Terni con il Lazio, ”Referendum risveglia politica su Tevere-Nera”. Confimpresa con i referendari

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I promotori del referendum per chiedere il passaggio di Terni alla regione Lazio continuano quotidianamente a ricordare i soprusi di Perugia nei confronti dalla città di San Valentino. Oggi ad evidenziare l’iniquità della tassa Tevere-Nera ci pensa l’avvocato Marco Sansoni che ha assunto il ruolo di portavoce del comitato promotore. E’ di stamattina invece la comunicazione da parte di Confimpresa del totale appoggio dell’iniziativa per il cambio di regione.

TASSA TEVERE-NERA. L’avvocato Sansoni spiega in una nota: “Quando si parla delle ragioni del referendum per Terni nel Lazio, è doveroso ricordare una delle tante ingiustizie perpetrate da questa Regione: la vergogna della Tassa Tevere-Nera, pagata a Terni, ma non a Perugia. Per anni il sottoscritto ed altri avvocati del Foro di Terni hanno tentato invano di rappresentare innanzi alle commissioni tributarie, sia provinciale che regionale, i diritti di tanti cittadini ternani, destinatari di un odioso balzello, iniquamente preteso dal Consorzio di bonifica di cui si chiede oggi la sospensione d’autorità da parte del Consiglio Comunale di Terni. Finalmente!”

Il portavoce del comitato promotore del referendum per Terni con il Lazio ricorda che “migliaia di ricorsi sono stati respinti dalla commissione provinciale di Terni, la cui pronuncia è stata successivamente confermata in sede di appello dalla commissione regionale di Perugia. Tali evenienze hanno mutato un consolidato orientamento giurisprudenziale che, fino ad allora, aveva riconosciuto come legittime le doglianze avanzate dai contribuenti ternani. La Tassa Tevere-Nera è peraltro soltanto uno dei motivi di critica mossi dal referendum popolare: la politica locale, per anni in gran parte sonnecchiosa quando non consenziente, finalmente si è accorta dell’ingiustizia. E allora ben vengano 1, 10, 100 referendum!”.

CONFIMPRESA ADERISCE AL REFERENDUM. Per Francesco Bartolo, rappresentante di Confimpresa, anche i commercianti ternani aspirano a diventare laziali. “In questi giorni – spiega – in occasione degli incontri avuti con i nostri associati abbiamo avuto modo di confrontarci con imprese e commercianti di Terni riguardo all’opportunità concessa dal referendum in oggetto. Il coro unanime che ne è scaturito è stata la costatazione di una totale subalternità del Comune di Terni alle scelte imposte dalla Regione Umbria e quindi dalla Città di Perugia”.

Bartoli spiega quindi il punto di vista di Confimpresa: “Sono troppi anni che le imprese e i commercianti di Terni aspettano investimenti sul territorio (viabilità verso Rieti, verso Civitavecchia, verso Spoleto, potenziamento della Sede Universitaria, grandi eventi di richiamo nazionale solo per citare alcuni esempi) che invece vengono sempre dirottati verso la Provincia di Perugia. Adesso con la scusa della spending rewiew si annunciano ulteriori tagli come nella sanità a scapito di Terni e a favore di territori come la città di Foligno meno importanti ma protetti dal centro di potere che governa la regione”.

“Non pensiamo – continua il rappresentante di Confimpresa – che i politici ternani che hanno avuto responsabilità di governo facciano in due mesi quello che non sono riusciti a fare in 30 anni , salvando la provincia di Terni con accorpamenti e riequilibri territoriali improbabili, e quindi Terni a nostro avviso rischia di avviarsi a diventare tristemente Provincia di Perugia. Di fronte a questo scenario si è aperto un varco, una opportunità costituita dal comitato promotore del referendum consultivo per il distacco del comune di Terni dalla regione Umbria e per l’aggregazione alla regione Lazio a cui Confimpresa e i suoi associati intendono aderire e dare un impulso decisivo per il raggiungimento del traguardo ormai vicino delle 2500 firme necessarie. Per questo – annuncia Bartoli – nei prossimi giorni saranno avviate una serie di iniziative supportate dai nostri associati per la raccolta delle firme”.

Le motivazioni per diventare laziali: “Riteniamo che il Lazio e in particolare la città di Roma rappresenta il primo mercato a cui ogni impresa di Terni deve necessariamente rivolgersi, assunto questo più volte ripetuto negli anni sia dall’amministrazione comunale sia da quella provinciale e ribadito da tutte le associazioni di categoria, ma sempre rimasto come dichiarazione d’intenti e mai sviluppato veramente proprio perché mancava un collegamento politico amministrativo con la Capitale. Ora con il referendum ci sarà questa grande opportunità che i cittadini Ternani non si faranno sfuggire perché spinti dall’interesse reale per il futuro della Città e non da bassi interessi per difendere incarichi e poltrone in enti e amministrazioni varie”.

Infine l’annuncio di un progetto che sarà presto reso noto e che, dalle premesse, somiglia al lancio di un partito politico o quantomeno ad una creatura ibrida come Italia Futura di Montezemolo: “La scelta di Confimpresa rientra in un programma più ampio che sta per essere annunciato alla città e che va nella stessa direzione, la creazione di un laboratorio di idee nuove per la città costituito da almeno trenta persone scelte fra coloro che pensano di poter dare un contributo al futuro della nostra città, con la loro esperienza formativa e culturale, professionale e di vita, persone che anche grazie ad esperienze lavorative in altre città o all’estero possano fornire delle indicazioni utili allo sviluppo e al rilancio di Terni. Questo laboratorio di idee costruirà un programma di lavoro un progetto su cui lavorare che sottoporremo alle istituzioni per indicare la via da seguire , la via desiderata dai cittadini ternani. La scelta di aderire al referendum va proprio in questa direzione”.

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  • massimo

    Ancora con questo Lazio….Ma ne avete parlato con viterbesi e reatini? Avete idea di quale sia la situazione in quella regione? Avete valutato il plafond reale di risorse di cui si potrebbe beneficiare in un’area metroplitana per di più gravata (a differenza delle altre in Italia) dalla recente costituzione di “Roma capitale”? Vi siete confrontati con gli attuali malumori della popolazione laziale circa l’accentramento delle risorse da parte di Roma? Avete ragionato, conti alla mano, riguardo l’eventuale  riduzione dei benefici in fondi strutturali ed aiuti di stato regionali derivanti dall’UE? Avete elencato i crediti non ancora  riscossi dalla Regione Umbria nei confronti della Regione Lazio, soprattutto nel settore trasporti? Chi vi impedisce di fare già impresa nel Lazio? La libertà di stabilimento e/o di esercizio di attività economiche è da vari decenni già possibile in tutti gli Stati membri dell’UE…figuriamoci in ambito interregionale…Guardate che nessuno vi obbligherà ad indossare, la domenica, una sciarpa biancorossa…se questo sembra il motivo più grave per abbandonare la NOSTRA Regione…

  • Acongiu7

    Dite quel che volete,ma io mi riferisco a fatti,più che a proclami.Premesso che la cosa migliore da fare era ed è a mio modesto giudizio eliminare proprio del tutto la provincia,una volta che sono state istituite le regioni.Comunque andare “sotto” Roma e il Lazio significherà essere fagocitati come e più di quanto non sia avvenuto ora,perchè la colpa è esclusivamente dei nostri rappresentanti politici,attaccati solo alle poltrone e ai COMPAGNI,capito COMPAGNI di partito!!!