Terni, appaltopoli, Liberati: “Intervenga Comitato criminalità”. Monti: “Pd continua a lavorare”

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Palazzo SpadaResta incandescente a Terni lo scontro politico sul rapporto tra politica e cooperative. Il tema era sul tavolo già prima della maxi-inchiesta giudiziaria su diversi appalti e negli ultimi giorni si è fatto più acceso. Oggi il consigliere regionale del Movimento 5 Stelle, Andrea Liberati, chiede “l’intervento del Comitato regionale sulla criminalità organizzata per verificare la natura del rapporto tra le aziende finanziatrici dei partiti e gli appalti pubblici poi conseguiti o assegnati negli anni dalla Regione e dai Comuni. Corsi e ricorsi storici da superare definitivamente”.

Il riferimento è ovviamente “all’Operazione Spada” e, prosegue Liberati, “al rischio di uno scivoloso incrocio tra affari e politica. Fatta salva la presunzione di innocenza e pure a prescindere dall’inchiesta giudiziaria in corso a Terni, rivolgiamo oggi dieci domande a Legacoop e alle altre regine della cooperazione umbra, auspicando che, almeno stavolta, qualche concreta risposta pervenga”.

Queste le 10 domande che Liberati pone a Legacoop:

“1) Legacoop e le altre dell’Umbria non hanno alcunché da dire su certi fenomeni degenerativi che vedono coinvolte imprese associate in mezza Italia?

2) Guardando specificamente all’Umbria, come intendono concretamente muoversi in tema di legalità?

3) Andranno a congelare –almeno temporaneamente- le posizioni di coloro che, indagati per gravi reati, ricoprono ruoli istituzionali nelle associazioni datoriali?

4) Considerano corretto che masse di lavoratori siano utilizzati per portare voti a questa o quella corrente politica?

5) Ritengono che quello umbro sia un mercato ove i principi della libera concorrenza siano efficacemente presidiati, atteso il regime fiscale di favore, il dumping salariale talora praticato e altri incresciosi fenomeni?

6) Credono al riguardo giusto pagare un socio-lavoratore anche circa € 3/ora netti e, talvolta, come in agricoltura, persino meno, stando a denunce della stessa CGIL umbra, creando masse di nuovi oppressi, mentre i nuovi caporali sorridono?

7) Si esprimeranno in merito al rischio di pericolosi incroci tra affari e politica?

8) Visto che a inizio 2016 non hanno risposto, lo ripetiamo: giudicano regolare che un presidente di Regione, in aspettativa dirigenziale da Legacoop, sia risultato più volte presente e votante su delibere di Giunta nelle quali la stessa Legacoop veniva nominata in narrativa, come reiteratamente da noi dimostrato?

9) Cosa pensa l’Alleanza delle cooperative rispetto al fatto che la presidente di Regione, ma anche sindaci e altri politici accettino finanziamenti elettorali da alcune grandi coop, soprattutto quando tali aziende risultino titolari, gestori, concessionari, assegnatarie diretti di servizi e appalti pubblici, talora con lucrose proroghe?

10) Legacoop valuta efficacemente applicato il proprio Codice Etico oppure siamo dinanzi a un documento composto da impegni certamente seri, ma rimasti sulla carta, perché diffusamente e pericolosamente ignorati?”.

Conclude Liberati: “Lo stesso Giorgio Napolitano si è così espresso alla Biennale della Cooperazione 2016 di Bologna: ‘La reazione di Legacoop ai danni di immagine e ad attacchi denigratori provocati da fenomeni degenerativi come le cosiddette cooperative spurie è arrivata con molto e forse inspiegabile ritardo, visto il clamore soprattutto di alcuni gravi casi di devianza dall’autentica cooperazione, con casi sconfinati nell’affarismo e nella corruzione'”.

MONTI Oggi interviene anche il segretario del Partito Democratico di Terni, Jonathan Monti che attacca le opposizioni. Il comunicato del segretario del Pd Terni, Jonathan Monti:

“Le quotidiane e maldestre accuse che tentano di avvelenare il dibattito politico, confermano l’assenza nelle opposizioni di una classe dirigente all’altezza della città: non riscontriamo visioni alternative alla nostra sul futuro di Terni, se non quella dello sterile conflitto e della confusione.

Prendiamo atto che si sta adottando una strategia urlata ed inquinante: forse mediaticamente efficace, ma politicamente improduttiva.

Chi ambisce a governare una comunità, ha il dovere di valutare le opportunità e le proposte che il mondo del lavoro, dell’impresa e della cultura gli sottopone. Non è accettabile che ogni potenziale risorsa, venga sistematicamente denigrata con l’intenzione di emarginarla.

Noi riteniamo, invece, indispensabile trasformare le sollecitazioni in programmi e azioni, auspicando che sia rafforzata e sostenuta la rete produttiva della città, che si possano creare nuove opportunità di sviluppo e di impresa. È l’unico metodo per rendere Terni una città attrattiva per investimenti e nuova occupazione.

La cultura politica basata sulle invettive e sulle offese non appartiene al PD.

Proseguiremo con responsabilità nella guida della città, confermando e rafforzando la volontà di cogliere con serietà e attenzione anche gli umori critici e costruttivi dei cittadini e delle articolazioni della società.

Il nostro unico intento continuerà ad essere quello di lavorare con ancor più incisività nel dare le risposte di cui Terni necessita”.

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