Terni, comizio CasaPound, parla il ragazzo aggredito in Biblioteca e due testimoni: ”Un pestaggio”
Questa è la loro ricostruzione. Testimonianze di: Matteo Pacetti (gestore del bar della biblioteca), Giacomo Sirchia (vittima dell’aggressione), Giulio Marconi (testimone).
“Viste le varie ricostruzioni dei fatti, alterati anche in modo strumentale, da parte di persone sia presenti che non al momento dell’aggressione da parte di militanti di CasaPound all’interno della biblioteca comunale di Terni, ci siamo sentiti in dovere di ricostruire cronologicamente quanto avvenuto, essendo stati direttamente coinvolti. Chiariamo che è una nostra iniziativa. INDIPENDENTE.
Alle ore 16:00, durante il suo orario di lavoro, Pacetti vede entrare nel bar gli agenti della Digos i quali controllano i locali della biblioteca (bagni, bar, terrazzo, corridoi) cercando possibili oggetti atti ad offendere o disturbare lo svolgimento del comizio elettorale organizzato da CasaPound Terni e regolarmente autorizzato. Dopo le perquisizioni, gli agenti hanno stazionato nel terrazzo dalle 16:30 alle 18:30 (orario di chiusura di terrazzo, bar e biblioteca), impedendo l’accesso al pubblico dalle ore 17:30 fino a chiusura. In questo lasso di tempo Pacetti non vede entrare o uscire dal terrazzo nessuno di non autorizzato, fino a rimanere, dalle 18:00 in poi, da solo con gli agenti della Digos. Di conseguenza esclude lanci di oggetti, insulti e intimidazioni dal terrazzo stesso, oltre a non notare nessun altro comportamento provocatorio nei confronti dei militanti di CasaPound né di nessun altro presente in piazza.
Sirchia si reca in biblioteca, nella stanza “leggerissimo” (stanza che non ha finestre su piazza Solferino), a studiare dalle ore 14:00 circa fino alle 18:00, quando esce insieme a Marconi che studiava con lui. Mentre scende le scale, sul pianerottolo tra secondo e primo piano, si vede venire contro un nutrito gruppo di individui a lui sconosciuti. Costoro cominciano ad insultarlo a prima vista (“schifoso”,”vattene”,”vaffanculo”), facendo seguire alle offese verbali quelle fisiche fino ad arrivare ad un pestaggio vero e proprio. L’aprifila punta Sirchia e lo spinge con un colpo di petto contro l’angolo del pianerottolo, levandogli ogni possibile via di fuga. A quel punto, lui e altri due o tre, gli sferrano pugni al capo e al volto, procurandogli un bernoccolo sulla nuca, dolore alla mascella ed escoriazioni sugli avambracci coi quali si copriva. Una volta riuscito a divincolarsi, fugge verso il primo piano e vede la Polizia di Stato, arrivata solo in quel momento sul luogo, fermare il gruppo di facinorosi ed accompagnarli all’uscita. Sirchia a quel punto si reca al bar, dove Pacetti da del ghiaccio per attenuare il dolore.
Mentre Sirchia riponeva libri e computer nello zaino, Marconi scendeva le scale e tra il primo e secondo piano incontra un folto numero di persone salire le scale, poi scoperto che erano militanti. Arrivato al primo piano sente inequivocabilmente rumore di colluttazione e alzando lo sguardo vede le ultime file del gruppo dei militanti e Sirchia scappare in evidente stato di shock. Dopo qualche momento, Marconi vede la Polizia accompagnare il gruppo di militanti fuori dalla biblioteca.
Questi sono gli avvenimenti realmente accaduti e i diretti interessati non hanno visto o sentito altro di rilevante sulla vicenda, che riteniamo già di per sè ingiustificabile e anzi condannabile . Senza considerare che le motivazioni inventate a difesa dell’aggressione, oltre che inesistenti, sono comunque futili. Si evidenziano quindi tutte le discrepanze con le versioni che sono state raccontate e con le voci che nei giorni si sono sono susseguite sul web e per le strade. Si invitano dunque tutti i cittadini a considerare questa testimonianza come l’unica attendibile, a riflettere su un’azione volta sia a ferire un ragazzo che creare tensione tra i cittadini, perpetrata dai militanti di un movimento politico che si candida in questa città. Un’aggressione ancor più grave se si pensa che è avvenuta all’interno della biblioteca, simbolo della cultura e luogo del confronto civile.
Ci teniamo a specificare che chiunque sia interessato a fare ulteriore chiarezza sui fatti con una testimonianza diretta, è ovviamente invitato a farlo”.