Nel primo trimestre 2015 il 28,9% delle imprese di Terni ha saldato puntualmente le fatture ai fornitori, il 50,2% ha regolato i conti con un ritardo fino a 30 giorni dai termini concordati, il 20,9% oltre i 30 giorni. Una performance peggiore sia della media regionale (31,4% di pagamenti puntuali) sia di quella nazionale (36,3%), che rappresenta un ulteriore segnala dell’infinita crisi economica. È quanto emerge dallo Studio Pagamenti realizzato da CRIBIS D&B, società del Gruppo CRIF specializzata nelle business information, che ha analizzato i comportamenti di pagamento delle imprese umbre.
Nei primi tre mesi di quest’anno, a livello regionale solo il 31,4% delle imprese umbre ha saldato puntualmente le fatture ai propri fornitori, mentre il 49% ha regolato i conti con un ritardo fino a 30 giorni dai termini concordati e il 19,6% con un ritardo oltre i 30 giorni. L’Umbria mostra inoltre una performance di pagamento peggiore sia della media italiana (36,7% di imprese puntuali, 15,7% di imprese oltre i 30 giorni di ritardo), sia di quella del centro del Paese (31,5% di imprese puntuali, 18,5% oltre i 30 giorni di ritardo).
Viene inoltre segnalata la preoccupante crescita dei ritardi oltre i 30 giorni dai termini concordati, che dal 2010 ad oggi hanno conosciuto un incremento del 276,9%. Nel contempo, sempre rispetto a 5 anni, fa appaiono in calo del 5,8% le imprese con ritardi entro 30 giorni dalla scadenza e in diminuzione del 26,6% i buoni pagatori. A Terni in 5 anni i pagamenti ad oltre un mese dalla scadenza sono passati dal 5,6% del 2010 al 20,9% attuale.
Marco Preti, Ad di Cribis D&B, commenta: “L’Umbria mostra performance di pagamento inferiori alla media italiana e vede le sue imprese in difficoltà nel gestire i pagamenti verso i fornitori: a preoccupare maggiormente sono i ritardi gravi cresciuti in maniera preoccupante nel corso degli ultimi anni. Durante la crisi le aziende hanno vissuto un forte cambiamento nella gestione dei pagamenti e del credito commerciale e ora è possibile tirare le somme di questo nuovo contesto. Da un lato, le aziende operano oggi in un ambiente più complesso e rischioso rispetto al passato: fallimenti più frequenti, maggiore volatilità dell’affidabilità delle controparti, forte rischio di ritardi e insoluti anche dai clienti storici più fidelizzati. Dall’altro, hanno imparato a gestire meglio il credito commerciale, rendendolo un elemento centrale della gestione della clientela”.
Secondo CRIBIS D&B, le aziende che hanno raggiunto i migliori risultati sono quelle che hanno affrontato il problema dei ritardi e degli insoluti con un approccio più evoluto e sofisticato, adottando ad esempio un più attento monitoraggio della clientela e differenziando le strategie in funzione della tipologia di clientela. “In altre parole – conclude Preti – le imprese che hanno investito nella gestione del credito commerciale, in procedure, strumenti e persone, possono ora affrontare la ripresa con maggiore sicurezza e fiducia”.