Il futuro di Terni sarà in Umbria come auspica chi lavora ad un riequilibrio delle province oppure nel Lazio come chiedono i promotori del referendum per il passaggio di regione? Nel contesto di tale dibattito si inserisce l’intervento del consigliere comunale Udc Enrico Melasecche che oggi parla di una politica regionale che offende Terni. Melasecche commenta le vicende che riguardano la tassa Tevere-Nera giudicando vergognoso l’operato di maggioranza e opposizione e accusa i rappresentanti ternani di fare il doppio gioco: a Terni dichiarano di lavorare per abolire la tassa mentre in Regione difendono lo status quo. Per Melasecche si tratta della questione simbolo della politica regionale che vessa Terni favorendo altri territori.
Il comunicato di Melasecche:
“Se avessimo bisogno di esempi sulla subalternità della politica ternana rispetto alle decisioni della Regione ed alle esigenze di altri territori basterebbe riflettere su quanto sta avvenendo sulla vexata quaestio della Tevere Nera.
Si dirà, ancora si parla di Tevere Nera? Sì, perché è vero che non costituisce il primo problema di Terni ma di certo rappresenta in modo plastico la cattiva coscienza di quei partiti e di quei politici, di maggioranza e, si fa per dire, di opposizione, che in questi lunghissimi anni hanno voluto in Regione quella tassa facendo finta a Terni di essere di parere contrario.
Innanzitutto un dato fondamentale: al di là della palese, bruciante differenza di trattamento fra cittadini e cittadini di questa strana Umbria di santi, di condottieri e di furbi, con quella imposta, perché di imposta impropria si tratta, sono state prelevate dalle tasche dei ternani e di altri comuni milioni e milioni di euro, in parte sprecati, in parte utilizzati per opere che nel perugino venivano realizzate con fondi regionali.
Ma il dato che grida scandalo è oggi quello di una Regione che ha approvato una legge di riforma il cui regolamento di applicazione doveva essere emanato molti mesi or sono, opportunamente reso breve anche da nostri interventi nei documenti di indirizzo a Palazzo Spada, regolamento che la Giunta Regionale non ha emanato, ripeto, dopo mesi e mesi che una legge regionale lo imponeva.
Tutto questo non solleva alcuna rimostranza, né a Palazzo Donini né a Palazzo Cesaroni, né a destra né a sinistra, come se una vicenda sollevata con forza dai ternani non abbia la minima rilevanza.
Sottolineo questo comportamento indecente, di cui peraltro il Sindaco dovrà rispondere lunedì in consiglio comunale, non avendo alzato un dito con i suoi commilitoni e compagni di partito che siedono sui banchi della giunta regionale e sono imbarazzato per lui che dovrà trovare anche questa volta perifrasi e circonlocuzioni di parole, tecnica su cui è particolarmente esperto, per tentare di giustificare questa vergogna.
I ternani vengono trattati, come suol dirsi, a pesci in faccia e l’ineffabile Consorzio invia al solito migliaia di cartelle per spillare soldi a chi, con il regolamento approvato, non sarebbe stato probabilmente più vessato.
Sorge però un dubbio: poiché la decisione successiva alla emanazione del regolamento avrebbe comportato da parte del Sindaco la decisione scomoda di decidere se avvalersi o meno del Consorzio, non è per caso che questa melina è condotta scientemente per non mettere in difficoltà l’inquilino di Palazzo Spada, già in perenne difficoltà su tutto?”