Renziani e civatiani riaprono la questione della primarie per la scelta del sindaco di Terni. Lo fanno criticando le attuali segreterie locali del Pd e dando vita al comitato “Scegliamo insieme il sindaco di Terni”. I principali promotori sono Rita Castellani (civatiana, unico membro ternano della direzione nazionale Pd), Daniela Mercorelli (civatiana) e Giorgio Finocchio (presidente del Consiglio comunale, di area renziana). C’è anche il presidente della circoscrizione Est, Stefano Bolletta, che da tempo chiede le primarie ed aveva già iniziato una raccolta firme (poi stoppata dalla segreteria comunale) per la propria candidatura.
Questa la lettera del comitato:
“La città ha bisogno di una scossa, un sussulto dei cuori e della ragione, un ritorno alla serietà e dignità della politica. La città ha bisogno di cambiare rotta.
Per poter intravedere sbocchi e vie di uscita dalle difficoltà fin troppo evidenti e profonde in cui ci dibattiamo, non basta ripetere lo stesso copione di sempre, non sono sufficienti piccole variazione dello stesso spartito musicale. Occorre scrivere e suonare uno spartito nuovo, percorrere sentieri inesplorati. E per fare ciò abbiamo bisogno di un pensiero creativo, di una vera e propria sfida culturale che può dare quel valore aggiunto che oggi manca. Ed é necessario mettersi tutti e ciascuno in discussione.
La città ha bisogno di idee fresche, di proposte innovative, di energie nuove, in tutti i campi e settori. Di uno sforzo di aggregazione e di unione delle migliori risorse di cui può disporre e di apporti qualificati. Alla ricerca di un nuovo protagonismo a cui chiamare risorse competenti e responsabili.
La città deve ripensarsi in profondità, deve immaginarsi nel prossimo futuro, ora, subito.
La città ha bisogno di un progetto a cui concorrano tutti, che appartenga a tutti in cui tutti possano riconoscersi. Un progetto aperto, trasparente, strutturato per una città che aspiri a crescere, che vuole essere colta, moderna, laboriosa, forte, accogliente, protagonista, orgogliosa e viva. Un progetto con queste caratteristiche richiede uno sforzo immane: innanzitutto di approccio, di metodo, di relazioni, volto a rimuovere e superare incrostazioni, pregiudizi, rendite di posizione, steccati, per favorire la ripresa di un ascolto, di un dialogo e di un discernimento da lungo tempo interrotto e spezzato.
Le tattiche di corto respiro non servono. Come non servono le mediazioni estenuanti al ribasso ed il piccolo cabotaggio. Serve una visione ed una strategia di alto respiro.
C’è bisogno di una scossa, di uno scuotimento per uscire dalla palude, dalle sabbie mobili, dal torpore in cui rischiamo di sprofondare.
C’è bisogno di un flusso vitale e di competenze vere e strutturate da immettere in circolazione per rianimare un organismo fiaccato.
C’è bisogno urgente, impellente di aria fresca, di rimettere in movimento le idee ed il pensiero per sbloccare un motore grippato.
C’è bisogno di un impetuoso e sano protagonismo per rialzarsi e rimettersi in cammino, per ridiventare protagonisti attivi, soggetti ed attori del nostro presente e del prossimo futuro.
C’è bisogno di riscoprire la dignità, l’orgoglio, la passione e la partecipazione attiva di uomini e donne liberi ed autonomi per dare senso e prospettiva alla nostra vita ed alla nostra comunità.
Ed abbiamo bisogno delle primarie per scegliere insieme, non contro qualcuno, ma con il contributo di tutti, le idee, il progetto, il programma di governo e la candidata o il candidato sindaco da offrire alla nostra città.
Viviamo un tempo di crisi straordinaria. Questa crisi ci interroga in profondità con una domanda ineludibile. Tutto intorno a noi e dentro di noi è cambiato, sta cambiando, si trasforma con una rapidità e vastità impressionante, vertiginosa, che ci lascia disorientati, senza più un baricentro. Muta contemporaneamente la prospettiva di ogni cosa. Dinanzi a questi cambiamenti come ci dobbiamo atteggiare, comportare, che cosa possiamo e dobbiamo fare per non rimanere indietro, per non soccombere, per non essere schiacciati? E’ sufficiente rifugiarsi nel nostro piccolo mondo antico? Mimetizzarsi in devitalizzate convinzioni, certezze, idee scadute e degradate via via a pregiudizi? Perseverare in liturgie e litanie consunte, non più in grado di trasmettere e ricevere messaggi di speranza e di immaginare tempi nuovi? Continuare con il solito tram tram, affrontare i problemi con le stesse modalità di sempre, con la stessa cassetta degli attrezzi ormai inservibili? E’ produttivo, è giusto, è utile perseverare in una logica chiusa, autoreferenziale, ristretta, di piccole patrie e di piccoli gruppi, ripiegati su se stessi, limitarsi a gestire l’esistente ed aspettare che passi la nottata?
No, non è sufficiente, tutto ciò non basta, è semplicemente inservibile!
La crisi, questa crisi, ci ha già trasformato, cambiato in profondità, nulla sarà più come un tempo. Per non essere spazzati via, per evitare di finire ai margini, per non diventare irrilevanti, per non essere condannati, come soggettività e comunità urbana e territoriale, a fare le comparse, ad essere stretti dentro relazioni gerarchiche di subalternità, è indispensabile mutare atteggiamento. E’ necessario cambiare, cambiare e ancora cambiare, e provare a governare, non meramente gestire, le trasformazioni e questi passaggi con idee, proposte e modalità nuove.
Non si sfugge a questa prova. Occorre un atteggiamento di completa apertura, senza timori di perdere primati ed egemonie che non esistono da tempo, costruire relazioni più avanzate, sperimentare e mettere a valore idee e risorse inedite.
Rimettersi in cammino per tornare a contare e svolgere un ruolo effettivo da protagonisti e non da comparse in Umbria, in Italia, in Europa e nel mondo. Occorre una volontà di ferro, uno sforzo pazzesco per cambiare approccio, mentalità, per provare a giocare una partita difficilissima. Correggere la rotta per ritornare in carreggiata. Per questo occorre il contributo e l’apporto di tanti, di tutti, delle intelligenze più vive della città, delle competenze a cui chiedere di mettersi al servizio, di una partecipazione effettiva, critica e non di maniera, per conquistare un dimensione progettuale all’altezza dei problemi e delle sfide.
Per questo tentativo ci sentiamo impegnati, animati da quello spirito di servizio, di indipendenza, autonomia, che sono alla base della nostra concezione dell’impegno politico, delle relazioni umane e sociali, dei comportamenti nelle esperienze vissute all’insegna del primato dell’interesse generale, del bene comune, delle attuali e future generazioni della città”.