Leopoldo Di Girolamo ieri ha risposto ai sindaci umbri che nelle scorse settimane avevano categoricamente bocciato la possibilità di passare dalla Provincia di Terni a quella di Perugia. Il primo cittadino, nel corso del Consiglio comunale, ha bollato come “incoerenti e pretestuose le prese di posizione di alcuni amministratori locali che partono da livelli squalificati di discussione, quasi da bar”. Qualche ora più tardi, come riportato da La Nazione, Di Girolamo ha nuovamente espresso lo stesso concetto, articolandolo così: “Terni ha dato lavoro, benessere e ricchezza non solo all’Umbria ma a un pezzo dell’Italia centrale. Alcune prese di posizione mi sembrano ora ingenerose e poco lungimiranti”. L’implicito ma chiaro riferimento è ai sindaci di Spoleto e dei Comuni della Valnerina.
Fino ad oggi il riordino delle province ha costituito un mantra, un concetto astratto di cui politici e rappresentanti istituzionali hanno parlato ossessivamente senza mai calarsi nella realtà ed affrontare i rifiuti dei Comuni interessati dal passaggio da Perugia a Terni. Ora sembra che le cose stiano cambiando. La replica del sindaco, seppure polemica, potrebbe costituire la prima pietra di un dialogo che conduca ad una soluzione.
Durante la discussione che ha preceduto le dichiarazioni del sindaco si sono registrati gli interventi di diversi consiglieri: Aquilini (PTca) ha sottolineato come Di Girolamo, nella sua doppia veste di sindaco e di presidente del Cal abbia un ruolo molto importante nella vicenda del riassetto regionale e sia chiamato a trovare una condivisione su una proposta allo stesso tempo efficace per la città di Terni, ma valida anche per l’intera regione dell’Umbria. Melasecche (Udc) ha chiesto che Terni “alzi i toni del dibattito su questioni fondamentali per il suo futuro”. Boccolini (Psi) ha detto di ritenere scandaloso che alcune forze politiche a livello regionale tirino contro parte del territorio umbro. Per Venturi (Terni Oltre) “quando si tratta di affrontare temi strategici siamo in difficoltà a livello politico”. Campili (Idv) ha chiesto rispetto per la dignità della città di Terni, mentre Guardalben (Pdl) ha sottolineato che da parte del Pd, partito di maggioranza in Umbria occorrono posizioni univoche e prese di responsabilità serie. In questo senso anche Cinzia Fabrizi (LB) ha detto che la responsabilità maggiore in tema di riforma del sistema sanitario e riassetto delle province se la deve assumere chi governa i territori, “perché la città non può sopportare di più”. Tallarico (Ptca) si è soffermato sull’importanza di mantenere in città gli organi decentrati dello Stato, come la Prefettura, importantissimi – ad esempio – nelle trattative per le crisi aziendali. Per Giorgio Finocchio il dibattito non riguarda Terni, ma gli interessi dell’intera regione ed ha criticato le affermazioni di alcuni amministratori locali che “evidentemente hanno dimenticato i rapporti delle loro città con Terni”. Per Giubilei (Pd) “Terni ha un ruolo importante in Umbria e se lo deve giocare fino in fondo”, mentre Paolo Garofoli (gruppo misto) ribadendo la necessità di difendere l’Asl e l’ospedale con tutte le forze, ha detto che occorre che sia chiaro il disegno generale che gli amministratori hanno per l’intera regione, senza dimenticare cosa sarebbe l’Umbria senza il Pil prodotto dall’area di Terni.
Il tema del riordino istituzionale sarà all’ordine del giorno del Consiglio comunale anche nella seduta in programma per lunedì 10 settembre. Il dibattito è destinato ad infuocare l’autunno ternano ed umbro.