Soppressione Province: possibile fiducia del Governo. Terni verso perdita questura e prefettura

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Il decreto con cui il Governo Monti taglia 36 province italiane, tra cui quella di Terni, deve essere convertito in legge dal Parlamento entro il 5 gennaio altrimenti sarà nullo e nessun ente territoriale sarà accorpato o soppresso. La discussione è cominciata in Senato tre settimane fa e sembra farsi sempre più complicata: giorno dopo giorno prende corpo la possibilità che possa arrivare a scadenza senza che il Parlamento faccia in tempo ad esprimersi. Il Governo è fortemente preoccupato da questa eventualità e sembra stia pensando a porre la fiducia sul decreto. Nel frattempo comincia a diventare chiaro ciò che comporterebbe il taglio della provincia: Terni perderebbe questura, prefettura, i Comandi provinciali di carabinieri, guardia di finanza e vigili del fuoco.

In commissione Affari Costituzionali del Senato, sono arrivati circa 700 emendamenti al decreto legge di riordino delle Province (n. 188). A partire da domani comincerà nella commissione di Palazzo Madama l’esposizione degli emendamenti da parte dei presentatori; entro fine settimana è invece previsto il voto. Proprio il numero esorbitante degli emendamenti (la cui discussione richiederebbe molto tempo) fa pensare al Governo che sia necessario porre la fiducia.

Circa 460 emendamenti sono stati presentati dal Pdl (300 dei quali firmati dal senatore Claudio Fazzone relativamente all’accorpamento tra le Province di Latina e Frosinone), 80 dal Pd e il resto dagli altri gruppi parlamentari. Numerose le richieste di portare la vita delle Province a fine legislatura, ma la maggior parte degli emendamenti riguardano richieste su fronti localistici, come ad esempio le diatribe sui capoluoghi di provincia tra Benevento e Avellino, tra Ravenna, Rimini e Forlì, tra Como, Varese e Lecce, tra Cremona e Mantova, Vercelli e Biella, Siena e Grosseto, Pisa e Livorno, Chieti e Pescara e infine Ascoli Piceno, Macerata e Fermo.

Nel frattempo nei giorni scorsi il ministro dell’Interno, Annamaria Cancellieri, ha presentato il progetto di riorganizzazione della presenza dello Stato sul territorio che dovrebbe accompagnare i tagli delle 36 Province. Secondo la bozza di regolamento messa a punto dagli uffici del Viminale, se sarà mantenuto il taglio di 36 Province, nella metà di queste ci sarà un “presidio di Governo” ed un ‘Ufficio presidiario di pubblica sicurezza’, con un prefetto ed un questore, ma con strutture più agili rispetto alle attuali prefetture e questure. Nelle altre 18 Province tagliate niente prefetto e questore, probabilmente ci sarà un commissariato di pubblica sicurezza. Con tutta probabilità, a Terni non sarebbe istituito il “presidio di Governo” poiché questo sarà presente nei territori con un più alto “tasso d’impatto di fenomenologie delittuose, riferibili anche alla criminalità organizzata”, oppure “livelli di rischio derivanti da condizioni di particolare vulnerabilità dell’ambiente”, o ancora “la presenza di situazioni di particolare squilibrio o di disagio economico e sociale”.

Il provvedimento proposto dal ministro è stato accolto dai sindacati in maniera molto critica. Per Siulp, Sap, Ugl Polizia e Consap, “mentre sale inesorabile la tensione sociale e il rischio di scontri di piazza, il ministero dell’Interno e il Dipartimento della P.S. non trovano nulla di meglio per rispondere alla maggiore richiesta di sicurezza che proporre un regolamento il quale, in contrasto con quanto stabilito dalla stessa norma di riorganizzazione delle province e per la riduzione dei costi burocratici, determina la chiusura di circa 40 questure e altrettanti Comandi provinciali dei Carabinieri, della Guardia di Finanza e dei Vigili del fuoco senza alcuna garanzia per il personale impiegato in quegli uffici. Un vero e proprio colpo d’ascia alle già scarse risorse che sono a loro disposizione per combattere la mafia, il terrorismo e l’illegalità”.

