Arci Terni sul piede di guerra nei confronti del Comune. La vicenda è quella della Casa delle Musiche, edificio sostanzialmente in costruzione da 17 anni (per l’Empire State Building ci volle poco più di un anno). Il presidente di Arci Terni, Francesco Camuffo, ricorda che “il primo marzo dovevano essere completati i lavori” ma non ci sono ancora notizie a tal riguardo. Intanto però, lo stesso Camuffo ritiene che siano in atto manovre per affidare la gestione della struttura ad altri soggetti: “Perché non si è ancora dato seguito alla delibera di maggio del 2014 in cui si procedeva all’affidamento della struttura?”.
Oggi il presidente di Arci Terni rende pubblica una lettera che aveva inviato lo scorso 25 febbraio al sindaco Leopoldo Di Girolamo, all’assessore Emilio Giacchetti, all’assessore Stefano Bucari, al presidente del Consiglio comunale Giuseppe Mascio e al presidente della prima Commissione consiliare Faliero Chiappini. Nella missiva viene ricostruita la storia della Casa delle Musiche, viene minacciato ricorso e soprattutto viene chiesta chiarezza.
La lettera di Francesco Camuffo, presidente di Arci Terni:
“Gentilissimi, vi scrivo perché purtroppo ritengo che sia veramente giunto il momento di fare chiarezza sull’annosa vicenda Casa delle Musiche. Diciassette anni sono troppi, per qualsiasi cosa. Ancor di più per una vicenda come quella del nuovo centro musicale comunale (ultimato? quasi ultimato?) rispetto al quale tutti si esercitano nel ricamare teorie sempre poco aderenti ai fatti. Dal nuovo Pan Pot previsto all’interno del contratto di quartiere progettato per Borgo Bovio nel 1998 fino alla Casa delle Musiche del 2008 e all’attuale ‘sospensione’ amministrativo/progettuale sono state attraversate tutte le stagioni possibili: cambiano giunte, maggioranze, chiacchiere ma è arrivato il momento di mettere la vicenda su di un altro piano. Anche la Corte dei Conti si è interessata al caso ma non è stato sufficiente per chiarire fino in fondo la vicenda. Si continua a parlare dell’eventuale gestione senza mai indagare realmente sull’unico fatto da chiarire: il centro musicale è ultimato? si? no? ni? perché? come mai dopo tutti questi anni non si riesce ad arrivare all’ultimazione dei lavori? quali sono le dinamiche e le responsabilità?
Il Consiglio Comunale si è preoccupato di approfondire il tema della gestione con tanta solerzia ma non quello dei lavori, nonostante le richieste della Corte dei Conti, come mai? Al momento, dopo innumerevoli ipotesi di affidamento, l’unico soggetto che non sta rispettando gli impegni formalmente assunti è l’Amministrazione Comunale, non i gestori.
Ricordiamo in ordine le varie fasi:
1998: progettazione partecipata degli spazi, anche detta co-pregettazione, a cura del Forum dei Giovani promosso dall’Assessore Pepegna. Tutti i soggetti interessati vengono coinvolti nella progettazione e nell’ipotesi gestionale. Attraverso questo progetto si sono ottenute le ingenti somme per la realizzazione della struttura. Tale metodo andava quindi obbligatoriamente perseguito: no bando ma progettazione partecipata per l’ampliamento delle attività del Pan Pot, struttura comunale già in funzione dalla metà degli anni ’80. Le associazioni coinvolte sono: Attenti al Kane (gestori del Pan Pot con convenzione pluriennale), Ephebia, Compagnia del Pino, Arci.
2000-2002 l’Amministrazione indaga autonomamente (ovvero senza coinvolgere i candidati gestori) altre soluzioni gestionali a carattere imprenditoriale. La verifica non porta a nessun esito concreto e, anche a seguito delle rimostranze delle associazioni fin al momento coinvolte, si riprende il cammino previsto dalla co-progettazione partecipata previsto dal progetto approvato.
2004: si arriva alla firma dell’accordo per la gestione ma le associazioni chiedono formalmente indicazioni precise e puntuali sulla data di ultimazione dei lavori e sul grado di finitura dell’intervento. Non essendo mai arrivata alcuna riposta le associazioni ritengono inopportuno nonché pericoloso sottoscrivere l’accordo.
2004-2008: tutto è sospeso in attesa dell’ultimazione dei lavori. Si procede ad un bando esplorativo per aggiornare progetto e soggetti gestori. Si tira indietro la Compagnia del Pino e vengono individuati due altri progetti: uno proposto da Interamna Productions ed un altro da Tiziano Tetro. Interamna è disponibile a collaborare con la vecchia cordata per elaborare una nuova proposta sempre co-progettata. Tiziano Tetro no. 2008-2014: la nuova compagine partecipa insieme al Comune di Terni a diversi bandi (Regione Umbria e ANCI) ottenendo in totale quasi 100.000 euro di risorse aggiuntive. Le nuove risorse sono in parte investite nell’ultimazione dell’edificio ed in parte giacenti nelle casse comunali per la partenza del Centro.
Non è ancora dato sapere se i lavori siano realmente ultimati né tantomeno si conosce l’eventuale data di consegna della struttura (con tutte le certificazioni del caso) benché l’estate passata si fosse di nuovo ad un passo dalla firma della convenzione. Di conseguenza l’esercizio del Consiglio Comunale sulla gestione sembra, quindi, quanto mai improprio.
Per ora l’unica parte inadempiente (lo sottolineiamo ancora) è il Comune di Terni, non chi legittimamente ha attraversato tutte le selezioni possibili e al momento sta subendo un danno economico e di immagine consistente. Il Consiglio dovrebbe accertare la correttezza dell’iter fin qui perseguito e le eventuali responsabilità. Ci si accanisce invece sul tema della gestione. Appare abbastanza chiaro che si vuole semplicemente indirizzare la gestione verso altri soggetti, per ragioni non ancora palesate
A questo punto siamo costretti a comunicare in via ufficiale che, se l’amministrazione decidesse di promulgare un nuovo bando, chiederemo il giusto risarcimento: parte delle risorse attualmente giacenti nelle casse comunali oltre ad una quota millesimale di proprietà dell’immobile.
Sperando di poter evitare questa ulteriore umiliazione al senso del bene comune e al concetto di buona amministrazione della città siamo a chiedere di essere ascoltati dalla Commissione Comunale competente quanto prima.
Necessita un chiarimento immediato, altrimenti mi troverei costretto a rendere pubblica questa missiva. Perdonate il tono, mai usato prima nei rapporti con la Vostra Amministrazione, ma diciassette anni sono troppi, in ogni caso. E’ giunto il tempo di fare chiarezza una volta per tutte”.