporaneo ed emergenziale è invece la consuetudine nei reparti di Medicina Interna e d’urgenza (diretto dal prof. Schillaci) al piano terra, ma anche della Clinica Medica (diretta dal prof. Coaccioli) al quinto piano.
La situazione peggiora in maniera evidente nei fine settimana, quando, come constatato, alcuni reparti come il week hospital e il day surgery chiudono per mancanza di personale.
Con ciò vengono aggravate anche le responsabilità e i carichi lavorativi che ricadono su medici e paramedici che devono districarsi, facendo slalom nelle corsie, percorrendo decine e centinaia di metri in più ogni giorno per raggiungere i malati ‘temporaneamente’ collocati nei reparti liberi, con un numero eccessivo di pazienti da dover assistere, con evidenti rischi per la qualità del servizio sanitario offerto.
Questo è il risultato dell’assenza di una visione regionale e locale dell’organizzazione di un servizio sanitario efficiente. Ci si muove solo per tamponare l’emergenza rispetto a una concreta programmazione. Mancano gli investimenti; si effettuano tagli lineari il cui unico risultato è un continuo scivolamento nella classifica dei servizi di assistenza di base, lasciando precipitare l’Umbria verso il decimo posto nella classifica nazionale.
In pratica ci si vanta che l’Umbria è considerata un benchmark per i bassi costi, ma non si dice che poi la gente soggiorna in stanze sovraffollate o sui corridoi, perché mancano personale e attrezzature, tanto a Perugia (e presto lo dimostreremo, carte alla mano!) quanto a Terni: ecco quale ennesimo e visibile fallimento hanno prodotto la ‘cura Marini’ e l’atavica noncuranza del sindaco Di Girolamo”.
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