“Dal testo che ci è stato sottoposto – afferma l’Associazione sindacale dei funzionari prefettizi in una nota – emerge che, di certo, vi sarà una riduzione dei servizi dei cittadini sul territorio a fronte della quale non c’è alcuna indicazione dei risparmi che verranno conseguiti”. In pratica, spiega l’associazione, “il cittadino di Sondrio (183.000 abitanti) che vede mantenute la prefettura e la questura sarà, quindi, più tutelato del cittadino di Padova – Treviso (1.800.000 abitanti) dove, al momento, sono previste analogamente una sola prefettura e una sola questura. Ma è questo che vogliono i cittadini, la politica e gli enti locali? Il Sinpref ha proposto da tempo altre soluzioni di risparmio, al momento inascoltate. Si lasciano serenamente intatti centinaia di uffici ministeriali, dei quali i cittadini non avvertono il bisogno ma che mostrano, oggi più che mai, di aver assunto segreti, efficacissimi antidoti alla tanto sbandierata spending review. Sembra di assistere al solito balletto della politica” conclude Sinpref.

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  • Alessandro

    Come volevasi dimostrare, riniziamo con i figli e i figliocci. Non cambia niente, non cambia niente, però a Terni vogliono togliere Prefettura e Questura. Speriamo che spazzino via questa riforma maldestra e quei mentecatti di tecnici che ci hanno pure studiato per partorirla.

  • Rost

    Speriamo che la tolgano NON serve come chi ci lavora

    • Andred

      non serve neanche la Provincia di Perugia ma invece quella rimane…su questo lei non ha nulla da dire?

      • Rost

        certo INUTILI PURE LORO

      • Adele

        Nel decreto la nuova provincia si chiamerebbe Perugia-Terni, e l’attuale provincia perugina, se non cambiano la norma, verrebbe anch’essa smantellata e ricostituita nella sua giunta…

  • Pedrorodriguez84

    Quello per cui il governo dovrebbe procedere velocemente è l’eliminazione della provincia( spazzando via con questo atto tutti i parassiti che ci gozzovigliano dentro) e la prefettura, retaggio di stile medievale non più tollerabile in una società moderna.
    Ma se però tolgono la questura, chi terrà a bada ,tentando perlomeno di arginarle , le orde di delinquenti e magnaccia rumeni, albanesi, marocchini, tunisini e africani in genere,che scorazzano liberamente ed indisturbati nella nostra città rubando , spacciando e gestendo tutte le altre attività illecite ?
    Alcune zone della nostra amata Terni sono diventate le periferie di Bucarest, Tirana,Rabat e Tunisi , terre di nessuno senza leggi , dove anche la polizia e i carabinieri esitano ad avvicinarsi rischiando di essere aggrediti e malmenati.
    Ma come cazzo hanno ridotto questa Italia i nostri governanti , accogliendo tutta questa immondizia!!!
    Per favore se li portino dentro casa propria! e così facciano tutti quelli che la pensano come loro!!!

  • Alessandro

    Rost… sarebbe troppo facile ribattere che non servirebbero nemmeno le altre province, ma nemmeno le regioni sprecone (cui è imputabile tutto l’aumento del debito pubblico di questo quarantennio) ne questo stato fanfarone … soprattutto quest’ultimo governo cialtorne. Però province a parte e polemiche spicciole… a me interessa il resto. Come prevedevo, il non aver individuato a priori regole certe all’alba della riforma … fa si che ora si fa alla carlona e alla cialtrona … a te si e a me no. Della provincia può anche importarmi fino ad un certo punto, però l’organizzazione di pubblica sicurezza insediata sul territorio mi interessa eccome (che purtroppo era questa si ripartita su base provinciale e che ora fa si che ci creino ulteriori sperequazioni). Una città come Terni, per importanza produttiva e demografica, ma anche per un crescente fenomeno di delinquenza… non può permettersi ne di restare sguarnita ne di accontentarsi di surrogati.  Mi girano altamente le scatole che una cittadina come Sondrio, che ha gli abitanti di Narni, e una popolazione provinciale equivalente si e no alla gente che ogni giorno si riversa nella conca, debba mantenere, a parte la provincia, anche prefettura e questura (perché poverina lei confina con la civile svizzera, sia ami che entrano coi carri armati) … e una città come Terni, che tagliando due linee all’altezza  di Roma e Firenze, in una fascia di quasi 250 km nel centro d’italia è, dopo Perugia e Livorno la città più popolosa di quel quadrante, la principale industria del centro italia (a rischio epidemia sociale..se qualcosa va male nella vicenda cessione Tk Ast), e, leggermente defilata ma relativamente vicina alle grandi vie di comunicazione, sempre più prossima sulle orme della cugina Perugia a diventar ricettacolo della peggior delinquenza.

