Un nuovo regolamento comunale per la disciplina delle sagre: è quello che chiede Confimpresa unitamente al Coordinamento Autonomo dei Ristoratori della Provincia di Terni, un neonato organismo autonomo. Nei prossimi giorni sarà lanciata una raccolta firme per l’iniziativa popolare. L’obbiettivo di Confimpresa e ristoratori è mettere fine alle “pseudo-sagre” cioè quelle manifestazioni enogastronomiche che non hanno l’obbiettivo di promuovere prodotti tipici locali ma si rivelano semplici “attività di ristorazione collettiva indebitamente autorizzata” che godono di facilitazioni burocratiche e fiscali. Insomma, dal punto di vista dei ristoratori, si tratta di inaccettabile concorrenza sleale.
L’esponente di Confimpresa, Francesco Bartoli, in un comunicato spiega che l’iniziativa è anche una diretta risposta alle dichiarazioni dell’assessore al Commercio, Daniela Tedeschi, che lo scorso 15 settembre aveva dichiarato: “Consapevole dell’impatto che tutti gli anni le sagre hanno sugli operatori della ristorazione, ritengo che sia giunto il momento di valutare con la massima attenzione una modifica dei regolamenti regionale e comunale sulle sagre, al fine di trovare un equilibrio che tenga conto delle istanze e dei diritti di tutti i soggetti interessati” (qui l’articolo).
Coordinamento ristoratori. Nel comunicato Confimpresa spiega che per i ristoratori il nuovo regolamento delle sagre è una priorità: “Il coinvolgimento è stato tale che i ristoratori hanno deciso di costituirsi in un coordinamento autonomo permanente che servirà in futuro anche per affrontare altre problematiche comuni della loro categoria. Riteniamo che questa iniziativa di democrazia diretta che parte dal basso, da chi quotidianamente con tanti sacrifici cerca di portare avanti la propria attività, non possa essere ignorata dagli amministratori. Pensare di modificare il regolamento comunale che disciplina le sagre senza coinvolgere la categoria dei ristoratori in modo diretto non è una strada percorribile. Pensare di farlo con una concertazione che preveda il coinvolgimento delle associazioni che il Comune definisce ‘maggiormente rappresentative’ è impensabile proprio per il fatto che le stesse associazioni a Terni hanno perso da tempo la rappresentatività di questa categoria. Quindi – continua il comunicato – l’esigenza della categoria è quella, sia di affrettare i tempi per modificare il regolamento entro il prossimo anno, sia di intervenire in modo diretto nella questione evitando che possano essere nuovamente promulgati regolamenti come quello in vigore che lasciano spazio a chiunque di organizzare sagre di ogni tipo”.
Pseudo-sagre. Confimpresa cita l’articolo l’articolo 4 della Costituzione “che riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto. Ogni cittadino ha il dovere di svolgere una attività o una funzione che concorre al progresso materiale e spirituale della società”. “Ad oggi nel Comune di Terni – prosegue Confimpresa – il diritto dovere costituzionale di poter avviare, mantenere e sviluppare una regolare attività di ristorazione è invece seriamente messo in pericolo da questo indiscriminato sviluppo di pseudo sagre che di fatto per le motivazioni sopra addotte si sostanziano in attività di ristorazione collettiva abusiva. Questo stato di cose emerge dagli atti della Giunta comunale che ha approvato, con la delibera n.117 del 02-05-2013, il calendario delle sagre per il 2013, autorizzando di fatto un numero spropositato di pseudo sagre. Sono ben 33, di cui 12 organizzate da parrocchie, 11 da pro loco, 7 da associazioni sportive e 3 direttamente dal Partito Democratico. Di tutte queste sagre forse solo due di esse possono fregiarsi di tale nome (Sagra dello Gnocchetto Collescipolano e la Sagra del Marrone), il resto si sostanzia in attività di ristorazione collettiva indebitamente autorizzata”.
