Provincia di Terni: ”Penalizzati da spending review, a rischio bilancio, servizi e manutenzione strade”

1

Palazzo Bazzani TerniLa Provincia di Terni lancia l’allarme: a causa dei tagli dettati dalla spending review del Governo italiano, è a rischio il bilancio, i servizi ai cittadini e la manutenzione delle strade. Il rischio di dissesto di bilancio è noto da diverse settimane (qui l’articolo) ma ora da Palazzo Bazzani arriva un comunicato in cui le uniche speranze sembrano essere riposte nell’attuale Governo Letta.

Scrive l’ente che “i bilanci delle Province sono a rischio. Lo certifica la Corte dei Conti secondo la quale i tagli imposti per il 2012, e ancora di più per il 2013, sono particolarmente onerosi e mettono in serio rischio gli equilibri di bilancio. In questo contesto la Provincia di Terni è particolarmente penalizzata. I tagli ai trasferimenti sono già stati del 48% (2008-2012) ed hanno imposto una riduzione dei costi, sempre nel periodo 2008-2012, del 32%. Nel 2013 la situazione è ancora più difficile e la riduzione di tali costi crescerà fino a circa il 40%. Tutto questo è stato causato dalla spending review, tra l’altro recentemente bocciata dal Tar del Lazio, che ha infatti elaborato calcoli sui consumi medi non tenendo conto delle differenze tra Regioni che decentrano le funzioni e Regioni che non lo fanno. La Regione Umbria – continua Palazzo Bazzani – ha decentrato molti servizi alle Province di Terni e Perugia le cui risorse derivate sono quindi solo nominali, senza incidenze concrete sui bilanci. Per tale ragione la Provincia di Terni ne esce fortemente penalizzata rischiando più di altre di non poter garantire servizi essenziali al cittadino, tra cui la manutenzione delle strade e le scuole”.

Le speranze risiedono ora nel Governo. Ieri il vicepresidente del Consiglio Angelino Alfano si è infatti impegnato in Conferenza Stato-Città a favorire l’apertura di un confronto sulle Province insieme al presidente Letta e al ministro Delrio. Lo ha reso noto il presidente dell’Upi nazionale Antonio Saitta: “Al vice presidente del Consiglio abbiamo ribadito che c’è una sentenza del Tar del Lazio che afferma che i tagli ai bilanci delle Province previsti dalla spending review sono sbagliati, perché sono stati stabiliti sulla base di un ammontare che era chiaramente iniquo. D’altronde anche la Corte dei Conti non fa che mettere nero su bianco che i tagli imposti alle Province per il 2012 e ancora di più per il 2013, sono particolarmente onerosi e mettono a serio rischio gli equilibri di bilancio. Questo, nonostante proprio la Corte dei Conti attesti ancora una volta la gestione virtuosa dei bilanci delle Province, che tra il 2010 e il 2012 hanno diminuito la spesa di -9,25%, a fronte di quella dei Comuni che è scesa solo dello 0,74%. E a diminuire nelle Province, sottolinea sempre la Corte, è stata la spesa corrente scesa del 5,7%, mentre le altre istituzioni hanno compensato i tagli con l’aumento della pressione fiscale. Ma per il 2013 – ha proseguito Saitta – il taglio di 1,2 miliardi non può essere compensato in alcun modo, perché di spesa da tagliare non ce ne è più, come non ci sono più le risorse per continuare ad erogare i servizi essenziali”.

La Provincia di Terni ha chiaramente sposato in pieno la linea dell’Upi nazionale “auspicando che l’intervento del vicepresidente Alfano possa permettere l’apertura di un confronto con il governo, più volte del resto richiesto, per trattare tutte le questioni aperte intorno alle Province”.

CONDIVIDI
  • cesoia

    Polli , tanto per cominciare , deve tagliare subito la BMW top di gamma , pagata con i soldi di noi cittadini contribuenti , con cui scarrozza allegramente da Gabelletta a piazza Tacito, alla barbaccia di chi la spending review la deve affrontare veramente tutti i giorni per campare .
    Poi , insieme con lui , devono andare a casa i parassiti che , come dirigenti , prendono stipendi e prebende da sceicchi del Qatar .
    Questo significherebbe iniziare a moralizzare la vita pubblica e dare un segno tangibile di responsabilità ai cittadini che pagano le tasse.