    • Rost

      sono daccordo col fatto di non far perdere importanza alla nostra città, ma non per questo bisogna sempre mantene inutili rappresentanti (dipendenti, provinciali, regionali, comunali, statali e TUTTI RACCOMANDATI) che gozzovigliano alle spalle di lavora.
      Forze una soluzione sarebbe quella di mantenere tutto e andare a tagliare ottimizzare i posti di lavoro dei suddetti dipendenti.
      Invece no, c’è una legge che impetisce loro il licenziamento, nel senso che se una azienda privata come da dove vengo io in caso di crisi diminuisce il personale in ESUBERO e POCO PRODUCENTE

      • Andred

        qualcuno lo dovrà pur fare il dipendente pubblico, o no? Questo furore anti-stato anti-province anti-tutto vi sta facendo perdere il lume della ragione…Terni non può rimanere senza presidi di sicurezza pubblica degni di una città di 120000 abitanti , non può non avere una sua Camera di Commercio (se ne andrebbe pure quella) , non può non avere una sua Questura, e un suo comando provinciale dei Vigili del Fuoco …vi ricordo che sono già state centralizzate a Perugia le Dogane e l’INAIL …insistere su assessori spreconi (vero e mi sta anche bene) non deve farvi perdere di vista il quadro complessivo

        • Rost

          Scusa ma io non intendo dire che non deve esistere il dipendente pubblico o statale che sia, ma in una azienda in crisi dove si va a tagliare?……Purtroppo ma così si taglia sugli esubberi cioè si fa uno sforzo e li dove si lavorava in otto si lavora in 6  e soprattutto si cerca di fare tutto da soli senza prendere aiuti esterni. (VISTO CHE IN TEORIA SI VIENE ASSUNTI PER RICOPRIRE IL PROPRIO RUOLO PER LE PROPRIE CAPACITA’ E NON PER ALTRI MOTIVI COME CONOSCESCENZE VARIE) 

          • Andred

            si ma se entriamo nel discorso raccomandazioni non se ne esce a nessun livello amministrativo locale e nazionale…sarebbe da abolire lo stato e pure la comunità europea e pure l’Onu allora

          • Rost

            il discorso è anche quello di licenziare mandare a casa, chi non serve e se ci sono degli esubberi……..E SCUSA SE TI DO DEL TU Andred, MA CE NE SONO DI PERSONE DA MANDARE A CASA

      • Alessandro

         Rost … penso ci sia una via di mezzo tra il difendere gli interessi della nostra città e del nostro territorio non confinato dentro le mura e gli interessi del centro  storico ed eliminare gli sprechi e/o razionalizzare il governo e i servizi. Solo che ultimamente leggo interventi troppo involutie ripiegati su se stessi, opinioni sintetiche lanciate a colpi di slogan; siccome sono abituato a pensare con la mia testa e a non delegare ad altri la mia opinione e la sua rappresentazione, e soprattutto ad analizzare analiticamente tutte le implicazioni di determinate scelte, non mi faccio annebbiare la capacità di scernere dalla rabbia per il malgoverno locale, e non riduco una questione intricata come quella delle province con il mandare a casa il Polli di turno che usa l’auto a leasing invece di prendere il bus di Umbria Mobilità (lo vedo infatti i ternani quanto li usano quei mezzi, vorrebbero entrare dentro i negozi con l’auto almeno così riprendono gli affari) …

        Senza voler giustificare nessuno, e anzi addebitando a chi di dovere le responsabilità del malgoverno locali ivi compreso un certo decadimento della nostra realtà circondariale (ma per mandare a casa Polli e suoi amici bastano le elezioni, possibilmente combinate con nuovi soggetti con proposte alternative e credibili, altrimenti siamo daccapo.. non certo gioire per la perdita della provincia di Terni e tutto quel che ne consegue), penso che la questione “provincia” interessi tre livelli di ragionamento.