Il nuovo regolamento. Confimpresa e ristoratori chiedono quindi una modifica del regolamento comunale per il rilascio di autorizzazioni alla somministrazione di alimenti e bevande in occasione delle sagre e di altre riunioni straordinarie di persone. Attraverso la propria iniziativa popolare, chiedono l’inserimento di 8 nuovi punti:
1. Sono riconosciute come “sagre enogastronomiche locali” le manifestazioni di carattere culturale, storico, folcloristico, sociale, economico, atte a promuovere la salvaguardia dei prodotti enogastronomici tipici locali a diffonderne la conoscenza tra i consumatori, esclusivamente tramite la loro degustazione secondo le ricette della cucina tradizionale Umbra, con una durata massima che non deve superare i 3 giorni, escludendo la possibilità di denominare sagra qualsiasi altra attività in concorrenza agli operatori della distribuzione commerciale, della ristorazione e dei pubblici esercizi.
2. I promotori e i gestori delle “sagre enogastronomiche locali” debbono garantire al consumatore le stesse condizioni di sicurezza, di igiene, servizio e correttezza commerciale, che regolano la vendita e la somministrazione di cibi e bevande presso gli esercizi pubblici; deve essere garantita adeguata informazione sull’origine, tracciabilità e qualità dei prodotti enogastronomici tipici locali utilizzati e delle relative ricette di preparazione. I locali, attrezzature e tutto il personale addetto alla manifestazione dovrà osservare quanto previsto dalle leggi: 626/94 e successive modificazioni – (sicurezza sul lavoro); e Legge 155/98 e successive modificazioni – (Haccp).
3. Al fine di realizzare un’adeguato controllo delle finalità di cui al punto 1, le associazioni o enti privati,promotori di sagre enogastronomiche, sono tenute per lo svolgimento della manifestazione di avvalersi della collaborazione e della consulenza di uno o più rappresentanti indicati dal Coordinamento Autonomo Ristoratori Terni, perché sia verificato in modo oggettivo se la manifestazione sia effettivamente espressione di un’identità culturale del territorio e se sia realmente legata a tradizioni ricette e produzioni locali”.
4. Le associazioni o enti privati senza scopo di lucro esercenti attività di natura sociale, politica. sportiva, religiosa e culturale che intendano promuovere manifestazioni organizzate esclusivamente o prevalentemente per finalità di volontariato in genere, culturali, politiche, religiose e sportive non possono utilizzare la denominazione di “sagra enogastronomica locale” o abbreviazioni della stessa, e nell’ambito delle stesse manifestazioni se intendono avviare attività di somministrazione di alimenti e bevande, devono necessariamente effettuare una segnalazione certificata di inizio di attività, allegando una dichiarazione che quest’ultima non ha comunque il carattere della sagra ai sensi delle vigenti disposizioni in materia, è sarà pertanto sottoposta alle stesse normative fiscali, del lavoro e dell’igiene e sicurezza a cui si attengono le attività di della ristorazione e dei pubblici esercizi e con una durata massima di 7 giorni.
5. Nel periodo immediatamente precedente o successivo allo svolgimento di una sagra, o di qualsiasi altro evento di cui al comma 4, non è consentito il rilascio di una ulteriore autorizzazione amministrativa a favore di una nuova manifestazione organizzata sulla medesima area, oppure in ogni caso per il quale la domanda appaia oggettivamente finalizzata ad eludere i limiti di durata massima di cui al precedente comma 1 e comma 4.
6. E’ istituito un obbligo di rendicontazione delle modalità di impiego dei fondi raccolti se trattasi di manifestazioni non a scopo di lucro ed impegno ad inviare al Comune, entro 60 giorni dalla conclusione, il bilancio finale della manifestazione
7. Fatte salve diverse sanzioni amministrative, oltreché salvo che il fatto non costituisca reato, chiunque viola il dispositivo del presente regolamento inclusi gli impegni in esso previsti da assumersi nella domanda di inserimento nel calendario delle sagre, soggiace alla sanzione amministrativa del pagamento di una somma da euro 1.500,00 a euro 10.500,00, calcolata moltiplicando il valore minimo della sanzione per ogni giorno di durata della manifestazione con possibilità di pagamento in misura ridotta pari alla metà della somma dovuta, ma con la sanzione accessoria di non poter effettuare la sagra o la manifestazione nei 5 anni successivi.
8. La definizione del regolamento dovrà avvenire con la concertazione preventiva del Coordinamento Autonomo Ristoratori Terni appositamente costituito.