Terni, appaltopoli, sindaco toglie deleghe agli assessori indagati

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Di-GirolamoA seguito della maxi-indagine giudiziaria su alcuni appalti concessi dal Comune di Terni a varie cooperative, il sindaco Leopoldo Di Girolamo ha tolto le deleghe oggetto di inchiesta ai due assessori indagati.

Spiega il sindaco: “Di comune accordo con tutti gli assessori in un clima di grande collaborazione e trasparenza, ho deciso una diversa assegnazione delle deleghe che hanno a che fare con l’inchiesta giudiziaria che si è evidenziata nei giorni scorsi. Si tratta di un provvedimento, il mio, teso a garantire che l’azione amministrativa in tutti i settori possa procedere con grande tranquillità ed efficienza, così come ci siano tutte le migliori condizioni possibili per l’approfondimento in corso da parte della magistratura. Ho inteso insomma rimuovere eventuali conflitti tra la necessità di proseguire l’azione amministrativa e la necessità dell’azione giudiziario in corso”.

Il primo cittadino di Terni ha revocato all’assessore Stefano Bucari le deleghe al verde pubblico, ai servizi cimiteriali, la qualità urbana, l’arredo urbano, il decoro urbano e l’igiene pubblica che sono stati assegnate all’assessore Emilio Giacchetti;  a Vittorio Piacenti D’Ubaldi revocata la delega alle aziende partecipate che il sindaco ha inteso mantenere in prima persona; all’assessore Piacenti assegnate le deleghe al Turismo, al Commercio e al Marketing Territoriale. E’ stata istituita la delega all’efficentamento energetico assegnata al vicesindaco Francesca Malafoglia, così come è stata esplicitata la delega ai servizi scolastici assegnata all’assessore alla scuola Tiziana De Angelis.

“Nei prossimi giorni – prosegue Leopoldo Di Girolamo – valuterò se sia necessario prendere provvedimenti anche per quanto riguarda la struttura amministrativa, le direzioni, sempre nell’ottica di garantire ai dirigenti e ai funzionari dell’Ente la massima serenità gestionale. L’operato dell’Amministrazione Comunale e del sindaco che la guida mi sembra molto netto: con la trasmissione del bando delle mense all’Anac, con la rimodulazione delle deleghe, vogliamo agire con atti concreti e tangibili per rafforzare i concetti che abbiamo sempre inteso portare avanti: legalità, correttezza, trasparenza. I nostri sono atti concreti, dimostrando rispetto per la sacrosanta e imprescindibile richiesta di correttezza che arriva dalla città, per il lavoro della pubblica amministrazione e per quello della magistratura. Lascio ad altri le grida, le ingiurie, il giustizialismo per cavalcare l’onda e seguire il vento. Noi continuiamo il nostro impegno sui temi dell’area di crisi complessa, del riequilibrio finanziario, di agenda urbana, dei fondi europei, delle infrastrutture, convinti che la città abbia bisogno di questo e non di forcaioli pronti a paralizzare Terni”.

CONSIGLIO COMUNALE Non solo, il sindaco commenta anche il Consiglio comunale di lunedì scorso, in cui è successo di tutto: “Avverto la necessità di ringraziare tutti coloro che si sono adoperati affinché la seduta del consiglio comunale di lunedì scorso si sia potuta svolgere in un contesto di correttezza amministrativa e sostanziale. Un particolare ringraziamento va alla presidenza dell’assemblea cittadina, alla segreteria, ai vigili urbani, ai dipendenti comunali che hanno dato il loro contributo in tal senso. Esprimo solidarietà a quei consiglieri che si sono sentiti particolarmente feriti da quelle accuse qualunquiste, offensive, non veritiere che sono arrivate da una contestazione organizzata e tesa a paralizzare l’attività della massima assemblea cittadina. A fronte delle provocazioni, degli show, della semina dei giocattolini, aver risposto con rispetto delle regole, delle istituzioni, delle procedure a garanzia del confronto democratico, ha dimostrato un diverso approccio alla vita pubblica della città. C’è chi si attiene alle regole del confronto pubblico, e si spende anche in prima persona affinché siano salvaguardate, e chi invece grida, insulta, abbandona il confronto dell’aula magari, per fortuna solo in alcuni casi, man forte alla claque. Questa mattina ho letto alcune dichiarazioni, in alcuni casi anche di figure di rappresentanti democratici di alto livello, che non trovano alcun riscontro di quanto ho potuto vedere in prima persona. Chiedere, in maniera garbata e cortese, il rispetto dell’emiciclo del consiglio comunale, del confronto pubblico, del regolamento del consiglio comunale, è un dovere civico, è un operato da autentici democratici. Le maggioranze e i governi della città cambiano, le istituzioni e le regole del confronto democratico restano, tranne che non si voglia sostituire i luoghi e gli organismi della democrazia con realtà virtuali e con partecipazioni eterodirette”.

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