        1) La provincia intesa come “governo” politico locale, e diciamolo anche, come centro di potere ed emanatore di atti di scelta e di indirizzo (tradotto in spiccioli, giunta e consiglio, assessori e consiglieri): qui si concentra il grosso degli sprechi, delle spese inutili e delle responsabilità.  E’ necessario allo stato attuale un ulteriore governo intermedio tra le regioni e i comuni, con tutto il suo apparato politico e quel che comporta? Diciamo di no. Ecco che allora, eliminando come il Governo nella sua bozza si apprestava a fare tutta questa cricca, che moltiplicata per oltre 100 province fanno centinaia, anzi migliaia diassessori e consiglieri, si recupera gran parte degli sprechi e del malgoverno imputabile alla classe politica, senza toccare alcunché. Una delle soluzuioni alternative è quella individuata dallo stesso governo (il governo della nuova entità procinciale può essere ugualmente espletato da una conferenza di alcuni sindaci dei comuni ricadendi nel perimetro provinciale, senza ulteriori figure e ulteriori costi politici). 

        2) La provincia come ente imtermedio di servizi locali, tra Regione e Comune: qui iniziamo ad entrare nella discussione sulle funzioni e sui servizi eogati dall’ente provincia (la viabilità, le scuole, l’ambiente, ecc ecc). Qui si può discorrere se ad oggi sia più necessaria la provincia o se, tali funzioni possono essere affidate a Comuni e Regioni. Però qui non è che si possa fare tutta questa economia. Poiché Comuni e Regioni hannno le loro funzioni e il loro personale dedicato, se gli passano anche quelli delle province, ci sarà sempre il personale che dovrà occuparsene (e infatti come si vede la previsione era di girare gli impiegati provinciali alle altre amministrazioni). oddio secondo me si può fare un po’ di economia accorpando …. magari semplificando e integrando alcune competenze, si può sforbiciare qualcosa, incentivare e aumentare la produttività, ma è impensabile e nemmeno il governo l’ha mai pensato che eliminando le province elimini tutti gli impoegati provinciali; escono dalla porta rientrano dalla fienstra; qui il giadagno è minimo.

        3) la Provincia come partizione locale di servizi statali e di interesse nazionale (Polizia – Questura – Prefettura, CCIAA, VVFF ecc ecc): questo, di tutti, è il tasto più delicato, perché contrariamente a quanti in molti pensano, non è in gioco tanto una questione di identità o di targa, ma la tenuta di un sistema. Perché se domani non esiste più la Questura di Terni come nome, ma viene mantenuta la dotazione, l’autonomia operativa e il personale, se invece di Questura TR si chiama Questura PG o Questura dell’Umbria, ufficio territoriale TR potrei anche arrivare a farmene una ragione. Ma se come temo e come vedo in giro, questa smania di tagli lineari e di far cassa sulla pelle degli straccioni anziché andare all’origine degli sprechi, si tramuta in un disimpegno dello Stato e della sua presenza su questioni e servizi non solo essenziali, ma sempre più stringenti, quale la Pubblica Sicurezza, allora non mi sta più bene.

