Il candidato a sindaco di Terni del centrodestra, Paolo Crescimbeni, replica alle dichiarazioni che Leopoldo Di Girolamo ha fatto nel corso dell’incontro di domenica mattina con il ministro Maria Elena Boschi.
Scrive Crescimbeni: “Di Girolamo dà i numeri e per prima cosa sarà opportuno risistemargli il pallottoliere. Quando ho dato la mia disponibilità ad una candidatura di servizio per il Senato nel 2001 ero stato appena eletto (2010) in consiglio regionale, fra l’altro con un record di preferenze. Sono rimasto felicemente consigliere regionale per gli anni successivi, fino a quando nel 2004 (e cioè dopo ben 4 anni!) mi sono volontariamente dimesso, per fare un’esperienza diversa: esperienza eccezionale, che mi ha permesso di amministrare un grande campione di welfare. Avrei potuto tranquillamente esercitare il nuovo incarico all’INPS restando consigliere regionale, non essendoci alcuna incompatibilità. E invece ho preferito lasciare: anche se (per inciso) l’incarico all’INPS prevedeva un’indennità incommensurabilmente inferiore a quella erogata dalla Regione, altro che ‘ricompensa’!”
Prosegue Crescimbeni: “Detto da chi (dalla segreteria del PD al Parlamento) ha seguito passo passo tutta la più convenzionale carriera di partito come Di Girolamo, sono censure non solo false nel merito, ma soprattutto ridicole per il pulpito da cui provengono. Dopo il sen. Rossi e il suo autogol, anche il sindaco uscente si dimostra assai poco informato. La domanda è: perché certe cose non me le viene a dire in faccia, invece di fuggire dai confronti? La risposta è una sola: le bugie vengono meglio nelle solite conventicole, in assenza di contraddittorio”.
Infine, per quanto riguarda gli apparentamenti, il candidato sindaco del centrodestra scrive: “Affrontiamo il ballottaggio di domenica prossima 8 giugno reiterando il nostro appello a tutti gli elettori che al primo turno hanno detto ‘no’ a Di Girolamo, esattamente come fece Ciaurro vent’anni fa, riuscendo a trasformare una percentuale di partenza al di sotto del 20% in una vittoria. Quello con i ternani (al di là delle alchimie, della matematica, delle dichiarazioni di voto di questo o di quello, al di là di firme in fondo ad un pezzo di carta che io personalmente non ho né chiesto né proposto) è l’unico vero apparentamento che mi sta a cuore”.