        Tutta questa vaghezza del governo sulla questione, che ha saputo solo stabilire parametri ad minchiam per separare buoni e cattivi, belli e brutti, chi deve esserci e chi no … ma non ha saputo, anzi non ha voluto pronunciarsi su come le competenze della provincia debbano essere riposizionate, su come dovranno essere ritarati i servizi statali, non mi sta bene. A parte che la riorganizzazione territoriale dovrebbero deciderla i territori sentendo la gente, non un governo, paventando una riforma che se passasse creerà più disfunzioni di quante ne abbonerà, innescando movimenti centrifughi in ogni regione anche laddove si erano sedati a colpi di referendum che ai cittadini costano (Antrodoco a 30 km da l’aquila, 60 da Ascoli, 65 da Terni deve finire in una provincia il cui capoluogo, Viterbo è a 110 km, passando per Rieti e Terni .. una barzelletta); a parte che avrebbe fatto una grande razionalizzazione già svuotando di potere politico l’ente provincia lasciandolo come centro di servizi intermedio, senza andare a sindacare e implagarsi in questioni territoriali, per recuperare due spicciolo quando a livello regionale e statale sperperano fiumi di denari; a parte che un governo tecnico messo li in emergenza per  risolvere questioni di stabilità finanziaria e macroeconomia internazionale, di quello doveva occuparsi, e non andare a impelagarsi in revisioni territoriali locali (di rango costituzionale) o in pseudo leggi elettorali; e anche considerando la provincia come centro di spesa, al di là deiservizi, vale quanto detto poco sopra (togli le centinaia migliaia di consiglieri presidenti assessori e fai i lrisparmio , al limite fai razionalizzare poi sui dipendenti a livello locale una volta che hai designato come certe competenze vanno redistrubuite, lasciando l’arbitriio ai territori; poi non spendi miliardi per i caccia quando le forze dell’ordine non hanno la benzina, e dietro queste pseudo abolizioni delle province ti prepari il terreno per tagli sui servizi di presidio statale a livello locale.

        Poiché le tasse di cui siamo salassati vanno per il grosso a livello statale (a cominciare dall’IMU, tutti a gioire per l’abolizione dell’ICI tutta che andava nelle casse dei comuni  di cui i possessori di prima casa erano esentati per pagare l’IMU che pagano “tutti” e poi, beffa della beffa, una buona parte va non ai comuni ma allo stato che così ha costretto poi i comuni a dover rialzare le aliquote, peché qui tra federalismo di qua e federalismo bla bla si è veluto decentrare alcune funzioni senza dargli risorse anzi tagliandole, dovendo poi far leva sui soliti accrocchi fiscali al ivello locale.) e a livello regionale (vedi IRAP che finanzia la sanità delle regioni, tenuta in piedi per metà dalle multinazionali ternane) allora rivendico il diritto di non veder caplestato ulteriormente il mio territorio e lasciarlo ancora di più alla mercé dei poteri di fuori. Non è questione di targhe, non è questione di Polli e piccioni, ma finché ci saranno in giro i Batman Fiorito o i Penati o tutti quegli scaldasedie che bruciano miliardi … io non accetterò passivamente questo sfacelo, non accetterò che in nome del pseudo interesse nazionale di bacarotte e lacrime di coccodrillo venganoo a distruggermi la mia realtà locale. Sono stufo e sono stanco di angherie e sopprusi e furberie del quartierino, e sono anche stanco di questa mentalità locale cui basta che l’avversario di turno sia svergognato per consegnare tutto ai padroni di fuori.

        Ogni giorno aumentano i furti, da 4 delinquenti siamo passati a furti sistematici di gruppi organizzati; figli di papà in cerca d’autore sempre più protagonisti di fenomeni di bullismo; devi aver paura di parcheggiare la mattina e riprendere l’auto la notte se vai a lavorare fuori; ma che ce ne frega, noi siamo duri e puri di sangue ternano, chiudiamo ci a riccio e barrichiamoci al centro, apriamo la ZTL e viviamo fuori dal mondo, l’importante è che Feliciano Polli vada a casa e finiamo su Striscia la Notizia. Che a Terni ci pensa Capitan Ventosa…

  • Alessandro

    Dopodiché … per concludere, mi auguro che quando questa barzelletta delle province sarà chiusa, la città di Terni non si chiuda a riccio come negli ultimi decenni, ma riprenda quel dialogo di intenti e di interessi, commerciali, culturali, turistici con le realtà limitrofe (Spoleto, Valnerina, Rieti) che in questi anni ha snobbato in nome dell’autosufficienza produttiva, dell’identità della conca, ed amenità del genere. Che è l’unica cosa buona che questa burla della riforma delle province ha provato a produrre.

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